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Agonia
“Amore ciao. Ch…”
“Ascolta. Qualcuno mi sta seguendo. Ha cominciato a tamponarmi e io…”
“Cosa?.. Aspetta, aspetta…Dove sei ora? ”
“In auto. Non so dove. Ho girato per una stradina secondaria cercando di seminarlo. Credo di avercela fatta. Ma non so dove cazzo sono finito. Qua è buio, piove e non ci sono segnali. Sapessi che spa…”
Bestemmio. Questa strada di merda piena di buche. Ho le mani sudate per l’agitazione. Un balzo dell’auto e il cellulare mi è scivolato dalla mano. Lo vedo illuminare i miei piedi. Proprio vicino alla frizione. La mano sinistra tiene salda il volante, l’atra cerca di recuperare l’apparecchio. Merda. Non c’arrivo. Si starà preoccupando che non le parlo più. Mi piego ancora. Tolgo lo sguardo dalla strada. La cintura si blocca. Merda. Alzo gli occhi appena in tempo. Una figura si proietta in mezzo alla carreggiata. D’istinto con il sinistro sterzo. Bagnato, l’auto sbanda, perdo il controllo. Fossato. Alberi. Rami che si spezzano. Botta. Buio…
Sento il mio respiro…pesante…affannoso…
Sono ancora vivo…
Apro la bocca…tutta impastata…del mio stesso sangue…tossisco e lo sputo fuori…stacco la lingua incastrata tra i denti e ne perdo la punta…Passo quel che ne resta sugli incisivi…uno si leva dalla gengiva…ma non sento dolore…
Sono ancora curvo nella posizione di prima…prima del buio…qualcosa mi blocca e mi impedisce di muovere la gambe e il braccio destro…sollevo il collo che rumoreggia…cerco di aprire gli occhi…uno non ce la fa…dall’altro vedo rosso…con il braccio sinistro ancora buono mi pulisco dal sangue che mi ostruisce la vista…tasto anche l’occhio destro…è gonfio e un ampia ferita larga più del mio dito mi apre la testa…sento la carne a l’osso…ma non il dolore…
Lascio la vista adattarsi al buio…metto a fuoco…sono ancora dentro l’auto…schiantato addosso un albero…nell’impatto il motore ha sventrato l’abitacolo schiacciandomi le gambe sotto il peso del volante…tra esse il mio braccio destro nella vana ricerca del cellulare…questo mi impedisce ogni movimento…
Una luna insolitamente chiara illumina lo spettacolo…la carne degli arti inferiori è trafitta e schiacciata dalle lamiere del veicolo…l’avambraccio dilaniato fa rispendere al chiaro di luna il suo osso spezzato a metà…la cosa peggiore è che non sento dolore…
La cintura è tesa dal peso del mo corpo…cerco invano di sganciarla…ansimo…con le poche forze rimaste tasto la portiera alla ricerca di un modo per aprirla…inutile…se ne avessi la capacità mi dispererei…
Oltre il cofano l’unico fanale ancora intero illumina una pioggia lenta che ancora cade…solo ora la sento battere leggera sulla carrozzeria…Il parabrezza è andato in frantumi e i suoi resti sparsi galleggiano…alzo i fari cercando di capire dove mi trovo…una figura viene illuminata…il sangue gela nelle vene…
La stessa forma che prima avevo schivato mi stava scrutando nel buio…poco più basso di me…magro…a torso nudo mi osserva…la testa piegata a destra…capelli sudici che scendono fin sopra il petto…ha qualcosa in mano…di lungo…di scatto la alza…drizza il capo…se la poggia sulla spalla…una scure…comincia a muoversi verso di me…
Il suo passo è strano…più simile all’andare di una scimmia…schiena curva…ampie falcate…braccio sinistro a penzoloni…l’altro tiene salda l’accetta…poggiata sulla spalla la lama brilla nella notte…il cuore accelera…il respiro si fa denso…ormai è vicino…
Sale in cima al cofano…si piega…mi osserva…il suo muso è vicino al mio…sembra affetto da qualche strana malattia…il suo volto è deforme per niente proporzionato…asimmetrico…il respiro è pesante come quello di animale…sporco…puzzolente…comincia ad annusarmi…i suoi capelli sudici mi toccano il naso…il fetore è insopportabile…gusto acido mi sale in bocca…ora allontana il suo viso dal mio…appollaiato sopra le lamiere mi guarda…un ghigno lascia intravedere denti marci e guasti…prende la scure…la fa scivolare sul mio collo…affilatissima mi taglia…la porta a se… lecca la lama…gli piace…glielo leggo negli occhi…
Vorrei fuggire…ma mi è impossibile…con la mano libera comincio a cercare qualcosa…qualsiasi cosa per allontanare quel mostro…per sbaglio premo il clacson…l’essere davanti a me scatta…si irrigidisce…come un cane che ha fiutato un pericolo…suono di nuovo…lui sembra aver paura…urla…un urlo pesante e basso…impugna la scure…nel suo volto ora vedo la rabbia…il suo respiro ora è veloce e potente…il mio lento e fragile…la mano trema sopra il clacson…non so che fare..
