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LE NOTEVOLI AVVENTURE DI TROMBETTINA E DI TALE SIGISMUNDO, DETTO RODOLFO.
Finalmente c’era arrivata. Era l’idea. La strapensata del millennio. Tutte l’avrebbero ringraziata per averci pensato. Ne era certa. Così trionfava Trombettina mentre si preparava da circa due giorni per uscire quel sabato sera. Nel frattempo Sigismundo, detto Rodolfo, congelava in magliettina a maniche corte e bermuda ( che fa fico una cifra!!! ) il 3 dicembre aspettando la sua regal consorte. Il sabato era così passato e la settimana seguente, quando Trombetttina si degnò di affacciarsi per avvisare Rodolfigno, come lei chiamava il suo boy, di essere quasi pronta, lo trovò semiibernato, così decise di scongelarlo nel microonde. Il quasi pronta di Trombettina era pari circa al nono grado della scala De Paolis che misurava il ritardo con cui una ragazza riusciva a prepararsi rispetto al valor medio della vita di un triceratopo. Più o meno mancavano circa tre ere geologiche.
Passate le ere, grazie ad un distorsore temporale ( come credete che le vostre ragazze siano pronte in meno di due anni?! ) ( menti innocenti ), ed arrostito per bene il pollo Rodolfo, si era pronti per la regal passeggiata che comprendeva visita alle proprietà immobiliari del centro città, aperitivo dal costo medio ad personam di non meno di 150 euro, cena nel nuovissimo ( infatti doveva ancora aprire ) ristorantino neozelandese paleogiapponese cityurbanizzato dalla cucina semi futuristica ma medioevalmente raffinata. Tutto era pronto. I pistoni laccati d’oro dell’auto vincitrice di tre Ducati Race fendevano la barriera del suono ma nulla si mosse. Erano appena cominciati i saldi. Un divo non si mescola ai comuni mortali, figurarsi Trombettina e Rodolfigno, che al solo pensiero dei saldi furono colti da vomito fulminante. Dopo aver trascorso due mesi al riparo dai saldi, dalle svendite a buon mercato, dalle offerte, dai voli low cost e dai conigli pasquali, Trombettina e Rodolfo si apprestavano a tenere conciliabolo con una ristretta cerchia di amicissimi troppo speciali e assolutamente vip ma giusto un tantino meno vip di loro per non sfigurare. La riunione dei vip super vip era stata convocata d’urgenza per il seguente ordine del giorno:
1- vari ed eventuali.
Non trovando né vari, né eventuali disponibili al momento, la riunione fu sciolta immediatamente e si poté tornare alle cose importanti. Trombettina rivelò la sua super prodigiosa idea alle sue fedeli dame. Nessuna trovò da ribattere, anzi pareva loro una rivelazione di tale portata che al confronto la scoperta dell’America sembrava la scoperta della non esistenza di Babbo Natale ( al che alcune di loro scoppiarono in lacrime gridando che invece Babbo Natale esisteva eccome ). Dopo aver abbattuto a roncolate le dame urlatrici affette da una particolare forma non contagiosa di babbonatalismo postinfantile, si misero in azione. L’idea di base era molto semplice: se pagare poco per mangiare molto era da morti di fame, mentre pagare tanto per mangiare porzioni così microscopiche che per distinguere la carne, che non si chiamava mai carne, ma esplosione di tagliate miste di qualcosa di esotico, dal contorno c’era bisogno di un microscopio quantico, era da ricchi, allora pensare di pagare per far mangiare qualcun altro al proprio posto era l’idea più geniale dell’universo. Forse anche più geniale dell’idea stessa di universo.
Nel frattempo Sigismundo, detto Rodolfo, era intento nell’acquisto di duecento ettari di Paradiso da parte di un tal Gennaro La Truffa, detto il Buono, il Brutto e pure il Cattivo. E all’improvviso ecco scattare le trombe dell’apocalisse. I palazzi di tutta la contea tremarono e gli alberi, almeno quelli che non erano stati sostituiti dai modelli in plastica della naic, volarono via liberi. Rodolfo e Trombettina accorsero allarmati: era l’allarme del loro lucchetto.
In quei tempi era in usanza tra le giovani coppie d’applicare un lucchetto a simbolo eterno d’amore durevole. Il lucchetto scelto da Rodolfo e Trombettina pesava cinquecento chili, era interamente placcato d’oro e dotato di ogni sorta di comfort e dell’ultimo grido in fatto di allarmi. Rodolfo chiamò immediatamente la sua squadra personale di avvocati. Era ovvio. Ora che non c’era più il magico lucchetto a vegliare, il loro rapporto era finito. Trombettina non disponeva di una squadra di avvocati e si presentò alla riunione per la divisione dei beni con centododici notai, due pasticceri, quattro macellai dal passato incerto e una lista di richieste lunga quasi quanto la Parigi-Dakar. Rodolfo esaminata la lista e, trovatosi in notevole inferiorità numerica, pensò bene di controllare meglio cosa avesse fatto scattare l’allarme. Dopo un viaggio di cui omettiamo volentieri i dettagli, si arrivò a Ponte Eustacchio (Ponte Milvio era pieno).
E lì trovarono un essere per metà camionista e per metà camion intento a sgranocchiare il loro lucchettino dell’amore e unica polizza contro il divorzio. Era costui così duro che Charles Bronson al confronto sembrava Paperoga e così cattivo che Hulk ogni volta che lo incontrava doveva cambiarsi il pannolone. Rodolfo, dopo aver attinto coraggio dalla magica polverina bianca, si rivolse al tizio con parole spregianti di forza intimandogli di smettere immediatamente altrimenti. Il tizio lo guardò stupefatto, ( Rodolfigno era invece semplicemente fatto ), prese seriamente in considerazione l’ipotesi di rimettere a posto il lucchetto e anche di pagare i danni, poi, decise diversamente e spezzò Rodolfigno, Rodolfo e pure Sigismundo e rese grazie al Signore per il divertente diversivo.
Per consolarsi l’inconsolabile Trombettina dovette organizzare una festa talmente esclusiva che alla fine lei stessa non si invitò non reputandosi degna. Allora chiamò il suo terzo, quarto, quinto e sedicesimo ragazzo e si dette al sollazzo.
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