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[Senza titolo]

Quando stai così il tempo cade giù. E c’è solo da star male.
Vantati delle tue capacità cognitive, della razionalità e della ragionevolezza con le quali sei solito schematizzare e dominare il mondo.
Vantati dell’equilibrio tra ragione e sentimenti, vantati delle tue puttane, del tuo lavoro, degli elogi che ricevi da persone vuote.
E quando sei a letto, da solo, fatti una sega che non vale 3 lire. Non ne vale una, non ne vale due, e non ne vale tre. Lire.
Perché un giorno, non uno speciale ma il più banale, così banale che non te ne accorgi nemmeno, tra luppolo e cannella chi cade giù dal cielo?
Lei.
Da quel cielo senza Dei e senza lacrime che hai deciso tu, cade giù la forma perfetta, la formula impossibile, quel colore primitivo e totalizzante che rende schiavi alla sua vista.
E allora il tempo cade giù. E si trascina il mondo intero.
Perché qualsiasi cosa fai, o pensi, o che solo immagini di pensare, ti sembra arrogante e stupida.
E ti accorgi della cosa più vera del mondo, dopo una vita di teoremi ti sputano giù dal cielo la verità e non c’è ragione che tenga, ti guardi allo specchio, e capisci: non vali un cazzo.
Anzi, di più: sei un cazzo. Un cazzone. E non hai mai capito un cazzo.
E giù così, cazzo, cazzo, cazzo…. ripeti questa parola come una litania, una macumba.
A questo punto hai due strade.
Rimani fedele alle favole, e a quello che ti dicono che sei.
Oppure no.
E se ti balena in quella testolina di cazzo un “no” (perché tu sei una testolina di cazzo, ora lo sai), sei fottuto, bruciato.
Perché cominci a rabbrividire e a spaventarti, senti cose dell’altro mondo e cominci a stare male.
È un percorso di disintossicazione, non puoi evitare il vomito e nemmeno il ridicolo, perché se non ti ridicolizzi non butti nel cesso le maschere di una vita fa.
Una vita fa!
Il tempo non conta proprio niente.
Ti prende in giro con le sue cadenze, poi un rintocco e sbeeeng…. Sbeeeng… affoghi nei tuoi desideri, quelli veri, così puri che quasi non ti appartengono eppure nascono e crescono e si nutrono di te.
E ti accorgi di esserne capace.
Ti accorgi che dentro di te c’è vita, sei capace di emozionarti come un bimbo con la sua mamma, come un bimbo con un cappello di lana, una poesia di Natale, un lavoretto fatto a scuola, i tuoi nonni quand’eri piccolo, la prima bicicletta, papà che gioca a palla con te, papà che ti dice che ti vuole bene.
Sta tranquillo, è normale. Non aver paura di scrivere certe cose.
È solo amore che si muove.
E se lei andrà via, o non ti vorrà, o non apprezzerà il tuo colore… tu non disperare.
Perché la fine è la compagna invisibile di ogni inizio.
Perché comunque le avrai dato tanto.
E perché nessuno rimane insensibile all’amore.
Nemmeno tu.
Ora che sei sveglio – passata la burrasca, e messi a posto i pezzi – sei più forte e più bello, pronto per il lungo viaggio.
E allora salpa senza paura, mio Capitano!
E abbraccia tutti i porti della vita.

 

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2 commenti:

  • Anonimo il 26/04/2009 19:18
    complimenti!!
  • Mirka Naldi il 12/12/2008 16:51
    "Perchè la fine è la compagna invisibile di ogni inizio": bellissima frase!

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