Adesso che sto insieme a Mascia, rimpiango i fantasmi delle donne conosciute durante la mia giovinezza. Adesso so che quelle donne erano fantasmi e non reali. Donne della mente, ragazze costruite dalla mia fantasia che assomigliavano a ragazze reali.
Donne sognate, donne desiderate, donne mai avute, mai possedute perché erano inesistenti. Donne immaginate nel segreto della mia mente; nel buio delle mie notti; nello stillicidio dei miei pensieri; nelle tortuosità delle mie emozioni.
Donne irreali. E per questo avevano meno valore? No! Certo che no! Anzi, avevano un valore superiore alle donne reali, proprio come un bel sogno ha più valore della squallida realtà.
Mascia è prosaica, banale, noiosa come tutte le altre. Le donne dei miei sogni invece erano divine, travolgenti e ossessionavano i miei pensieri.
Quante donne ho creato con la fantasia. Il punto di partenza era una donna sconosciuta; poi io (anzi il Poeta che è in me) la caricava di significati, di doti, di simboli, di rivelazioni, di inferni e paradisi.
Donne della mente, che vivete come archetipi dentro universi mentali, paralleli, in attesa che un poeta vi scopra.
Baudelaire e Verlaine vi hanno conosciute prima di me. Altri le incontreranno in futuro, e per queste donne i poeti si danneranno, si infuocheranno di passione e attraverseranno il ponte in bilico fra la vita e la morte.
Agosto 2003