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IL DIO PISCHELLO
Tanto tempo fa trovai una piccola pietra sulla sabbia. Troppo bella, veramente molto molto bella: meraviglioso marmo incantevole, piccola unghia venata di rosa e madreperla.
Mi ritenni più che fortunata ad aver trovato una cosa simile, senza esagerare mi sentivo predestinata per quel sassolino stupendo.
la feci vedere ad una mia compagna e anche lei concordò sul fatto che era bellissimo, eccezionale.
Poi continuammo a raccogliere conchiglie sulla spiaggia.
Le raccogliemmo tutte su un'asciugamano e lo avvolgemmo su se stesso quasi come un sacchetto; hai presente quello dei cartoni animati, quando qualcuno se ne va via di casa? quello appeso ad un bastone? mi ha sempre intrippato un fottio sai?
A volte da piccola mi passava per la testa di voler scappare di casa e, ogni volta, me ne facevo sempre uno con un plaid ed un manico di scopa... poi mi mettevo davanti alla porta e dicevo seria seria: "io me ne vado e non torno più".
Ogni volta, ovviamente, mia madre divertitissima, si sbellicava dalle risa. Questo mi faceva incazzare tantissimo, non mi sentivo presa sul serio:lei, mia madre, non riusciva a capire quanto fosse grave tutto ciò; ma, altre volte, cominciavo a ridere anche io dietro a lei: avevo voglia di fare la pace.
C'era l'asciugamano con la piccola pietra e con tutte le conchiglie dentro, camminammo, camminammo, arrivammo a casa, la srotolammo e la pietrina meravigliosa non c'era più; c'erano solo i poco eleganti gusci di patelle, che in quel momento ci sembrarono brutti come delle polpette, anche se intravedere la madreperla color arcobaleno dentro.
Non lacrime, ma tanta rabbia.
Sono tuttora convinta che me l'abba fottuta quella stronzetta.
Ecco! ho deciso, la prossima volta che la rivedo le chiederò spiegazioni.
"Ridammela"
"che?"
"la pietrolina, quella bellissima che avevo trovato a mare.."
"ma cosa, quando?"
"non far finta di niente. Circa quindici, sedici anni fa tu me l'hai fottuta, piccola stronzetta...
per cui sgancia il sassolino!"
Ciò che sto cercando di dirti è che la cosa a cui tenevo veramente non c'era più.
Sono andata via sicura di me, di ciò che stringevo fra le mani, ne ero orgogliosa e perciò ero diventata spregiudicata.
Per la prima volta in vita mia mi sono potuta concedere il lusso di camminare a testa alta.
Ormai avevo capito il trucco: pugni serrati e spocchia trasudata da ogni poro della mia pelle... Luminosa...
Effettivamente ha funzionato, devo ricordarmi che questo è un modo in cui possono funzionare le cose.
Ero stata felice ed ero maturata come un frutto al sole, non è vero che il dolore aiuta a crescere, è solo una stupida scusa per fatalisti coglioni.
Ero felice e in preda all'estasi stringevo nei miei pugni quelle piccole perle, perché erano tutto ciò di decente in mio possesso, davano un senso alla mia vita: ora, per la prima volta avevo il mio modo di vedere il mondo e tutto era a portata delle mie capacità, avevo fatto pace con il mio casino cerebrale e con quel caos armonico e pulito nella mia testa mi sentivo potente come un dio pischello.
Il Novello Dio Pischello.
Amen
Devo tenerlo in mente, è qualcosa che può funzionare.
Afferrare la sabbia con le mani stringere i pugni forte forte e correre.
non vola via.
rimane là.
Immergersi nell'acqua coi pugni ancora più serrati, riemergere senza averli mai aperti e scoprire che non si ha più niente tra le mani.
Non è rabbia è solo amarezza.
