CAPITOLO 9 : LA BARACCA SUL MOLO.
Il risveglio è brusco. Il respiro affannato ed il cuore batte all’impazzata come se dovesse prepararsi ad esplodere. Non è una cosa insolita, nelle ultime notti. Tanti incubi lo hanno assillato da quando ha ucciso quel ragazzo. Non avrebbe mai immaginato di sentirsi così; credeva di essere un uomo forte, fino ad ora. Pensava che i suoi bicipiti scolpiti ed i suoi pettorali ben sporgenti rispecchiassero la sua anima d’acciaio... ora deve fare i conti con la delusione di conoscere davvero ciò che è e che è sempre stato. Quel ragazzino terrorizzato, deriso dai compagni di scuola per essere povero e spaventato dal quartiere in cui viveva, è ancora ben presente dentro di lui, rannicchiato in un angolo della sua testa ed ancora impaurito di ciò che è accaduto e di ciò che ancora deve accadere. Qualche volta pensa alle scelte che ha fatto e che lo hanno portato dove si trova. A volte ci pensa anche se non dovrebbe... la testa si riempie di domande e di ipotesi: ha preso davvero le decisioni giuste? Ha fatto davvero quello che voleva della sua vita? impossibile rispondere e forse non vuole sforzarsi nemmeno di trovare una risposta... perchè in cuor suo è certo che, se dovesse riuscire a trovarne una forse non gli piacerebbe... forse scoprirebbe di essere un fallito adesso più di quanto potesse immaginare... ed avrebbe ancora più paura. Si affretta a scacciare quelle domande che ronzano attorno ma non vuole tornare a dormire anche se è ancora notte.
Alzatosi pigramente dalla sudicia branda che ultimamente gli regala soltanto incubi, Julio si trascina all’esterno e si ferma davanti al molo, fissando intensamente la tranquillità della baia di fronte a lui ed il riflesso dei fari delle chiatte che solcano lentamente la superficie dell’acqua e le luci lontane di palazzi troppo belli che non lo vedranno mai come inquilino o semplice ospite.
“Ancora incubi, Julio? ”
La voce lo fa voltare di scatto. Vicino a lui, il capo indiscusso dei Mexican Skulls gli sorride e gli poggia il braccio sulle spalle, picchiettando leggermente la schiena in segno di conforto.
“Ormai sono quattro giorni. Non vi sarò di molto aiuto se dovessi continuare così. Mi sento veramente a pezzi. ”
“Ti sottovaluti, ragazzo. Se ti ho accettato nel nostro gruppo, vuol dire che eri degno di farne parte e credimi che non è cosa da poco. Stai passando un periodo di forte stress, è normale... l’ho passato anch’io quando uccisi la prima volta. Fu una settimana infernale e me la ricordo bene. Non è mai facile uccidere una persona. Ti cambia dentro. ”
“Io non voglio avere paura Miguel. ”
“È normale avere paura, Julio. Non saresti un essere umano se ne fossi privo. Tutti abbiamo paura... ma dobbiamo imparare da essa e nutrircene per dominarla ed essere ancora più forti. Sono sicuro che ci riuscirai anche tu. Devi solo darti un po’ di tempo. La prossima volta sarà più facile, te lo garantisco. ”
Davanti a quelle parole, Julio deglutisce amaro e risponde con timore:
“Io... non lo so se voglio uccidere ancora, Miguel. Non sono sicuro che sa questa la mia strada. E potrei mettere tutti voi in pericolo con i miei dubbi. Sarebbe l’ultima cosa che voglio. So che un uomo non dovrebbe parlare così ma mi sento... come vuoto in questo momento. Come se fluttuassi fuori dal mio corpo in una specie di limbo senza uscita... e vorrei tanto che fosse l’effetto di una qualche droga a rendermi così. So che passerebbe. Invece non riesco a liberarmene e questo mi tortura ancora di più! ”
Pronto a subìre un rimprovero da parte del suo capo se non peggio, Julio si sorprende alla risata che si concede Miguel:
