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Leo…nino, lezione di caccia
Sveglia ragazzi, il sole è già alto. Ho visto Enrica la scimmietta, lanciarsi di liana in liana dirigersi alla tana di Ras. Venite andiamo a vedere che novità ci sono.
Silenzio e attenzione a serpenti e coccodrilli. Stiamo tutti vicini, anche se siamo venuti con il treno della fantasia…non si sa mai!
Ecco Enrica, occhio vispo e musetto simpatico, nascosta dietro un grosso ramo, si sta gustando una banana e non perde d’occhio l’ingresso della tana di sua maestà.
- Grauuuuuu- ecco Ras che se ne esce. Terribile, il suo ruggito sveglia tutta la foresta. Dolcissimi bambi ancora piccini si avvicinano alla mamma tremanti. Cuccioli d’elefanti barriscono impauriti, impala dal corto codino iniziano a correre in tutte le direzioni. Una nuova giornata è iniziata e forse qualche abitante di Kisangani non vedrà il nuovo sorgere del sole, ahimè, così è la vita della giungla. Ecco Ras, sentiamo che ha da dire.
- Leonino, vieni inizia la tua istruzione. Grauuu, oggi tutti gli animali della foresta sentiranno il tuo terribile ruggito. Forza vieni.-
Eccolo, quel grazioso musetto, esce dalla tana titubante, circospetto, guarda il papà con gli enormi occhioni azzurri e trotterellando felice gli si avvicina. Si struscia contro la possente zampa emettendo fusa come fosse un gattino.
Ras, lo allontana dolcemente da sé e guardandolo amorevolmente gli ordina con tono autoritario
-Ora, fammi sentire un bel ruggito, voglio che tutti sappiano chi è mio figlio, ma… ma… dove sei Leo?-
Enrica sporgendosi da dietro il ramo che la cela alla vista di Ras, dice con voce divertita
-Maestà, ecco, ho visto il terribile principe dirigersi al fiume-
-Che dici sciocca se era qui un attimo fa!-
-sì ma ora è andato da quella parte e penso stia facendo colazione-
-Grauuuu-continua Ras innervosito- colazione con che stupida scimmia, se non gli ho ancora insegnato a cacciare.-
-Hi hi, venga a vedere- risponde questa saltando velocissima da un ramo all’altro.
Ras la segue velocemente e dopo un attimo, vede Leo con la testa infilata in un cespuglio.
Che abbia già catturato la sua prima preda? Pensa Ras chiamandolo.
Delusione: Leo si volta e guarda il padre con gli enormi occhioni ed esclama
-quanto è buona questa erbetta, papà. Mi piace tanto, assaggiala anche tu-
La risata di Enrica è improvvisa e la si ode per chilometri e chilometri, si ci mette anche l’eco e dopo un attimo sembra che sia tutta la foresta di Kisangani a ridere.
Shttttt, ragazzi, non fatevi sentire pure voi. Se Ras ci vede siamo fritti, nemmeno la fantasia ci può salvare.
-Ecco il principe Leo- esclama dalla cima più alta dell’albero Enrica
- Leo…nino il leoncino vegetariano.. ha ha ha-
-Grauuuuugrauuuuugrauuu- l’urlo possente di Ras esplode in tutta la sua rabbia, nessuno ride più. Leo si è andato a nascondere in un buco del terreno, Enrica è fuggita precipitosamente. Nemmeno le foglie osano muoversi.
-Scimmia scapestrata, prima o poi farò colazione con te - esclama la voce adirata di Ras
-Leo vieni qui. Qui subito!-
Leo si avvicina con fare colpevole, l’occhio triste ed anche un po’ impaurito
-Però non è cattiva quell’erbetta papi…-
-Grrr, senti figlio, noi siamo Leoni, le belve più feroci della foresta. Ci nutriamo di carne. Siamo cacciatori fantastici, la natura ci ha creato possenti per poter cacciare? Tu devi mangiare carne.
Ora fammi sentire il tuo ruggito. Apri bene le fauci, inspira più aria che puoi, trattienila per venti secondi poi con tutta la forza che hai nei polmoni gettala fuori e che tutti sentano il tuo ruggito.-
Leo si prepara, molto seriamente, segue per filo e per segno le istruzioni ricevute ed ecco il suo possente
-Grmiaoooooo, miaooo, miaooo-
-Ah, ma che è questo- grida scandalizzato Ras- ma che sei un gatto? Deve essere così: grahuuuuuuuuuuuu.-
Tremendo ruggito riattraversa tutta la foresta.
