Mario era appena giunto in città; era mattino presto e camminava senza sapere dove andare.
“Cerco una nuova esistenza,” si diceva Mario.
CAFFÈ DELLA MORTE: vide quell’insegna; decise di entrare. Il locale era deserto; si diresse al bar.
“Desidera?” domandò l’uomo dietro al bancone.
“Cerco una nuova esistenza,” disse Mario.
“Con ghiaccio o liscio?”
“Senza ghiaccio, grazie.”
Mario sorseggiò il suo drink e si accese una sigaretta. Osservò la gente circolare sulla strada e camminare sul marciapiede. I palazzi erano illuminati dalla forte luce del mattino. Un posto dove poter vivere,
“Una vita migliore,” ordinò Mario.
“Lei la conosco,” disse l’uomo dietro il bar, “non è mica uno famoso lei?”
“Ho battuto il record della mediocrità.”
“Ah, è un onore averla qui.”
“Certo.”
“Posso offrirle un altro drink?”
“Grazie, senza ghiaccio.”
“Rimane un po’ dalle nostre parti?”
“Forse sì.”
“È una bella città, vedrà, si troverà bene qui.”
“Farò del mio meglio.”
“Ha intenzione di battere il suo record?”
“Ho l’intenzione.”
“Noi siamo aperti tutti i giorni, 24 ore su 24, sarà sempre il benvenuto signore.”
“Certo.”
“Mi scusi,” aggiunse il barista, “devo scendere un attimo sottoterra.”
“Faccia pure.”
Mario finì il suo drink, cercò qualche moneta nella tasca, posò i soldi sul banco e uscì sotto la luce del sole.