-Cerca Monteceneri-
Disse l’Adriana al ragazzino che armeggiava con le manopole del monumentale apparecchio radio dal quale uscivano sinistri ronzii e incomprensibili voci mentre l’occhio magico ammiccava verdastro.
Nel pannello illuminato la lancetta si spostava da una finestrella all’altra …. Saarbrücken, Daventry, Hilversum, Königsberg, Monteceneri…
Dall’apparecchio un’allegra musichetta inondò la stanza, Adriana posò rapida il lavoro a maglia e si alzò:
- Dài balliamo-
Il ragazzino cercò di ritrarsi ma la donna lo afferrò. Donna forte,
vigorosa, zitella incallita, aveva una particolare simpatia per questo ragazzino silenzioso che era venuto dalla montagna ad abitare una stanzetta al piano superiore con la madre vedova e la sorella.
Goffo e impacciato si guardava i piedi, incespicava e partiva fuori tempo.
-Su con la testa e vienimi dietro-
Lo attirò a sé per meglio guidarlo ma nonostante l’impegno di entrambi la situazione non migliorò molto.
La vicinanza di quel corpo forte, il profumo, la mano che gli premeva le reni provocò in lui una strana sensazione, la donna percepì che al giovane stava succedendo qualcosa. Si allontanò di scatto, sistemò nervosamente i capelli, riprese il lavoro e cercando di nascondere il rossore che l’avvampava disse:
-Vai di sopra, vai, che tua madre ti starà cercando-