“Ah ah ah!! È questo che mi piace di te, Julio. È questo che ho visto nei tuoi occhi quando ti ho scelto. La tua forte umanità mi ha colpito. La tua compassione. E questa è una virtù importante, per un uomo... una qualità essenziale per un grande capo. Qualcosa che ci mancava completamente. Qualcosa che tutti i Mexican skulls devono imparare da te! Me compreso! Sono proprio la compassione ed il senso di umanità a tenere unita una famiglia. Una famiglia come siamo anche noi. E queste virtù fanno sì che tutti noi possiamo proteggere la nostra famiglia fino all’estremo sacrificio. Ti devo ringraziare per avermi fatto ricordare questa parte di me e ti garantisco che il mio primo dovere sarà quello di proteggerti dagli altri ma anche da te stesso. Tu sei come un figlio per me, Julio. Il figlio che non avrei mai potuto avere se avessi avuto una vita normale, per come la intendono la maggior parte delle persone. Sono sicuro che anche tu pensi spesso di poter tornare indietro ed intraprendere una strada diversa da quella che ti ha portato qui. Ci penso anch’io. Ma sai una cosa? Non credo di avere perso tantissimo. Forse devo affrontare maggiori rischi... certamente non potrò godere di una assicurazione sanitaria né di una pensione quando e se arriverò alla vecchiaia ma sto costruendo il mio mondo in base alle mie regole e questo mi è sufficiente... mi ripaga di tutto quello che ho lasciato alle spalle. In ogni caso non sei costretto a fare quello che non vuoi, ragazzo. Non sarò io a trattenerti con noi e non voglio che pensi per un secondo che farei del male a te o alle persone a cui tieni se dovessi abbandonarci. Ti confesso che mi dispiacerebbe molto, ma proprio per l’affetto e la stima che nutro nei tuoi confronti, ti dico che la decisione deve essere soltanto tua. Nessuno ti può o ti deve influenzare su questo. ”
Entrambi si siedono sul molo e si godono lo spettacolo di pace notturna che rilassa le loro membra ed il loro spirito... lasciano che la fresca brezza di primavera muova leggermente i loro capelli ed accarezzi i volti.
Miguel Salazar. Il leader dei Mexican Skulls. Un uomo dai mille aspetti e dalle mille risorse. Un uomo che ha affascinato Julio dal primo istante in cui l’ha incontrato. Un uomo capace di manifestare estrema durezza ma anche incredibile comprensione, come ha dimostrato questa volta. Julio sa che non gli sta mentendo, nemmeno sul fatto di lasciare la gang... è sicuro che non gli farebbe del male... riesce a fidarsi di lui come non ha fatto di nessuno da tanto tempo. Quasi certamente nutrirà ancora dei dubbi in futuro se si stia muovendo nella direzione giusta... eppure, ora come ora si sente libero dalla nebbia che offuscava la sua mente. Ha ucciso e sa che dovrà farlo ancora, prima o poi, ma sente che può affrontarlo... non vuole deludere Miguel. Perché è la persona che si avvicina al padre che non ha mai conosciuto. La persona che gli è d’esempio ed alla quale vuole assomigliare. La sua famiglia, come lo sono gli altri Mexican Skulls. Una famiglia che lo protegge e che lo sostiene. E lui è pronto a fare altrettanto.
“Ho preso la mia decisione, Miguel. Non abbandonerò la mia famiglia. Sarò con voi fino alla fine, qualunque cosa debba affrontare. Qualunque cosa debba sostenere sulle mie spalle, giuro che non abbandonerò né te né i miei fratelli! ”
Miguel sorride soddisfatto:
“Hai appena fatto il tuo vero giuramento, Julio. Ora sei davvero uno di noi. ”
D’un tratto però, un’altra preoccupazione più immediata induce Julio a mettere in allarme anche Miguel:
“Resta il problema della polizia. Ci stanno ancora cercando e dobbiamo pensare che troveranno anche questo posto, alla fine. Vi sto mettendo ancora nei guai a causa di quell’omicidio! L’abbiamo scampata per un pelo l’altra volta... dovrei fare in modo di distrarre gli sbirri mentre voi potreste andare in un luogo sicuro. Se mi facessi catturare voi guadagnereste tempo. Anche i testimoni che mi hanno visto quella sera non parleranno, lo sappiamo bene. Non avrebbero prove e non potrebbero trattenermi a lungo. Sarebbe la soluzione migliore. ”
Miguel non è d’accordo su questo:
“Ti ho detto che devi controllare le tue ansie, ragazzo. I Mexican Skulls non scappano e non scendono a compromessi con i poliziotti... nè tantomeno sacrificheremo uno di noi per dargli il contentino e salvarci. Se vogliono la guerra la avranno! ”
“Ma siamo ancora in pochi, Miguel! Non possiamo permetterci una guerra con la polizia, che ci farebbe uscire perdenti. Questo devi capirlo anche tu! ”
