La stessa notte, Lullaby scese le scale fino a raggiungere la cantina. Si mise tracolla la borsa, appoggiò la torcia al mobiletto e aprì la porta del passaggio segreto.
Rimase in piedi davanti alla luce e fissò la donna a terra, legata ed imbavagliata.
Si mise sulle ginocchia e la fissò. Il sangue dei pugni che le aveva inflitto si era raggrumato sul viso ed era colato sul collo formando una striscia.
L'anestetico che le aveva iniettato l'aveva fatta dormire per molte ore, e avrebbe continuato a farlo.
Con slancio se l'era messa sulle spalle. Dopo aver chiuso la porta, salì le scale facendosi luce con la torcia.
Girò il chiavistello della porta d'entrata e una volta recuperati da un mobiletto del garage, una pala e del miele che aveva precedentemente messo da parte, cominciò ad inoltrarsi nella foresta.
Arrivata ad un certo punto gettò a terra il corpo, e cominciò a scavare nel terreno morbido una buca profonda qualcosa come due metri in tre ore.
Teneva i capelli lunghi e castani raccolti in una coda. Si asciugò il sudore sulla fronte e sotto gli occhi.
"Questo, è perché sei così dolce", disse versandole sul corpo drogato l'intero barattolo di miele, e curandosi che entrasse anche all'interno dei buchi del naso e delle orecchie.
Si rivestì gli anfibi con del cellofan e la spinse nella fossa.
Il tonfo violento fece rialzare della polvere, rivelando il corpo in una posizione anomala. Poi vi gettò anche la borsa della donna con all'interno i beni personali.
La fissò dall'alto.
"Sogni d'oro", disse agitando avanti e indietro le dita in segno di saluto.
Infine la ricoprì con la terra appena scavata, piantò la pala nel terreno e alzò gli occhi al cielo.
Sospirò nella notte buia, e il suo respiro caldo uscì dalla bocca come una liberazione.