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Mezzo uomo mezzo ragno
"Sogno sempre ragni..." disse Luigino.
"È importante che tu mi racconti tutto il tuo sogno Luigino," disse la psicoterapista, "solo così posso poi interpretarlo."
"Allora, questi ragni, sono cattivi,"
"Sì..."
"e io li guardo venire, prima si avvicinano piano e in silenzio, e mi osservano da lontano, poi si mettono a correre verso di me, io faccio qualche passetto indietro e cerco di spostarmi, allora loro si fermano, mi guardano ancora: e in gruppo, in un batter d'occhio, cambiano direzione e si mettono ad inseguirmi."
"E, poi?"
"Sono cattivi, e io corro perché so che vogliono farmi qualcosa ma non so che cosa,"
"e tu continui a correre,"
"sì, corro come non ho mai corso in vita mia, dalla paura, e mi guardo indietro, loro sono sempre lì che corrono, impazziti, come tanti granelli di grandine, mi seguono e io corro, corro ancora più veloce ma loro mi arrivano sempre più vicino,"
"e poi..."
"il ramoscello su cui corro finisce."
"Oh! "
"Allora mi butto giù appeso al mio filo,"
"bravo, "
"ma mentre scendo appeso al mio filo, mi accorgo che anche loro incominciano a scendere tutti in fila lungo il mio filo, sempre più cattivi,"
"coraggio continua,"
"e il mio filo è troppo sottile e si spezza,"
"oh, "
"allora voliamo, tutti sospesi nell'aria, in giro-giro tondo, e loro si mettono a cantare."
"A cantare? "
"Sì, cantano; la donna non ha solo gaaaaaaaambe."
"Sì, certo. "
"Poi il filo si spezza in mezzo; io finisco da una parte e loro dall'altra,"
"finalmente."
"Sì, ma dura poco la mia gioia,"
"dimmi..."
"mi sveglio,"
"ti svegli? "
"Sì mi sveglio,"
"beh, finisce ancora bene il tuo sogno."
"Però sento qualche cosa di strano sul mio corpo, come un prurito; allora accendo la luce e vedo otto zampe che escono dai fianchi del mio corpo,"
"e sei sveglio; sei sicuro?"
"È quello che sogno; sogno di essere sveglio e di essermi trasformato in mezzo ragno e mezzo uomo,"
"toh,"
"allora mi alzo, vado in bagno e comincio a radermi i peli delle mie otto torte zampe,"
"fastidioso,"
"uso una lametta e la schiuma da barba, ma i peletti delle zampe sono troppo grossi e non riesco a tagliarli,"
"già,"
"e io devo andare al lavoro e non posso presentarmi così!"
"Capisco,"
"allora, sono in ritardo e devo andare a lavorare, decido di legare le zampe assieme; le nascondo quattro sotto il maglione e quattro dentro i pantaloni."
"Ingegnoso."
"Tutto fila liscio, fino alla pausa del caffè,"
"la pausa del caffè..."
"Già. Vado alla toilette a sistemare una zampetta che si era spostata, ma mentre sono lì, entra il mio capo,"
"la tua capessa, no?"
"Sì, scusi... la mia capa; non so perché ma lei è entrata e mi dice: ..."
"Scusa Luigino."
"Sì... cosa c'è dottoressa?"
"Il nostro tempo a disposizione è scaduto; riprendiamo settimana prossima."
"Alle due, vero neh?"
"Se puoi venire alle tre, andrebbe meglio per me, avrei cinque minuti in più da dedicarti."
"Allora alle tre, dottoressa, va bene."
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0 recensioni:
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- bravo, interessante e immediato.. ti invito a leggere e commentare il mio racconto
- Se volevi tenere il lettore col fiato sospeso ci sei riuscito in pieno. Alla prossima seduta... forse si saprà chi è il protagonista di questa storia. Bravo! voto
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