“Lo capisco benissimo, Julio. Ma ti ripeto che non devi preoccuparti. Non arriveranno più soffiate che possano permettere agli sbirri di individuarci. E per quanto riguarda la guerra, vedrai che si tratterà di una guerra-lampo. Ho scoperto che sono soltanto due gli sbirri che ci stanno cercando e, per giunta, lo stanno facendo non ufficialmente, quindi non sarà sollevato nessun polverone anche se dovessero scomparire! Ho già inviato Ramon a risolvere il problema questa notte stessa. Ti ho detto che ti proteggeremo e manterrò il mio impegno. D’ora in avanti puoi dormire sonni tranquilli, ragazzo mio. Tutto si sistemerà alle prime luci dell’alba! E presto la nostra famiglia si allargherà a dismisura. I tempi in cui dovremo convivere con la paura termineranno molto presto! ”
Miguel è sicuro di sé... un sorriso vagamente crudele solca le sue labbra ed intimidisce il suo protetto, che non aggiunge nessun’altra obiezione. Entrambi rimangono sul molo qualche attimo ancora, poi rientrano nella baracca per concedersi una birra fresca che aiuti a scacciare ulteriormente incubi e preoccupazioni.
CAPITOLO 10 : INCONTRO INATTESO.
“Ramon Hernandez. Ventisette anni. Uno di quegli stronzi messicani che stavamo cercando. Pensava che fosse più facile farti fuori, ma evidentemente si è sbagliato. Spero stia già spalando carbone all’inferno in questo momento! ”
“Come cazzo hanno fatto, John? Come potevano sapere dove abitavo? Li avremmo visti, se ci avessero pedinati! ”
“Non li sottovalutare, Ed. questi stronzi sono più in gamba di quello che sembrano, anche se detesto ammetterlo. E poi, qualcuno potrebbe aver fatto loro una soffiata. ”
“E chi? Schenck? Dalla tomba? ”
“Avrebbe potuto farla prima della nostra visita, tanto per pararsi il culo. Lo sapeva che cercavamo questi cazzoni. Ad ogni modo credo che non abbia importanza, a questo punto. L’unica cosa che dobbiamo prendere con coscienza è il fatto che la guerra è dichiarata. A questo punto dobbiamo muoverci per primi, se vogliamo avere vantaggio! ”
“Hai proprio ragione, vecchio mio! Dobbiamo andare subito al molo ed ammazzarli tutti! ”
John rimane a bocca aperta:
“Cavolo! E adesso chi ha parlato? Non sembra proprio essere stato l’Edward Stanton che conoscevo! ”
“Lascia perdere. Le cose sono molto cambiate da ieri! Voglio chiudere questa storia una volta per tutte!! ”
“Va bene, va bene! In fondo non mi dispiace il tuo cambiamento, ma non fare il Rambo adesso! Non possiamo caricare a testa bassa in piano giorno. Ci faremmo ammazzare sicuramente. E non possiamo nemmeno chiamare in causa il distretto: si aprirebbero delle indagini anche sulla morte di Schenck ed a parte questo il capitano non ci concederebbe mai un mandato di cattura sulla base di prove indiziarie. Abbiamo già fatto fiasco una volta e non vorrà correre ulteriori rischi di incappare in una seconda figuraccia con i media. La cosa migliore è Aspettare stasera. ”
“Potrebbero essere già scappati ora di stasera! ”
“No, non lo faranno. In fondo sono convinti di averti ammazzato e non avranno fretta di lasciare il loro covo. Si sentiranno certo più tranquilli, adesso. ”
“Non lo saranno più quando vedranno che questo stronzo non torna a portare la buona notizia! ”
I due amici restano a fissare il cadavere sul pavimento, poi John riprende il discorso:
“Non hai ancora chiamato un’ambulanza, vero? ”
“Non ancora. Ho chiamato te per primo. ”
“Hai fatto benissimo. Facciamo così. Rimediami qualche sacco nero per la spazzatura ed una sega robusta. Io mi sistemo nel bagno assieme a questo sfigato. Porta tutto di là. ”
“Ma che cazzo vuoi fare? ”
“Mi disfo del cadavere! Non possiamo permettere che la notizia della sua morte trapeli ed arrivi alle orecchie degli altri! Per i Mexican Skulls, tu e Ramon Hernandez vi siete ammazzati a vicenda questa notte. Storia finita. E questa notte la finiremo davvero. Sono soltanto quattro. Non penseranno di essere attaccati. Sarà più facile che parlarne. Vai a prendere quei sacchi, dai. Ti prometto che non rovinerò la tua vasca da bagno! ”
“Non voglio nemmeno sapere se è una cosa che hai già fatto! ” risponde Ed con un sospiro mentre volta le spalle al collega per andare a prendere l’occorrente.
