Quando aprì gli occhi e la vide, così vicina, ebbe un sussulto e, per qualche inesplicabile motivo, ebbe paura. Lei dormiva, raggomitolata sul divano su cui, la sera prima, l'aveva invitato a passare la notte insieme a lei. Lui non aveva voluto: in quell'istante, si chiese perchè; e, da solo, capì la risposta. La lesse nei suoi occhi ancora chiusi, nel sollevarsi lento del suo petto ad ogni respiro; nel suo corpo inerme, così bello e così potente allo stesso tempo. L'ascoltò nel rombo crescente del suo cuore in tumulto; nel silenzio di quella stanza in cui ancora tutti dormivano. La sentì sotto la pelle, quando il pavimento freddo su cui aveva dormito gli sembrò di fuoco. Capì che non avrebbe potuto violare la loro amicizia, dormendo insieme a lei quando nel suo cuore albergava il seme di un sentimento nuovo e violento. Capì che, da allora in poi, lei sarebbe stata qualcosa di più che una semplice amica.
Per questo ebbe paura. Paura nell'immaginare lei che, al risveglio lo abbracciava, per salutarlo; sussurrandogli quella parola che per lei era uno scherzo, ma per lui era una fitta alla testa. Avrebbe tremato alla sua voce come a un tuono, lo sapeva.
E si sarebbe chiesto perchè, proprio lui, doveva finire vittima di quel delitto a due che è l'amore...