Giove, dell'alto, ride degli spergiuri degl'amanti.(Ovidio)
Ho smesso di cercare, ed ho trovato...
Ma perché c'è da soffrire per imparare? io voglio imparare amando, ché il mio cuore non tollera strattoni, illusioni e bugie; è diffidente, ma tanto, tanto ingenuo, si smarrisce per mille vie: è capace di scambiare l'interesse per amore!!! per troppo tempo ha covato odio e rancore, come la seppia che rilascia il suo nero per disperdere il cacciatore. Troppo a lungo si è chiuso a soffocare il suo battito languido.
Fievole.
Debole.
Quasi muto. E sordo.
Un giorno che non aspettavo, trovo quello che non speravo.
Due occhi che cercano i miei, senza timore, senza pudore- con mio grande stupore-- per ore ed ore. Bastano poche parole, le sole a destare un cuore agonizzante, che al momento giusto non s'è mostrato sprezzante alle lusinghe di un nuovo amante.
Comincia in un giorno qualunque, nell' aria pigra di un mite sole settembrino: leale con me stessa, presto orecchio al mio rauco cuoricino; creo il silenzio intorno a me, perché possa ascoltare il suo nuovo canto...
Piango--ora lo sento!: non mento --balbetta qualcosa per marcare il suo posto nel mondo, è come mai lieto e giocondo.
Che delitto dirgli che nulla è per sempre, che il suo scomposto pulsare si va ad atrofizzare. Presto o tardi lo porterò, anchilosato, stanco, quasi fermo, in gabbia nel mio torace, serrato dallo sterno; perno della mia passione di paglia, a conservare la memoria di una fulminante voglia; al petto come un' opaca medaglia.
Ma tu stammi vicino che si ripiglia (un bacio, una carezza) a distanza di miglia e miglia: dimmi che non andrai via presto, che non è solo un sogno questo. Dimmi il vero quando lo pensi serio: un cuore convalescente, malfermo, malato è tanto più delicato che un refolo di gelo l'ha già bell'e stroncato.