Passa tutta la mattinata ma il “lavoro” viene svolto a regola d’arte... John è stanco ma soddisfatto del risultato. I quattro sacchi neri, pieni del loro macabro contenuto, vengono disposti ordinatamente vicino alla porta d’ingresso, pronti per essere portati fuori e buttati nei cassonetti dell’immondizia, previo controllo fatto ad evitare sguardi indiscreti.
“Hai visto se c’è qualcuno fuori? ”
“Nessuno, John. Ho appena controllato ma mi sentirò più tranquillo se facciamo in fretta e portiamo fuori da casa mia questa schifezza. ”
“Tranquillo, Ed. Mi do una sciacquata alla faccia e facciamo anche questa ma poi è d’obbligo un bicchiere di liquore per sdebitarmi. Tu che mi dici? Come va la ferita al braccio? ”
“Direi che è a posto. Il proiettile mi ha preso di striscio... un’abrasione più che altro. Posso muovere tranquillamente il braccio, anche se lo sento un po’ indolenzito. ”
“Bene. Arrivo subito. ”
I due escono all’aperto e portano con loro i sacchi della spazzatura; calmo e rilassato John, visibilmente nervoso Edward. Dopo pochi metri, raggiungono i cassonetti di raccolta rifiuti e buttano la zavorra all’interno: anche questa è fatta.
“Fra quanto passa il camion di raccolta? ”
“Questa sera attorno alle cinque, John. ”
“Benissimo. Siamo a cavallo. Entro e mi faccio la doccia per ripulirmi un po’ del sangue di quello stronzo che mi ha schizzato addosso, mentre tu prepari i drink, che dici? ”
“Dico che voglio sapere quando andiamo dal resto della banda! ”
“Ancora? Ti ho già detto che devi startene calmo, vecchio mio! Con questo atteggiamento da centravanti di sfondamento riuscirai solo a farti ammazzare e quel che è peggio faresti ammazzare anche il sottoscritto! Adesso ti faccio il programma preciso di questa giornata e ti esorto a seguirlo nei dettagli. Fra tre ore inizia il turno... per te, visto che è il mio giorno di riposo. Questo vuol dire che sei al dipartimento per le solite scartoffie. Passa la giornata tranquillo e cerca di smorzare un po’ quell’eccitazione da assassino che senti. Non del tutto, certo... ma non deve offuscare la tua mente impedendoti di ragionare e soprattutto non devi permettere che prenda il sopravvento sul tuo istinto di sopravvivenza. Lascia che l’odio per quello che è successo scivoli un po’ via e ritorni in quantità giusta quando sarà il momento. La vendetta è un piatto che va servito freddo, Ed... solo così si riesce a gustare in piano. Passa la giornata in ufficio senza dare nell’occhio e quando esci dirigiti al molo immediatamente. Ci arriverai al tramonto e mi troverai lì. Vedrai che avrò tutto il necessario per farti gustare la serata nel migliore dei modi e quando il sole si rialzerà nel cielo, la banda dei Mexican Skulls sarà solo uno sbiadito ricordo per tutti e noi due ci beccheremo anche una promozione magari! In fondo sono teppisti ed assassini... penso che nessuno intraprenderà un procedimento disciplinare per due poliziotti fuori servizio che hanno fatto piazza pulita! ”
“E va bene, John... credo che sia la cosa migliore da fare... ” replica Ed con un sorriso, imitato dall’amico e collega. “Andiamoci pure a prendere qual drink, adesso! ”
Al cellulare, Miguel Salazar è impegnato in una discussione concitata che lo sta facendo alterare non poco, sotto gli occhi incuriositi e preoccupati dei suoi ragazzi:
