La vita è un gioco, a volte piacevole, spesso triste, ma sempre pericoloso, molto pericoloso. Se non sto attento, in qualunque momento posso perdere la vita.
Nella vita incontro farfalle colorate, belle ragazze, tramonti incantevoli Ma anche spaventose malattie, feroci nemici, pericoli subdoli e mortali.
Appartengo alla umanità; cioè alla animalità, alla precarietà. Allora mi corazzo con case e castelli, con muri di pietra e porte di ferro, esteriori ed interiori. Mi corazzo con piaceri, gioie e soddisfazioni, ma basta una piccola spina di dolore, basta un colpo di mano del destino avverso, per buttare tutto all'aria.
Quando, dopo tanti sforzi, raggiungo finalmente il piacere, la gioia, scopro che il piacere sfuma, evapora, è fatto di materia instabile, effimera, non duratura. E allora devo incominciare la lotta per cercare un nuovo piacere.
Il giocattolo chiamato donna mi fa divertire, ma dopo un po' mi addolora e mi annoia. Allora la butto via, ma poi vado a cercarla ancora, perché ho ancora bisogno di lei. La mia povera anima umana è instabile, dispettosa e capricciosa.
Ci sono molti altri problemi: devo continuamente lottare contro i nemici. I nemici si formano poiché vogliamo lo stesso oggetto, o la stessa donna. Oppure si creano spontaneamente, per incompatibilità, per invidia, per sovraffollamento, o per sadismo.
Gli alti e bassi dello spirito; le esaltazioni e le depressioni; l'amore e l'odio; il piacere, il dolore e la noia. La genialità e la subnormalità. La voluttà e il dolore nell'amore. La paura e l'attrazione per la morte.
Questa è l'esistenza, con le sue antinomie insanabili, con i suoi quesiti irrisolvibili, con le sue eterne, dolorose contraddizioni.
Maggio 2003