Ho stuprato i miei neuroni, mi sono concentrata davvero tanto per dare un senso a tutto, un significato, come una morale perfetta adatta alla mia vita, mi sono fatta del male, ma mi sono accorta che l'unica cosa veramente in mio possesso era di mandare al diavolo quei fili invisibili.
E'qualcosa in cui voglio ancora credere.
È meraviglioso vedere come sono stata brava a far accadere gli eventi, sarebbe bastato un minimo diverso e sarebbe stata la catastrofe.
Ma vedo anche le mie incapacità in certi momenti cruciali che, stupidissima, non ho riconosciuto; sono rimpianti, la cosa più fastidiosa, perché ora sai che è tutta colpa tua, eppure ti fa stare bene, posso ridere e stare tranquilla sono stata solo io.
Oggi mi è scivolato un po' tutto dalle mani, ma sto bene, credo di averlo scoperto veramente un segreto. un po' di tempo fa ho sognato un sentiero sottile sottile, da un lato limitato da una parete di roccia bianca da cui spunta qualche instabile ciuffo d'erba, dall'altro lo strapiombo e...
io cerco di camminare lì e scivolo e cado e mi avvinghio dove posso, continuo così... mi arrampico vado avanti tentenno e ho tanta paura di cadere ed è uno strazio, uno strazio disumano, uno sfinimento massacrante.
Poi è la pace ed è tutto tranquillo
.
Mi lascio andare, mi lascio cadere...è un attimo di vuoto terribile... ma poi è bellissimo: non cado precipitosamente verso il basso, ma è qualcosa di lento, lento e dolce e, a poco poco, mi accorgo che posso controllare questo cadere.
Se mi sforzo volo e, in quel momento, usare la propria forza è qualcosa di piacevole, quel volare sembra un po' nuotare, è come nuotare e non hanno più senso i perché.
Quando mi sono accorta di aver perso il mio tesoro, mi sono sentita come inchiodata, mi guardavo allo specchio, mi vedevo particolarmente bella e pensavo che la bellezza incatenata fosse uno spreco.
Desideravo qualcosa che non potevo ottenere e allora, per reagire feci un voto: fu così che mi spuntò un cerchio sul labbro inferiore.
Mi avevano detto che avrei avuto difficoltà a parlare per diversi giorni, che il labbro sarebbe gonfiato un casino e che per molto tempo avrei perso pus e sangue, che avrei provato un dolore cane. Non fu così, fu quasi piacevole e divertente.
Anzi, era grottesco quell'energumeno tatuato con quel suo sarcasmo del cazzo da omone figo pieno di borchie e tatuaggi; mentre avevo ancora l'agocanula che mi attraversa da parte a parte, da dentro a fuori, il sottile lembo di carne labbra -mento, attaccava conversazione, parlava del più e del meno, di quando in Danimarca aveva conosciuto sua moglie, di quando aveva tatuato al braccio il batterista dei nirvana... e poi facendomi vedere due anellini quasi identici, chiedeva quale piercing preferissi...
Il dolore venne molto dopo; fui costretta a togliere l'anellino.
una scelta sbagliata, perché ormai faceva troppo parte di me. Un mese in là decisi infatti di riaprirmi il buchino da sola.
Sembrava essersi chiuso, ma io insistevo ed insistevo era troppo importante; faceva male: mi stavo facendo male e non era piacevole.
Era un dolore ben preciso evocativo.
Troppo simile ad un dolore già sperimentato troppo poco tempo prima; qualche notte fa quando mi hai chiesto se volevo fare l'amore con te... e sorridevi dolce mentre lo chiedevi.
io ho annuito e sembravo davvero una bimbetta deficiente.
lo sai che ti farà del male? non ti ha mai toccato nessuno...
E faceva veramente male, troppo, l'amore quella notte non lo abbiamo fatto e mi dispiace.
E ora che cerco riaprirmi questo buco che mi sono fatta prima di conoscerti e che ha a che fare con una promessa che non ti riguarda, provo un dolore simile, ti penso, ti immagino.
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