-Capito Leo? Leo dove sei, Leoooo?-
-Son qui papi mi hai fatto paura-
-Paura? Ma tu sei un leone devi ruggire. Riprova-
-Grmiaooo, miaogrmiaoooo-
Guardando il padre soddisfatto esclama entusiasta
-Non male eh?-
È talmente convinto che un sorriso si intravede sul muso di Ras.
-sì non male, lascerò a tua madre il compito di perfezionare l’impostazione. Ora è meglio dedicrsi alla caccia. Vieni andiamo al lago.-
Seguendo il padre Leo si guarda intorno, ma che bella questa foresta, pensa. Quanti fiori, piante, alberi dal tronco possente, cespugli multicolori, uno spettacolo, e quanta buona erbetta da mangiare.
Eccoci arrivati al fiume.
Tre cerbiatti e due zebre stanno abbeverandosi, appena vedono i due leoni avvicinarsi fuggono impaurite.
-Perché scappano papi?-
-Non chiamarmi Papi, ma Ras! Papi è da femminuccia. Scappano perché sanno che presto diventeranno il nostro pranzo-
-Ma io non ho fame, ho già mangiato tanta erbetta…Papi-
-Grau, non chiamarmi…va beh, Vieni, prima lezione di caccia. Annusa il vento e dimmi se senti da dove arrivano gli odori-
-da est- risponde pronto Leo
-Ma come fai a saperlo- chiede stupito Ras
-Ma non so, lo so.-
-Bravo figlio. Ora ascoltami attentamente. Ogni mattina, tutti gli animali, vengono ad abbeverarsi a questo lago. È il momento migliore per noi, perché nascondendoci dietro il cespuglio, controvento per non far sentire loro il nostro odore, rimaniamo in attesa. Loro arrivano, lasci che iniziano a bere, e quando vedi che si sentono sicuri di essere soli, tu, con balzo felino li attacchi affondando i denti nella loro morbidissima gola. Sentirai che sapore, altro che erbetta. Capito?
-Sì papi-
-Non….. ok, ora facciamo una prova. Io sono un cerbiatto con tanta sete. Mi allontano, tu metti in pratica ciò che ti ho insegnato. Ora vado, e ricorda io non devo né fiutarti, né vederti- e si allontana.
Leo tutto eccitato, si assicura della direzione da cui proviene il vento e sceglie con cura il nascondiglio.
Ras si avvicina, fiuta l’aria, del figlio nessun odore. Scruta con occhio vigile tutti i possibili nascondigli. Di Leo non v’è traccia. Mah, pensa, non sarà andato ancora a brucar erba.
Resiste all’istinto di chiamarlo ed inizia a bere. Di Leo nessuna traccia. Quando è ormai sicuro di aver perso il figlio ecco che:
-grmaiooooograooo- Improvviso sente sulla schiena dei piccolissimi artigli e contemporaneamente i dentini di Leo che lo mordicchiano al collo. Preso così alla sprovvista Ras perde l’equilibrio e con il figlio ancora aggrappato finisce in acqua trascinandolo con sé, per l’ilarità di Enrica che è tornata a curiosare.
-Ridi, ridi, stupida scimmia- esclama Ras rivolgendosi ad essa per nulla contrariato - hai visto che cacciatore? Nemmeno io l’ho sentito arrivare. Grauuuu, è nato un nuovo terribile re. Degno erede di suo padre. Leo, dove sei andiamo a casa raccontare tutto a tua madre. Sarà orgogliosa. Leoooo-
-Ehm, maestà, guardi, la caccia deve avergli fatto venir fame. Sta divorandosi un bel pezzo di…erbetta, eh eh-
e se ne va ridendo a crepapelle e cantando
-Leo, leo, leo …nino, il terribile figlio di Ras cacciatore a tutto spiano con il figlio vegetariano-
-Ridi ridi,- pensa Ras- vedremo dopo che gli avrò fatto assaggiar la carne.
Rivolgendosi al figlio
-Andiamo Leo, a casa, tua mamma ci starà aspettando. Oggi pomeriggio verrai da solo al lago a caccia di piccoli impala. Io ti aspetterò a casa e tu mi porterai la preda catturata, così ti farò assaggiare la carne. Sentirai che sapore.-
- Ma papi, io voglio mangiare l’erbetta. Non so se la carne mi piacerà, temo di no.-
-Non chiamarmi papi!!! Vedrai che ti piacerà, sei troppo abile come cacciatore perché non possa piacerti. Andiamo.-
Che ne dite ragazzi, andiamo anche noi a cercare qualche cosa da sgranocchiare? Oggi pomeriggio andremo al lago a vedere questo primo assalto di Leo…nino. Chissà come andrà a finire. A dopo.
scusate gli orrori...
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