Quel briccone di mio padre!
Nell’innocenza dell’animo dei miei 3 anni, mi immerse in un mondo fatto di parole, di fiabesche ossessioni, popolato da creature d’ogni fatta.
Un incubo, su tutti, ebbe l’ardire di uscire dai sogni notturni e mettersi, a suo agio, a scorazzare per il mondo diurno: IL DRAGO!
Mi raccontava, il genitor ribaldo, d’ una storia così antica che il suo principio si confondeva con la sua fine.
Trattava, la novella, di un drago che ogni qual volta voleva desinare usciva da suo rifugio...
(una spelonca sotto il bastione maggiore delle mura di Ferrara, attiguo alla collinetta delle delizie di Borso d’Este)
... e in preda ad una fame d’altri mondi si faceva avanti per le antiche vie fagocitando passanti e babbei.
E dunque la bestiaccia, un giorno grigio come un foglio vecchio, sortì per davvero fuori dalla grotta, scavalcate con tutt’agio le possenti ed inutili mura se ne venne lungo la via Cisterna del Follo occupandola per tutta la sua sezione... si che io, piccino, con la testa fuori dalla ringhiera dell’infisso, avevo agio di vederlo venire veso le mie finestre aperte sul pricipio della via Savonarola contigua a quella del Follo...
Un gigante di spire ad anelle in tutto il corpo, avvolto d’un fuoco arancione, fauci colossali da starci in quaranta come in corriera, bava arancione e occhi vermigli.
La paura innocente dei bambini mi teneva legato a quel vedere.
Eccolo in fine sull’incrocio, ergersi poggiando la zampa tripodea al muro di mattoni in ornato del palazzo dei conti Giglioli.
Gli occhi di fiamma su di me e...
“Dottore, mi dica la prego, dottore, che cosa ha...?!”
Mia madre guarda verso di me che non capisco se ci sono e se m’ha mangiato...
“È come svenuto con gli occhi aperti, ... mi dica la prego!”
“Suo figlio?” ridacchia il bonario luminare “la malattia migliore del mondo...è un bambino”
Ancor oggi se mi capita di passare sotto le finestre della vecchia casa, d’istinto, non reggo e volto lo sguardo sul muro del palazzo dei Giglioli e puntualmente la vedo l’impronta triforcuta lo stesso posto che ricordo. Certamente sarà un un’ombra d’umido ma confesso che mi piace pensare nel segreto dei miei piaceri che sia vera.
Un modo diverso di guardare il mondo.