Henry svolgeva una vita normale: un lavoro, una casa, degli amici.
Tuttavia nessuno conosceva le sue abitudini.
Da poco tempo aveva deciso di ospitare il suo P. C. nella camera da letto, cosicché ogni mattina poteva dargli il buongiorno.
Con lo straccio lo puliva accuratamente in ogni anfratto, con movimenti lenti e dolci, simili a enormi carezze.
Prima di uscire, Henry, spruzzava del profumo al suo P. C. e successivamente anche su di se.
Poi gli augurava la buona giornata e usciva.
E mentre Henry era al lavoro, il suo computer domestico, lo attendeva fiducioso.
Henry amava quel P. C. perché la loro convivenza procedeva senza problemi: Henry lo curava come fosse un amante e quando stava male gli somministrava i vaccini più costosi.
Dall’altra parte il suo processore, per riconoscenza, garantiva prestazioni di tutto rispetto.
Entrambi erano consapevoli del proprio ruolo e nessuno entrava in competizione con l’altro.
Ogni tanto qualcuno chiedeva ad Henry se fosse felice, se avesse delle aspettative.
A tutti rispondeva di essere felice, perché godeva della serenità e che nulla lo turbava.
Per questo Henry, era spesso vittima dell’invidia.
Nessuno però conosceva il segreto di Henry …
* Nel rispetto di ambo i sessi, ho usato il nome neutro Henry.