“Come sarebbe a dire che è morto?? Cazzo, non posso credere che un fottuto sbirro abbia fatto secco Ramon. Era uno con le palle! MA CHE VUOL DIRE CHE NON SAI SPIEGARTELO??? BRUTTO FIGLIO DI PUTTANA!! NON USARE QUEL TONO ALTEZZOSO CON ME!! NON SONO IL TOPO DI FOGNA IGNORANTE CHE CREDI IO SIA!! SE VOLESSI TI FAREI AMMAZZARE OGGI STESSO E TI STRAPPEREI IL CUORE DEL PETTO PER INFILARLO NELLA CASSETTA POSTALE DELLA TUA FAMIGLIA!! NON DIRMI DI CALMARMI!! QUESTO CAZZO DI PROBLEMA AVREBBE DOVUTO ESSERE RISOLTO GIA’ DA DUE GIORNI E NON HAI CONCLUSO UN CAZZO!! E COME SE NON BASTASSE ORA MI DICI CHE DOVREMMO SCAPPARE DA QUI!! Lascia che ti dica una cosa: i Mexican Skulls non scappano davanti a niente ed a nessuno! Non importa quanti e quali siano i nemici! Siamo il terrore di questa città e continueremo ad esserlo finchè io non dirò il contrario!! Non fuggiremo come scarafaggi che si riparano dalla luce. Visto che tu non sei stato in grado di risolvere questa faccenda in silenzio come volevi che fosse, me ne occuperò io alla mia maniera! No, non voglio sentire altre idee da parte tua! Ne ho avute abbastanza delle tue idee di merda! Tienitele per te, una volta per tutte! Sai cosa devi fare se vuoi darci una mano! Attieniti agli ordini che ti ho già dato e non discutere ancora o potresti essere uno di quello che restano a terra alla fine dei giochi! E sai bene che non sono il tipo da minacciare al vento! ”
Concluso il suo furioso monologo, Salazar chiude la comunicazione e scaglia il telefonino contro la parete di fronte a lui in un gesto di incontrollato livore, che spiazza i presenti. Julio vorrebbe chiedere spiegazioni ma una vocina gli suggerisce di aspettare che sia sbollita la rabbia al capo almeno un po’ prima di aprire bocca per dire qualunque cosa... d’altro canto, alla fine è proprio Miguel a rivolgersi a tutti loro, mettendoli al corrente della situazione:
“Va bene, ragazzi... questa sera avremo visite. Sono in due e non vengono per discutere. Fateli fuori senza pensarci due volte, così potremo essere liberi di continuare con i nostri affari senza interferenze di alcun tipo. Questa faccenda è durata anche troppo a causa di un fottuto ragazzetto di città che si è fatto ammazzare sulle nostre strade! È ora di chiudere i conti per sempre e lasciarci il passato alle spalle! Ho già contattato i boliviani. Adesso che Schenck si è tolto dai coglioni non sarà difficile convincerli a farmi fare da tramite per la loro roba. Torneremo alla ribalta... anzi avremo un mercato che non ci possiamo neanche immaginare e che ci renderà ricchi. Potremo finalmente piantarla con questi rifugi di quart’ordine e con la strada. La nostra scalata al successo inizia da stasera! ”
Un bel discorso, niente da dire... trascinante al punto giusto. Un discorso che rispecchia la mentalità di un leader. Un discorso che sta a pennello a chi ha in mente grandi progetti... un discorso che entusiasma Miguel per primo ma anche gli altri... eppure Julio si sente a disagio... pensa che le cose non siano poi così semplici come le abbia messe lui ma non vuole esprimersi a riguardo in questo momento e smorzare pericolosamente l’entusiasmo che permea l’interno della baracca. Invece, ora è il momento che si concentri bene sulla sua forza... stasera ci sarà da sparare parecchio e deve essere sicuro di farlo bene!
Dura l’attesa.
Edward non riesce proprio a stare fermo, mentre siede alla scrivania... cerca in tutti i modi di ingannare il tempo e distrarsi come può... naviga su internet, costruisce collanine di graffette, si dondola sulla sedia e via dicendo... ma quando i suoi occhi si posano sull’orologio a parete posto in alto a destra, egli vede con rammarico che le lancette non si sono discostate quanto sperava e che l’orario di fine turno è ancora lontano. Vuole scacciare l’ansia che lo sta consumando... la voglia di mettersi in gioco che lo sta torturando... la voglia di vendetta così nuova per lui. una sensazione che ha imparato ad apprezzare da subito, ma una sensazione che lo sta riducendo ad una larva, incapace com’è di controllarla e di chiuderla nell’angolo più nascosto della sua anima fino a quando non arriverà il momento di liberarla.
