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Racconti di un altro Brasile

La segnalazione e la recensione del libro "Gli occhi e il vento. Racconti di un
altro Brasile", fatte da ADISTA, mi hanno fatto ricordare PioCampi, figura
eccezionale, inserito in un gruppo di persone straodinarie. Ve lo presento.

La segnalazione e la recensione del libro "Gli occhi e il vento. Racconti di un altro Brasile", fatte da ADISTA, mi hanno fatto ricordare Pio Campo, figura eccezionale, inserito in un gruppo di persone straordinarie. Ve lo presento.


Lo Spazio Culturale "Vila Esperança" nasce nel 1989 a Goiás, in Brasile, dallo sforzo comune di Pio Campo e Robson Max De Oliveira Souza, all'epoca novizio del locale monastero benedettino. Robson, racconta Campo, già da tempo faceva teatro con le prostitute e i bambini di strada a Belo Horizonte e fu il primo a concepire l'idea di uno "spazio" rivolto ai tanti piccoli abitanti della zona per offrire loro quelle opportunità di crescita, gioco e relazione che spesso una realtà sociale e familiare intrisa di miseria e violenza negava loro. A muovere il progetto, dunque, semplicemente il "desiderio di seminare momenti tranquilli e magici nella vita dura dei nostri bambini".
Oggi Vila Esperança è una realtà consolidata e avviata, grazie a chi vi lavora da anni, ai tanti bambini e adolescenti che vi sono passati e all'aiuto esterno del gruppo di italiani che ne sostengono le attività tramite la Rete Radié Resch. La "Vila", entità privata, offre un servizio pubblico e gratuito, e ospita una scuola materna, una ludoteca, un asilo nido e attività artistiche di vario genere, molte delle quali, come la danzaterapia, incentrate su una valorizzazione della corporeità a fini terapeutici e relazionali. Nel volume, Campo ci offre, a partire da ricordi, riflessioni e esperienze personali, uno spaccato di quindici anni della sua vita: "A farmi crescere - dice - non sono state le parole, ma i momenti in cui ho potuto guardare la diversità e lasciarmi interrogare".
Questo è uno stralcio della recensiome che Adista ha fatto del libro di Pio Campo "Gli occhi e il vento. Racconti di un altro Brasile" È un libro che certamente comprerò. Conosco Pio Campo da una decina d'anni, quando venne per la prima volta a Pescara per offrirci, con i suoi compagni, uno spettacolo in cui la poesia, la danza, il gioco, i colori degli originalissimi costumi crearono uno stupore indimenticabile. Erano arrivati con un camper dove avevano caricato tutti gli attrezzi di teatro intitolato "Circo do povo". La Rete Radiè Resh, in collaborazione con la Bottega del commercio equo e solidale, Il mandorlo, aveva affittato un teatro e prenotato una pensione. Ognuno di noi era disponibile ad ospitare uno o due ragazzi ma loro avevano bisogno di stare insieme per preparare lo spettacolo. Non mancarono le occasioni d'incontro. Mangiammo insieme, chiacchierammo molto, noi con gli occhi fissi in questi ragazzi e ragazze che l'amore per i bambini di strada ha spinto a creare quel magico spazio che è Vila Esperanca. Ci incaricammo della vendita dei biglietti e quando dissi a Pio che mi sarebbe piaciuto recitare, così, solo per esprimere un mio vecchio sogno, lui disse: "Puoi farlo". Mi dette un costume da pagliaccio e mi ritrovai davanti all'ingresso del teatro a distribuire il programma, sorridendo sotto una parrucca di trecce bionde. Incassamo circa 4 milioni destinati tutti a Vila Esperanca. Pio e i compagni non prendono nemmeno un centesimo per le loro necessità. A queste provvedono creando della bellissima bigiotteria che vendono facilmente. Sono venuti a Pescara altre due volte e si è ripetuta la magia dello spettacolo, degli incontri, dell'amicizia, della commozione. Una volta chiesi a Pio se non gli pesasse la rinuncia ad una famiglia sua. Sorrise con gli occhi azzurri, puri come quelli di un bambino e disse senza enfasi che loro erano una famiglia. Pescara non è stata una città privilegiata. Quando hanno bisogno di fondi, Pio e i suoi compagni, italiani e brasiliani, prendono il camper e si fermano in molte città italiane. Lo spettacolo va ad incominciare!

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