L’abitacolo si illumina di colpo…questo lo distrae…da sotto i miei piedi sento provenire il rumore smorzato di una vibrazione…il cellulare…qualcuno sta cercando di rintracciarmi…la mia ultima speranza…l’essere davanti a me sembra incuriosito da quella luce…si sporge verso di me per cercare di prenderla…d’istinto premo il clacson…alterato comincia ad urlare…suono ancora…impugna la scure e la scaraventa sopra la mia testa…la lama perfora il tettuccio…urla…non mi arrendo…suono…allora mi prende il braccio…quasi lo stritola…la sua forza è pazzesca…la pelle del suo viso è tirata in un espressione di ira…mi prende il dito medio con l’altra mano…mi fissa nell’occhio…me lo spezza…
Il rumore è secco…come di un ramo spezzato…il dolore è feroce…un grido m scuote da dentro…lo sputo fuori assieme al mio sangue…alla mia bile…l’essere davanti a me sembra irritato…lascia il braccio…con violenza mi afferra per la gola…strozzandomi il male…mi scaraventa contro il sedile…i legamenti del avambraccio saltano…gli ossi si spezzano…il sangue cola…mi lacrimano gli occhi…il dolore è atroce…frugando tra le lamiere recupera il telefono…lo guarda…lo scaraventa lontano…torna a fissarmi…
Leva la pressione della mano dalla mia gola…la mia testa penzola come morta…sangue e vomito filtrano dalle mie labbra socchiuse…il respiro e fiacco e faticoso…mi solleva la testa…torna ad avvicinarsi a me…con il suo fetore…un ghigno strano gli passa sul volto anormale…mi accarezza l’occhio destro rigonfio…le sue dita sporche mi danno la nausea…ride…gli sputo in faccia…sangue e vomito…
La sua mano sulla mia pelle trema alterata dalla collera…con il pollice mi schiaccia l’ occhio destro…sangue e pupilla colano sul mio volto…comincia a rigirare il dito nella lacerazione…sembra divertito…non ho più fiato per urlare…vomito fuori acido…
Si ferma…qualcosa lo attira…si irrigidisce…fiuta l’aria…prende la scure…scappa…lasciandomi solo…esanime…senza più provare niente…neanche dolore…neanche vita…solo il fiato resta…sottile…
Sono il corpo vuoto di me stesso…sono carne lacerata…sangue schizzato…ossa frantumate…vomito amaro…in questo cartoccio di lamiere sento la vita andarsene…spirare via dalla mie labbra…non ho più fiato neanche per il male…l’unico movimento che ancora m riesce e spostare l’orbita del mio occhio sinistro…alla ricerca del mio carnefice…
Poi…una figura corre incontro a me…i fari la illuminano…forma di grazia femminile nel suo candido vestito da sera…è spaventata…scappa…il suo sguardo non è rivolto a me…ma a qualcosa che nel buio la insegue…cade…distesa…a pochi passi dalle lamiere…si tasta la caviglia…ansima…piange…alza lo sguardo verso me…
Per un attimo i il suo volto si blocca in un espressione di sorpresa…che poi diventa orrore…non si era accorta dell’auto…di me…urla…leggo terrore nei suoi occhi…di scatto si alza…trema come foglie al vento sotto la luce dei fari…a piccoli passi si allontana da me…impietrita…il suo sguardo fisso all’orrore che io sono…un colpo…violento…perfora i miei timpani…mi scuote…sembra risvegliarmi i sensi…brandelli di carne e cervello inondano il mio viso…sangue caldo sulla mia pelle…ma non mio…il grazioso volto femminile davanti e me è squarciato…un attimo…il corpo esanime crolla a terra vuoto della sua vita…nell’aria resta solo l’odore pungente della polvere da sparo…
Dalla notte un’altra ombra emerge…enorme…massiccia…il suo passo è pesante…scoordinato…come quello dell’essere deforme di prima…anche il fetore è uguale e va a coprire ogni cosa…poggiata sulla spalla destra la canna del fucile ancora fuma…da un calcio al corpo vicino ai suoi piedi…lo prende per i capelli bruciati…osserva divertito lo squarcio in testa…se lo carica sulla spalla sinistra…dietro di lui fa capolino il mostro con la scure…entrambi mi osservano…
La pioggia lenta li bagna mentre al chiaro dei fari mi scrutano…sembrano divertiti…mi voltano le spalle…scompaiono inghiottiti dalla notte…per sempre…
Minuti…forse…ore
Vorrei urlare…non ho più fiato…vorrei morire…non ho la forza di farlo…uccidetemi…vi prego…perchè? perchè mi lasciate delirare in questa agonia?
Perchè?
Perchè?
Uccidetemi…
Uccidetemi…
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