Le dita picchiettano insistentemente la superficie in legno della scrivania, sollevando un poco di polvere e facendo vibrare leggermente le penne dal cappuccio mordicchiato e buttate lì sopra. Non riesce nemmeno a concentrarsi adeguatamente sui rapporti ancora da compilare... pensa che non sia il caso di fare un lavoro del genere in questo momento... non ha idea di quanti errori potrebbe fare. Ancora, le pupille si buttano su quelle lancette così lente... MUOVETEVI, DANNAZIONE!!! SCORRETE PIU’ VELOCI!!!
Un comando che si perde ovviamente nel nulla... non può far altro che aspettare ancora e sforzarsi di far finta di nulla... che sia una giornata come un’altra. Non può sfogarsi e raccontare ciò che prova ai colleghi... non si fida abbastanza di nessuno di loro, a parte John. Non vuole compromettere sé stesso né l’amico, rivelando particolari imbarazzanti sulla morte di Schenck e su un cadavere fatto a pezzi a casa sua. Deve stare in silenzio e covare ancora a lungo...
MALEDETTE LANCETTE CHE NON SI MUOVONO MAI!!!!
Finalmente, arriva un’opzione che forse può calmarlo e sfogarlo al tempo stesso. Come una molla, Ed scatta in piedi e scende le scale, percorrendo poi lo stretto ed anonimo corridoio che lo separa dalla sala di tiro.
Varcata la soglia ed entrato nell’ampia sala fiocamente illuminata, Ed si sente già meglio. È solo. Silenzio tutt’intorno e nessun orologio da fissare in continuazione. Solo lui e le sette sagome in lontananza, che sembrano dargli il benvenuto ed invitarlo a fare quello che già ha in testa chi decide di trovarsi in quel luogo. Come un automa, Ed raggiunge una postazione a caso e prende la pistola dalla fondina. Si ferma e la guarda intensamente per lunghi minuti... la squadra attentamente e non provava una sensazione tale dall’accademia... ricorda il giorno in cui gli diedero in mano la sua prima pistola. Il primo giorno di esercitazione di tiro. Avere un’arma tra le mani lo fece sentire diverso... non migliore, solo diverso. Era un ragazzo e probabilmente fu una sensazione comune a tutti gli altri cadetti del corso, ma la ricorda ancora bene e la sta provando adesso. La sensazione di avere il controllo di tutto... la sensazione di poter compiere qualunque impresa. La stessa sensazione vista con gli occhi di un pivello e di una persona un po’ più matura. Lo stesso sentimento provato all’interno di due contesti estremamente differenti: allora non aveva la volontà di uccidere che sente bruciare dentro di sé adesso. Allora aveva solamente voglia di fare del suo meglio e di essere degno di portare quell’arma. Tuttavia, la sensazione di poter controllare qualunque cosa rimane la medesima... Ed si sente calmo e forte adesso... con gesti lenti e misurati mette le cuffie e mira alla sagoma di fronte... sorride prima di poggiare il dito sul grilletto e si sofferma a godere di quel momento, proiettandolo alla sera che deve ancora arrivare. Preme il grilletto con decisione ed il suono attutito della detonazione lo eccita e lo spinge a cercarne ancora... un secondo colpo, poi un terzo e così via fino a quando non sente lo scatto a vuoto del percussore... che bella sensazione!
Certo, la prima volta in accademia si risolse in un vero, comprensibile, disastro... con gli anni si dedicò molto a fare della sua mira una dote non indifferente, anche se era sua regola usare la pistola solo in casi estremi... solo se ve ne fosse stato davvero bisogno... solo se non avrebbero potuto esservi diverse alternative... come questa. La sagoma di robusto cartone scivola sui binari in alto verso di lui e mostra il risultato da campione. Dodici centri... bersaglio abbattuto. Non sarà altrettanto semplice sparare ad un uomo in movimento ed ugualmente armato... ma farà del suo meglio. Non sente il bisogno di ripetere la cosa. È una piacevole sorpresa scoprire che quella tensione si è in parte affievolita.
Resta ancora nella penombra della sala a godersi quel silenzio e l’odore della polvere da sparo. Poi l’agente torna sui suoi passi, ripercorre il corridoio e sale nuovamente le scale per fare ritorno alla scrivania. Non si degna più di fissare l’orologio. La terapia ha funzionato. Si siede con calma, pronto ad affrontare con più serenità e maggiore concentrazione il tempo che resta, quando una figura fa la sua comparsa davanti alla scrivania. Una sorpresa inaspettata.
