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Uno sguardo all'intorno

Non passa giorno che non mi soffermi a riflettere su questo mondo di cui faccio parte. È certo una visione dell'insieme del tutto soggettiva, ma resta il fatto che osservare, contrapporre, criticare è proprio di ogni uomo.
È bello questo mondo? Onestamente non ho mai inteso esprimere giudizio, perché ad aspetti sconcertanti fanno da contrappunto elementi ampiamente positivi.
E basta una normale giornata per ben comprendere quello che sto dicendo; la visuale potrà apparire limitata, ma ovunque è possibile riscontrare questa varietà di sfaccettature.
Esco, come al solito, per andare dal giornalaio a prendere il quotidiano locale, che nelle notizie riflette inevitabilmente quell'alternarsi di bene e di male proprio del mondo in cui viviamo.
È una giornata fredda e per strada ci sono pochi passanti, fra cui un uomo che si porta alla bocca una caramella, appallottola l'involucro di carta, si guarda intorno e poi lo butta a terra. Non lo sa, ma io l'ho visto; mi vien voglia di invitarlo a raccogliere quell'immondizia e di riporla nel cestino dei rifiuti poco distante, ma poi mi freno: tanto è fiato sprecato; proseguo pensando che avrei potuto chinarmi, allungare il braccio, raccattare e lasciar cadere al suo giusto posto: no, perché dovrei farlo? Io rispetto le leggi, sono educato, e quello no; io sono buono e lui è cattivo ed è quindi giusto che ognuno rispetti il suo ruolo; sono soddisfatto di questa grandiosa elucubrazione e non mi accorgo d'esser scivolato sulla classica buccia di banana, perché al pari dell'ignoto "mangiacaramelle" in tal modo ho mancato anch'io di rispetto per gli altri, lui per negligenza, io, peggio, per vanità.
Il giornale, come era lecito attendersi, riporta una gran accozzaglia di chiacchiere, soprattutto a livello politico, sia nazionale che locale; è un vero e proprio sconcerto vedere chi rappresenta gli interessi di tutti litigare, accapigliarsi, sbraitare per cose senza senso, per problemi inventati, per i quali vengono proposte un'infinità di soluzioni, mentre per quelli veri, concreti, tangibili c'è l'abilità di sprofondarli poco a poco nell'oblio. Ed in questa farsa di attori consumati quello che ancor più stupisce è che gli spettatori, l'intero popolo, ascoltano, magari distrattamente, ma ascoltano e pretendono pure di essere partecipi alla recita, in tono minore, ma, comunque nella malcelata convinzione che tutte quelle chiacchiere abbiano un fondo di verità.
Sono anni che si va avanti così, la gente mugugna, borbotta, assimila spesso i suoi rappresentanti ad una banda di ladri, ma poi li vota sempre, perché quegli "eletti" fanno quello che i più, in cuor loro, desidererebbero fare.
Le uniche notizie del giornale che rispondono a verità sono quelle delle due ultime pagine: i necrologi. Ma anche in tal caso l'unica verità è il decesso di queste persone, perché gli annunci sono incredibilmente aulici, come le scritte sulle lapidi "Uomo fedele, pio ed onesto" "Madre premurosa, moglie devota". A volte mi chiedo come mai in questo mondo possano esserci così tanti farabutti e allora concludo che i malvagi sono quelli che vivono, mentre i buoni sono i morti.

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1 commenti:

  • Sara Fiaschetti il 26/08/2010 18:27
    Trovo che questo racconto sia molto interessante =)

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