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mamma canguro
Mamma Canguro aveva già versato fiumi di lacrime per la prematura scomparsa della sua creatura : un piccolo canguro di pochi giorni.
La sua caratteristica borsa addominale era rimasta vuota ma lei sentiva ancora il forte impulso di nutrire un cucciolo.
Tanto era forte il desiderio che la sorte arrivò in suo aiuto.
Stava percorrendo mestamente, a piccoli salti, la prateria australiana, quando la sua attenzione fu attratta dai lamenti disperati di un piccolo essere sporco ed affamato.
Si trattava di un Koala che la madre, morta mentre lo dava alla luce, aveva lasciato tutto solo.
Mamma canguro gli si avvicinò tutta emozionata e mentre lo prendeva delicatamente in braccio si accorse che alcuni metri più in là, ai bordi della strada un altro koala, di dimensioni poco più grandi anche lui abbandonato giaceva a terra.
Quello che la mosse a compassione, fu il silenzio di questo secondo cucciolo, così disperato per la sua infelice situazione da non riuscire ad emettere nemmeno un piccolo verso.
Mentre pensava: “Anche loro sono dei marsupiali come me, e hanno bisogno d'aiuto, di coccole, di cibo per poter sopravvivere”, li raccolse entrambi e li mise dentro la sua sacca per riscaldarli e per nutrirli con il suo latte.
Il tempo trascorreva e la balia si prodigava in tutti modi verso i cuccioli adottivi, cercando di non far loro mancare nulla.
Li leccava spesso in tutti i versi per tenerli puliti e stringeva a sé la pelle della sacca per meglio riscaldarli.
Ogni tanto per far credere ai piccoli di essere la loro vera madre emetteva anche degli strani suoni che aveva udito fare dai suoi amici koala.
Osservandoli bene mamma canguro si era accorta che, giorno dopo giorno, i due cuccioli si sviluppavano in modo diverso: uno di loro, il più debole e denutrito, era cresciuto a vista d'occhio, mentre l'altro, che all'inizio sembrava quello più forte, era rimasto del tutto inalterato nel suo aspetto.
Questa situazione, unita al fatto che il neonato non si lamentava mai di niente, la metteva non poco in apprensione.
“Forse è colpa mia, forse non sono una brava madre, forse non lo curo abbastanza” pensava tra sé.
Così le sue attenzioni erano rivolte al piccolo che richiedeva maggiormente amore materno.
Erano trascorsi sei mesi di gestazione nel marsupio ed era giunto, finalmente, il momento di liberare i cuccioli e portarli all'esterno.
Mamma canguro li fece uscire uno per volta.
Il primo koala cominciò a muovere i primi passi e, in poco tempo, cercò perfino di arrampicarsi su un eucalipto per procurarsi del cibo.
Il secondo, quello strano, appena deposto al suolo, se ne rimase lì immobile e silenzioso.
Il cuore della mamma iniziò a battere all'impazzata nel timore che avesse cessato di vivere.
Lo scosse delicatamente, lo girò e lo rigirò da tutti i lati, gli alitò sul musino per riscaldarlo.
Niente, non riusciva ad ottenere alcun segno di vita.
Era al colmo della disperazione perché di nuovo lo strazio provato per la perdita del suo piccolo canguro tornava ad affliggerla.
Cominciò allora ad annusarlo, come non aveva mai fatto prima di allora.
<<Che strano odore hai, non profumi come l'altro cucciolo. Strano come non me ne sia mai accorta quando vi allattavo; ma il mio amore era così forte...>>
Non fece in tempoa finire il suo pensiero quando la sua attenzione fu attratta da rumori a lei noti: erano quelli dei fuoristrada che trasportavano una comitiva di turisti.
Si allontanò in fretta seguita dal primo Koala, mentre l'altro cucciolo era rimasto a terra immobile .
Nascosta dietro un albero con il piccolo aggrappato al suo collo osservava la scena.
Le macchine si erano fermate per permettere ai turisti di scattare fotografie alle montagne ed alla vegetazione.
Una bambina di sei o sette anni era scesa dalla macchina e guardandosi intorno aveva notato il piccolo Koala.
Si era avvicinata con prudenza, e poi, resasi conto di non correre alcun pericolo, lo aveva raccolto e, con destrezza, lo aveva portato di corsa a bordo del fuoristrada.
Mamma canguro rimase molto perplessa per quello che aveva visto.
Avrebbe voluto togliere da quelle piccole mani quello che era stato lo scopo della sua vita, ma poi si rese conto che quel cucciolo d'uomo avrebbe potuto salvare il suo koala da morte certa."Di sicuro lo curerà e il piccolo tornerà a vivere."
Pensare questo era una magra consolazione per lei. In fondo aveva fatto di tutto per tenerlo in vita, ma per fortuna le restava ancora l'altro figlio adottivo da accudire.
Di sicuro gli sarebbe rimasta accanto fino a quando non si fosse reso del tutto indipendente.
Questo impegno avrebbe alleviato il suo sconforto e le avrebbe permesso di soddisfare il suo ruolo di genitore.
In quel momento, mentre mamma canguro pensava tutto questo, a bordo di un fuoristrada, c'era una bambina che sorrideva felice, ancora incredula di aver trovato in un luogo così sperduto, un nuovo amico da stringere e accarezzare.
Alcuni mesi prima, una bambina della sua stessa età, lo aveva smarrito nel corso di un movimentato safari, e per parecchio tempo aveva pianto sconsolata la perdita del suo compagno di giochi.
Un compagno dal pelo grigio morbidissimo: il più bel koala di peluche che avesse mai visto in tutta la sua vita.
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