Ho ricevuto dalla vita un bel dono: un balcone magico. Non è proprio mio, l’ho solo in gestione, ma il potere magico è legato alla mia persona, per cui chiunque si sostituisse a me non otterrebbe le stesse magie.
Perché questa preferenza? Bisogna fare un poco di storia della mia vita. Il destino ha deciso per me una vita errabonda, per una quarantina d’anni ho girato il mondo, da giovane per curiosità, poi per lavoro.
Questo mi ha portato ad avere una base fissa: casa dei genitori prima e poi casa mia, poi altre due case prima di arrivare a questa ultima destinazione. Naturalmente queste basi mi servivano quando ero a Pegli, ma in viaggio le mie dimore alternative erano alberghi, molti dei quali ho frequentato per anni sino a farli quasi assumere lo stato di seconda o terza o quarta casa. Per molti anni, per esempio, la mia seconda residenza era Hong Kong, in alternativa Singapore, poi Capetown, Sydney, Auckland (agli esatti antipodi di Genova)e così via.
Il mio amore per il mare mi ha sempre accompagnato e ho sempre abitato in luoghi dove era possibile ascoltare il fragore delle onde; anche durante i miei viaggi sceglievo con cura i luoghi dei week-end, sempre vicino o sul mare.
Ritirato in pensione, sono venuto ad abitare, per vari motivi personali, nell’amata da sempre isola di S. Pietro, a Carloforte, dove ho avuto la fortuna di trovare un piccolo appartamento munito del magico balcone.
Magico perché mi permette, scattando sempre la stessa fotografia, di ottenere risultati sempre diversi, perché ho un panorama che spazia dall’isola Piana, alla costa del Sulcis sino a Calasetta; magico perchè lo specchio d’acqua davanti a me è pieno di vita e di movimento: via vai di traghetti, navi bulk carriers, yachts, motovedette della Guardia Costiera e pattugliatori della Guardia di Finanza, pescherecci, galanziere e gozzi da pesca, gommoni, gabbiani e cormorani, passeri e rondini, fenicotteri ed aironi di passaggio, storni e colombi.
Oggi, mentre scrivevo un racconto seduto davanti al mio MAC, con la coda dell’occhio ho notato un movimento alla mia destra, nel vaso da fiori, pieno d’erbacce, sul balcone. Un vispo passerotto mangiava e giocava allegramente, un inno alla natura ed alla libertà.
Senza alzarmi, ho preso la mia macchina fotografica, sempre a portata di mano, munita di teleobiettivo, e gli ho scattato 170 foto, se non è magia questa...