Finalmente di buona lena mi alzo, la notte è passata tra un dormiveglia e i tuoni che di soprasalto mi svegliavano, per mia fortuna crollavo subito tra le braccia di Orfeo ogni volta.
Indosso pantaloni e stivali per affrontare il fango che troverò fuori dall’uscio di casa, non prima di essermi lavato e fatto la barba, aver fatto una abbondante colazione, guardando fuori dalla finestra mentre sorseggio un buon latte e caffè noto un albero che si è accasciato per via della tempesta notturna appena passata. Era un vecchio amico, quando alla sua ombra sostavo prima di entrare in casa, oppure seduto sulla sedia a dondolo stavo sotto a sentire i passerotti, ora il giardino sembra più grande, dal suo tronco ho ricavato delle tavole che userò come piano per un tavolo, resterà ancora com mè per tanto tempo. Per aiutarmi ho chiamato un vicino, Robert è inglese ma parla bene l’italiano, mi insegna qualche parola di inglese, sono un allievo con poca pazienza per le lingue. Dopo aver fatto pulizia in giardino tagliato a pezzi il legname ci meritiamo un buon bicchiere di vino, progettando come tagliare il tronco per ricavarne delle tavole mi spiega di come da lui in un piccolo paese dell’Inghilterra fanno quando un albero muore. Credo che alcuni passaggi del racconto mi siano stati da lui ingigantiti, ma lo lascio parlare, fantasticare perché è pur sempre un amico, raccontò che dopo aver utilizzato i vari rami e fronde il tronco lo si lascia stagionare per un anno circa, poi si taglia e si ricava il cuore dell’albero lasciando il centro del tronco in un'unica sezione verticale così da ricavare una specie di matterello per tirare la sfoglia per la pasta. Ancora oggi la uso per fare delle ottime tagliatelle che con i miei amici sono una mia specialità.