Annego i miei pensieri in quel liquido dorato, che nel bicchiere semivuoto, fisso costantemente. Cerco di scovare, voglio capire ma a poco a poco la mente mi si offusca.
Sono deriso da automi con la coscienza ammaestrata che circondano la mia triste figura. Con i loro occhi accusatori, il loro sorriso ipocrita, con i loro volti uguali e menti stilizzate……. giudicano.
Parole stanche mi ruotano attorno e tristi accordi vagano nel locale, ma riesco sentire solo lei. Si, sta arrivando, percepisco la sua presenza, solo io posso, non gli altri. Loro non vedono, non sentono, solo io, poiché sono l’ultimo della specie.
Ricordi mi assalgono la mente mentre appoggio sulle labbra, il boccale per un altro sorso di vita. Ricordi, ricordi di un passato lontano quando nell’aria vagabondava, quel termine beffardo per cantare di un puro spirito ebbro e gioioso….. allerino, si diceva. Io lo sono.
Un altro sorso….
Ora è più vicina. Intravedo dietro di me la sua ombra, l’ombra della bestia, che per tutta la vita mi ha inseguito rimanendomi dietro le spalle.
Un altro sorso…..
Cerco un volto amico vicino a me, ma trovo solamente vite clonate che come attori, recitano la loro falsa realtà. Purtroppo tutto ciò esiste.
Un altro sorso…
La bestia è qui. La sua ombra è su di me, ma questa volta non fuggirò, poiché voglio vederla finalmente negli occhi. Inclino la sedia, lascio cadere all’indietro la nuca e incrocio il suo sguardo, il suo viso…… buffo mi assomiglia.
L’ultimo sorso….
Ho terminato il mio boccale, lasciandoci dentro solo alcuni rimpianti. Tutto il resto è fumo negli occhi.
Mi lascio coccolare dalla danza che la bestia ha creato per me. Avvolto dalla sua ombra, lentamente mi accascio sul tavolo con il sorriso sulle labbra.
Di me, resterà soltanto l’ombra, l’ombra dell’ultimo degli allerini.