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Siamo tutti persi

Quelli che hanno visto cosa e chi si può incontrare sulla propria strada e non c'è sicurezza, tranquillità e amore che li possa trattenere. E si buttano e dopo è troppo tardi: diventa una molla che, per quanto si allunghi, richiama sempre a se.
Quelli a cui la molla ha portato via la persona amata, quella che era la vita e che andandosene ha portato con se anche un pezzo di cuore e ha lasciato ferite, sporco e ossa rotte.
Quelli che sono rimasti lì a vacillare spinti da un'onda piuttosto che da un'altra, che tanto non fa differenza: birilli legati al suolo dalla paura di questo mondo che rotola, dove non ci sono ostacoli perchè è un deserto. E rotola rotola e quello che incontra è talmente piccolo e insignificante e impaurito che lo schiaccia e nessuno se ne accorge.
Quelli che credono di poter fare la differenza ma che alla fine si ritrovano a lottare contro i mulini a vento e vengono presi per pazzi e giudicati molto più di coloro che hanno tradito e fatto soffrire e molto più di quelli che hanno deciso di farsi da parte per paura e si nascondono nella propria casetta sull'albero e scendono solo quando non c'è nessuno.
Quelli che cambiano e non si piacciono più però ormai è fatta.
Quelli che accettano le gabbie solo perchè ad un certo punto o scegli l'amore o scegli la compagnia perchè sono stanchi della solitudine.
Quelli che hanno trovato l'armonia che ben consapevoli della loro fortuna si chiudono nel proprio universo e ci lasciano qui a guardarli a testa in sù: e si perderanno anche loro a forza di girare in tondo nella propria gabbia di cristallo.
Quelli che sono diversi, che sono sempre stati diversi e che si sentono diversi ma che nessuno crede che possano essere così e che la gente pensa che sicuramente nascondano qualcosa di brutto ma che in realtà non hanno niente di brutto da nascondere. Sono solo così chiari che la gente furba se ne approfitta e poi li abbandona quando si siedono a riposare un po' e la gente ottusa si prende paura e poi li abbandona ma dopo averli fatti annegare nella diffidenza.

 

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3 commenti:

  • Anonimo il 06/05/2010 09:11
    Un danno, la sua consapevolezza. Questo mi pare di leggere. Qualcosa che dopo essere accaduto non rimane altro che digerirlo, sebbene questo comporta variazioni indelebili. Come se prima c'era sempre un domani, e dopo c'è solo un ieri. Eppure ci si rassegna a tirare avanti, perdendo pezzi, prendendo giudizi. Il contenuto di quanto hai scritto colpisce, non la forma. Abbellire e ornare un concetto crudo non ne cambia il contenuto. Adesso, penso a "quelli che": quelli che soffrono e lo sanno, ma anche se stropicciati hanno dento quel tanto d'anima che basta da tirare fuori quando i tempi saranno maturi. e dopo aver letto l'amarezza nelle tue parole, per quanto non possa conoscerti, è bello augurarti d'essere una di quelle che... un giorno, tornerà se stessa. Senza più scendere a patti con quelli che l'hanno rovinata.
  • Dannunziano _ il 15/06/2009 16:21
    piaciuto.
  • Anonimo il 20/03/2009 14:15
    Io mi trovo al secondo capoverso! Si hai ragione... siamo tutti persi. Persi nell'indifferenza, nell'egoismo, nell'odio... Alcuni sopravvivono rinchiusi nei loro gusci convinti di avercela fatta ma, aimè, inconsapevolmente hanno perso anche loro! Bellissimo lavoro Stefania. Complimenti.

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