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Senza pudore
Corro.
Impellenza padrona mi spinge, per cui corro.
Corro agile, scanso mobili e stipiti.
Un colpo di spalla sulla parete amica raddrizza la mia traiettoria tra sala e corridoio, mentre le suole delle ciabatte annaspano sull’ultimo equilibrio che già sembra svanito.
“Ce la farò? ”
“Ce la devo fare. ”
Inforco l’ultima porta e la chiudo, ne trovo il tempo. Mi chiedo fulmineo se quel secondo per chiudere non sia stato di troppo. Una fitta che prelude all’esplosione mi percorre la schiena mi raddrizza la spine dorsale, mi accappona la pelle delle spalle sopra i muscoli contratti, mentre i denti mi si serrano in una bestemmia digrignata.
La mano alla cinta corre svelta.
“Non ce la farò mai”, penso.
La cinta tentenna ma cede, i bottoni dei jeans vengono strappati con furia e già l’altra mano aiuta braghe e mutande ad essere calate, mi raccolgo fetale sopra la tazza, pausa, millesimale.
Poi esplodo felice.
Terrorizzato mi accorgo che non è stato ciò che pensavo.
Temevo infatti di trovarmi a discutere con del fetido liquame mentre nulla di ciò è accaduto. Gran botta di gas, due spruzzi a inquinare il ceramico candore, quasi un saluto, ma nulla più.
Ciò che mi spaventa è ciò che sento avanzare, nemmeno tanto spedito, verso il mio orifizio anale.
Come cavalleria pesante, sento la pietra avanzare, districarsi dal groviglio intestinale. La sento dura e profonda, pregusto il dolore. Mi guardo allo specchio: due occhi di terrore, la bocca storta in un ghigno di disperazione.
“Aiutami” imploro l’alto dei cieli. Ripenso preoccupato alla cena messicana.
Comincia, descriverò con cura, chi di voi è pudico si fermi adesso, se non subirò censura.
Alla fine dell’intestino crasso c’è l’orifizio anale, che chissà perché, ma probabilmente perché la sofferenza è espiazione, è più stretto del tratto precedente intestinale.
Un restringimento di sezione, capite bene, in un liquido o in un fluido di una certa densità provoca a parità di portata un aumento della velocità. Ma se il liquido non è liquido, e il fluido ha la consistenza del mattone a dover cedere è il tubo e il restringimento di sezione, che è di carne, sangue e dolore nel caso in questione.
Abbandoniamo la scienza e ritorniamo al personale.
È arrivato o arrivata, non so, è quasi sulla soglia si appoggia prepotente tutt’attorno alla porta d’uscita e comincia la pressione. Il mio corpo produce gas come una macchina a vapore, i miei muscoli comprimono il gas, la pressione aumenta e la carne trema davanti a tutto questo.
Afferro il lavello che ho a fianco, lo stringo con forza, le nocche mi diventano bianche, le unghie rosse al centro e bianche ai bordi, ho paura di spaccare la ceramica.
L’altra mano va alla parete piastrellata, aperta, disperata.
Contorco il corpo cercando una posizione migliore. Mi ricordo che probabilmente quella in cui sono è la migliore delle posizioni possibili.
L’addominale si contorce incosciente e vegetale. Si comincia.
Digrigno i denti bestemmiando piano, imploro “mamma” sussurrando appena.
In un attimo di coscienza vedo la mia faccia allo specchio: l’occhio vitreo, i lineamenti contorti, le labbra rapprese in una smorfia di dolore.
Devo combattere contro questa spada, mezza dentro e mezza fuori dal mio corpo, devo lottare. Cerco il muscolo, ci deve essere da qualche parte un muscolo che mi permetta di esprimere volontà contro il mio corpo che mi nuoce, che mi fa male. Lo trovo, mi concentro, lo contraggo. Strozzo la bestia fino alla ghigliottina e la sento cadere.
L’addominale si contrae ancora c’è ancora da star male.
Capisco: la guerra è vinta, ma la battaglia deve terminare. Mi faccio da parte e spingo ciò che non può restare.
Mi accascio sulle ginocchia, dopo l’ultimo sforzo.
“Mai più. ” penso respirando forte per liberazione e fatica.
“Forse domani. ” mi risponde la logica del mio cervello.
Sospiro.
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0 recensioni:
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- ... dopo le prime righe mi sono accorto che l'avevo già letto, sono arrivato in fondo e confermo: fenomenale.
- Un po'... duro ma molto realistico e veramente ben scritto
- ... BELLISSIMO, DAVVERO FENOMENALE.
Anonimo il 13/01/2009 15:08
Spettacolare. E la cosa più sensazionale e coinvolgente... e' che questo scritto pottrebbe essere la dilaniante agouina di chiunque... immagino le smorfie di Veltroni, gli occhi dilatati della Bellucci... le contrazioni di Brad Pitt.. o chiunque vi passa per la testa. Defezioni e tazza, ci mettono tutti allo stesso livello.
Anonimo il 13/01/2009 15:08
Spettacolare. E la cosa più sensazionale e coinvolgente... e' che questo scritto pottrebbe essere la dilaniante agouina di chiunque... immagino le smorfie di Veltroni, gli occhi dilatati della Bellucci... le contrazioni di Brad Pitt.. o chiunque vi passa per la testa. Defezioni e tazza, ci mettono tutti allo stesso livello.
Anonimo il 09/01/2009 12:22
SEI FENOMENALE!!!
katie
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0