Quella donna m’amava perdutamente, mi scriveva giorno e notte, m’implorava di lasciare tutto e di venirle incontro. Io a quell’epoca lavoravo in fondo una miniera e la sera dopo dodici ore di scavi anche se forte e giovane ero così stanco che non riuscivo ad aprire le sue lettere. I miei compagni sgranavano gli occhi e con invidia ammiravano il mio cartone pieno di lettere sotto la mia branda. Questo amore però mi corrodeva e io non sopportavo più la vita, sentendomi sempre più infelice. Una notte mi feci coraggio; scappai dal cantiere e dopo molti anni di cammino potei cadere felice tra le braccia di quella donna. Piansi tanto, anche lei pianse tanto e passammo giorni e notti intere a fare all’amore. Poi quella donna, non potendomi più scrivere e amarmi come aveva fatto per tanti anni, si sentì delusa e ingannata e si cercò un altro uomo. Io ritornai alla miniera; il cartone pieno di lettere sotto la mia branda non c’era più e i miei compagni non mi riconobbero. Sono solo un poco invecchiato, tutto qui; ogni sera mentre cerco di dormire li sento cantare una vecchia canzone, una fiaba infinita, più vecchia di loro. Ascolta:
C’era una volta una donna che amava perdutamente un uomo,