Il sangue scorreva vermiglio sulla gota candida, come un graffiante arabesco di seta.
Le dita premevano ferme ma delicate sul collo della giovane vittima.
Una carezza di morte, un abbraccio letale, un bacio avido e profondo.
Un bacio che cercava di rubare la vita da quelle vene, di mangiarne la forza, di succhiarne l’energia.
Ogni sorso del liquido denso e caldo aveva l’effetto contrario questa volta.
Muriel si sentiva sempre più debole, svuotata, come se la vittima bevesse da lei.
Il battito rallentava inesorabilmente sotto i polpastrelli di Muriel.
Rallentava anche quello del suo cuore, blu, duro e freddo.
Abbracciate, vittima e mostro, esalarno l’ultimo respiro insieme.
Annullandosi.