racconti » Favole per bambini » Leo…nino va a caccia
Leo…nino va a caccia
-grauu, presto Leo, è ora, è ora che tu catturi la tua prima preda. Ricorda i miei insegnamenti e torna con un trofeo degno del figlio del re della foresta-
Presto, ragazzi, avete sentito Ras? Andiamo Leo è già partito per la caccia. Seguiamolo.
Anzi non perdiamo di vista Enrica la scimmia, saremo sicuri di arrivare da Leo.
Eccolo Leo, ma quanto è carino, guardate come è curioso, sembra proprio un micione.
Ma che sta facendo, si è fermato a mangiare un cespuglio?
- Ehi Leo,-ecco Enrica che non perde un’occasione per dire la sua- ma tu devi andare a caccia, non divorare tutti i cespugli della foresta.-
-Sì, lo so, ma questa camminata mi ha fatto venire un po’ di fame e a caccia è meglio arrivare a pancia piena. Poi, questa erbetta è una cosa, una cosa…ne vuoi un po’? Vieni, dai non avere paura-
-No grazie Leo, magari tra qualche mese, quando ti avrò conosciuto meglio
- Va beh, comunque ora vado al lago, vieni con me?
-Certo che vengo, non mi perderei la tua prima battuta di caccia per tutto l’oro del mondo.
Nemmeno noi, presto ragazzi anticipiamoli.
Ecco Enrica, ma Leo dov’è?
Non si vede, sarà tornato indietro?
Guardate quel grazioso cucciolo di impala che sta arrivando, anche lui deve essere alla sua prima esperienza solitaria. Fortunatamente Leo se ne è andato, non si sa mai…
L’impala si avvicina al lago, fermandosi guardingo fiuta l’aria, nessun pericolo. Si avvicina ancor più…shhh non fatevi sentire, altrimenti fugge.
Eccolo, ancora indeciso, così deve avergli insegnato la mamma. Finge di bere, poi con un salto veloce si allontana dall’acqua, osserva tra le macchie di vegetazione e torna a fiutare, ne è sicuro:
nessun pericolo.
Torna al lago ed inizia a sorseggiare tranquillo. Primo sorso, sguardo, secondo sorso, sguardo. Nulla lo disturba. Tre sorsi gli ha insegnato la mamma, dopo il terzo, via velocemente. Eccolo immergere il muso per la terza volta quando
-Gramiaooooo.
Leo si è letteralmente materializzato dal nulla e improvvisamente gli è piombato sulla schiena.
-Ahhhhh, aiuto, non mangiarmi- il piccolo impala terrorizzato si è gettato a terra e disperato chiede pietà, sapendo benissimo che da un leone è impossibile averla –te ne prego, sono tutt’ossa non mi vedi? Aspetta una preda più grossa, io sono appena nato. La mia mamma morirà di disperazione se mi mangi.
Leo scende dalla schiena del piccolo erbivoro e leccandogli il muso lo tranquilizza
- ma io non voglio mangiarti, a me piace solo l’erbetta, non voglio mangiar carne. Ti ho aggredito solo perché devo essere un bravo cacciatore. Se non mi alleno come posso fare. Ah, scusa, io sono Leo, figlio di Ras…
-figlio di Ras- chiede l’impala terrorizzato ed aggiunge –sono finito, addio foresta, addio mamma, addio tutti- e mettendosi a gambe all’aria esclama
-Mangiami!-
- Ma che dici? Non hai sentito quello che ho detto? Io mangio solo erbetta! Ma tu come ti chiami?
L’impala diffidente ed aprendo solo un occhietto, lo guarda scettico e risponde
-Mi chiamo Lorenzo, ma siamo sicuri che non mi mangi?
-Certo che no sciocco, mio padre mi ha detto di venire a caccia e di portargli una preda, ma io non voglio. Dovrò inventarmi qualche cosa. Ma ora non pensiamoci, vieni andiamo a giocare.
Così iniziano a perlustrare il lungo lago, saltano, gridano fanno il bagno, sotto gli occhi increduli di Enrica.
Come ben sapete il tempo, quando si ci diverte passa in fretta, e così anche per loro è ormai ora di rientrare.
-Leo, devo andare a casa, la mamma sarà in pensiero, ciao. Ci vediamo domani?
-Certo Lorenzo, alla stessa ora mi troverai appostato e vedrai che riuscirò a sorprenderti ancora.
-Io dico di no- risponde Lorenzo allontanandosi.
Ora Leo deve però affrontare sua padre, come farà a giustificarsi di essere rientrato senza una preda?
Presto, anticipiamolo alla grotta. Son proprio curioso di vedere coma va a finire.
Guardate Ras come è ansioso, non fa altro che ruggire e camminare. Mamma mia come si arrabbierà nel vedere Leo senza preda.
-grauuuuuu Leoooo, dove sei? Grauuuuu-
-graumaiooogaruuu, sono qui papi, che scorpacciata-
Ras guardandolo stupito
-Ma che hai fatto? Dov’è la preda? Cosa è tutto quel sangue che hai sul muso?
_graumiaoo, piano papi, una domanda alla volta
Così Leo inizia il racconto. Spiega a Ras l’appostamento e la paziente attesa fino al terzo sorso dell’impala, poi il balzo sulla schiena e
-Gli ho azzannato la gola come mi hai insegnato tu, gli artigli sulla schiena e lui è crollato a terra, poi mi sonoa assicurato che fosse finito e stavo per trascinarlo qui, ma mi è venuta talmente fame e sentendo quella morbida carne me lo sono divorato tutto sulla riva del lago. Avevi proprio ragione, squisito. Domani posso tornare a caccia da solo?
Gli occhi di Ras erano spalancati dalla sorpresa, vedere il musetto di suo figlio tutto rosso del sangue di impala, sapere che era un cacciatore così temibile ed un carnivoro spietato, ruggì
-Grauuuuuuu, certo che puoi. Abitanti della foresta tremate tutti, il terribile Leo è mio figlio. Grauuuuu-
- Oh che paura- grida Enrica lanciandosi da una liana all’altra, siamo rovinati, ora a Kisangani vi sono due belve ferocissime, poveri noi!-
Ma ragazzi che è successo? Noi abbiamo visto Lorenzo tornarsene a casa tranquillo, Leo saziarsi di erbetta. Eppure tutto quel sangue che ha sul muso di chi sarà? Che sia tanto crudele da aver giocato con Lorenzo e quando lui era certo di essere al sicuro, l’ha divorato crudelmente?
Ora è tardi domani andremo ad indagare. Sentiremo anche Enrica cosa avrà da raccontare.
A domani.
123
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
Anonimo il 06/11/2009 14:57
Un vero bijou..
Anonimo il 06/11/2009 14:56
Proprio un bijou..
- bello! ma senza la seconda parte lascia sulle spine secondo me si è sporcato con un frutto non era sangue
- Piaciuto
Anonimo il 31/03/2009 00:44
Come è bello questo racconto, e che bello stile...
Proprio un bijou...
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0