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…l’amore con l’amore si paga
Prese la borsa, la tessera dell’autobus e le chiavi, il coraggio la prese per mano e la disperazione le aprì la porta. Uscì quando tutti rientravano.
Non usciva di casa da tre giorni, esattamente da quando le erano finiti i soldi.
Autobus all’andata: occhi bassi e sperare di non incontrare nessuno, sperare di non dovere inventare bugie; minuti pressappoco infiniti, che tuttavia finivano sempre.
E quando finivano, scesa dall’autobus, c’era da scendere il secondo gradino. E lì era peggio. Che nessuno la veda! …lì piegata a terra a rovistare, a cercare, che nessuno che la conosce passi di lì in quel momento, tanto lei è veloce e finisce subito, ma per carità non la deve vedere nessuno, lei lì in mezzo. In mezzo a quella confusione semplice e triste di buste di plastica svolazzanti, carte stropicciate a terra insieme a scatole di cartone rotte, cassette di frutta e di pesce vuote, e un odore avvilito e umiliante, il forte odore di marcio e di finito.
Ma lei lì, in quello spiazzo dove da qualche ora era finito il mercato, ci si sapeva muovere ormai da un po’, precisamente da due mesi, precisamente da quando i soldi della pensione li divideva con sua figlia.
Contratto non rinnovato, “ …e allura? e iu chi ci staju a fari, ‘a figghia? no… non t’ha preoccupari, chi fai cianci? sù cosi ca capitanu, vidi ca ‘u trovi prestu n’autru travagghiu, e pì ora t’aiutu iu, sciatu… non ci pinsari”
Quella volta, al mercato fu la manna dal cielo! (dal cielo… non proprio), cinque arance ammaccate, tre pesche ma belle, quattro pere, non le piacevano, ma se le prese lo stesso. Guardò anche tra i resti delle lattughe perché ci trovava sempre qualcosa lì in mezzo, e quella volta: una melanzana, quanto le piacevano!
Autobus al ritorno: occhi bassi, e chissà se l’avevano vista, …certo di gente ne passava, ma no, no che non l’hanno vista!
A casa non ci pensò più, contenta andò subito in cucina, si meritava il suo piatto preferito: una parmigiana. Tagliere, coltello, la melanzana, la mozzarella che aveva in frigo, due uova, pomodori? sì, ne aveva, e l’olio? …finito! Non si fa la parmigiana senza l’olio! E l’olio lo devi comprare, non lo trovi per terra; che peccato, ci teneva tanto.
Ma chissà… forse il professore ne aveva, ma sì, a lui non mancava né l’olio né altro, …beato lui! poteva chiedergliene un po’ in prestito, lei… chiedere qualcosa? Ci pensò su e poi decise che ci avrebbe almeno provato.
Uscì in balcone (sapeva che lui era lì nel suo di fianco), stava per parlargli ma le parole, una volta arrivate nella gola, le si bloccarono lì senza forza per andare avanti. A soccorrerle, ci pensò il professore con un sorriso da quinta elementare (che gli sbocciava in faccia ogni volta che la vedeva). E allora lei riuscì a dirgli: “buongiorno professore, …come sta?”
“ bongiornu!! chi si dici?!” pronunciando le parole con la dimestichezza di uno che invece di parlare il dialetto aveva insegnato latino e greco per più di trenta anni.
“Tutto …bene, grazie! Lei come sta?”
“eh …si tira avanti…(aveva già esaurito la scorta di dialetto) e, mi dica, che cucina di buono stasera? sento sempre certi profumini venire da casa sua!”.
“grazie, ma …stasera niente, cioè…volevo fare la parmigiana ma ho visto che mi è finito l’olio, e…(niente da fare, non ci riusciva a chiederglielo) vuol dire che sarà per domani…”
“sa? oggi ne ho prese tre bottiglie, che c’era lo sconto, se non si offende una gliela do volentieri, ma di soldi non ne voglio sentire …se no mi offendo io!”.
“ma …no! ma che dice? magari facciamo che me ne presta un bicchierino e …domani glielo restituisco”, ma parlava già da sola, che il professore era entrato a prendere la bottiglia e “che me ne faccio di tre litri? sono solo io, si goda la sua parmigiana che io mi godrò il profumo da qui”. Le passò la bottiglia dal suo balcone insieme a un altro gran sorriso che lei adesso si trovò ricopiato sul viso.
Lui se ne tornò a torturare amorevolmente le sue piante. Potare, eliminare parassiti, concimare, innaffiare, tutto alla maniera dei pensionati: ossessivamente.
Lei, invece, passò un bel po’ di tempo in cucina ma alla fine, uno spettacolo di parmigiana la guardava dalla teglia; altre due foglie di basilico fresco: “un capolavoro!”.
Poi andò in camera da letto, passò anche lì un po’ di tempo, e alla fine uno spettacolo di signora la guardava dallo specchio, altre due gocce (due, non di più) di profumo di rose: “un capolavoro!”.
Il professore stava per sedersi a cenare quando sentì suonare alla porta, aprì e la vide con la teglia in mano e con quel bel sorriso ancora intatto e sentì un misto di profumo a tratti di celestiali rose, a tratti di più terrena cucina. Quella sera cenarono insieme, quella e molte altre. Per lei fu più facile farsi un nuovo amico che tenersi un debito.
scritto da una che affoga nei debiti…
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