“Agente Stanton? Spero di non capitare in un brutto momento. Si ricorda di me? ”
“Mio Dio. Signor Wilkins... ”
Il caffè è sempre il migliore da Lou’s. il vecchio proprietario che da il nome al suo locale si difende ancora egregiamente... Ed riconosce alcuni dei clienti con i quali parlava quando quello era il suo quartiere. Quando faceva la gavetta... quando era diverso. Alcuni di essi non lo riconoscono più... altri lo salutano con la mano e gli sorridono cordialmente e lui risponde con un sorriso altrettanto gentile. Gli è sempre piaciuto questo posto... il ritratto della serenità e del calore che si può provare per questi momenti della propria vita. un punto di riferimento per nulla cambiato negli anni. Un sicuro rifugio dallo stress quotidiano che lascia fuori dalla porta i problemi della routine, grandi o piccoli che siano... un luogo dove si può sorseggiare un caffè in tutta calma senza la paura di qualche cameriere che ti chiede cortesemente di ordinare ancora o di liberare il tavolo per i clienti in attesa. Dove si possono fare quattro chiacchiere con un vecchio amico... o anche un nuovo amico.
“Mi piace questo posto. È accogliente. ”
“L’ho sempre trovato liberatorio, signor Wilkins. Ho voluto portarla qui apposta. Volevo mostrarglielo. Volevo che anche lei potesse assaporare un briciolo di quella tranquillità che sento quando vengo qui. ”
“tranquillità... ” sospira l’elegante avvocato. “Una parola che ha perso molto del suo significato, per quel che mi riguarda. Ne sento il disperato bisogno. La desidero con tutto me stesso... gli corro dietro ma non riesco mai a raggiungerla. ”
“Mi dispiace tanto. Io... non ho idea di cosa stia provando ed anche se l’avessi penso che non basterebbe a descrivere quello che sente. ”
“La verità è che non so più neanch’io quello che sento, agente Stanton. Ci sono giorni in cui penso di farla finita. Penso che tutto quello che pensavo fosse importante non ha invece più senso... giorni in cui mi sento come un sacco vuoto. Ma altre volte invece credo che valga ancora la pena vivere per mia moglie. Penso che dopotutto questo mondo ci dia la possibilità di alzarci di nuovo e di riprenderci dalle tragedie che ci hanno colpito. Non le dimenticheremo mai, certo... ne saremo segnati a vita ma forse potremo rialzarci e ricominciare. Poi tutto ricomincia ad essere doloroso. Non lo so come mi sento, davvero... so solo che non vorrei sentirmi così. ”
“Questa notte finirà tutto, signor Wilkins. Questa notte la pagheranno per avere ucciso suo figlio. ”
“Edward... sono venuto qui, proprio per questo. Devi avere fatto degli sforzi tremendi per giungere a questo punto e non saprò mai come sdebitarmi con te per la solidarietà che hai dimostrato verso la mia famiglia... sei stato più vicino a noi di quanto abbiano fatto addirittura i nostri parenti... hai combattuto una battaglia non tua, spinto da un ammirevole senso di giustizia... ma non voglio che continui, ragazzo. ”
Le parole dell’avvocato colpiscono come un camion e stupiscono oltre che fare male.
“Io... non capisco. ”
“Ascoltami, Edward. Non è stato giusto fin dall’inizio che tu abbia deciso di imbarcarti in questa mia crociata. Volevo ottenere vendetta per mio figlio ed ho tacitamente accettato il tuo aiuto... anzi, si può dire che sia stato io a spingerti a fare la parte del giustiziere in mia vece. Tutto ciò per nascondere la mia vigliaccheria e la mia paura. Ho pensato molto a te in questi giorni... non voglio che anche tu finisca ucciso, non lo sopporterei. Ho sentito tante cose sui Mexican... se sono anche solo la metà delle belve che si dice, allora stai davvero rischiando la vita. Non è giusto. Non devi morire a causa mia. Ed anche se dovessi ucciderli io non riavrei mio figlio. ”
“La smetta adesso. Non ho fatto nulla che non volessi fare, da quando è iniziato tutto. Non nego che sia stata dura; ho dovuto mettere in discussione tutto quello in cui ho sempre creduto... ad un certo punto ho vacillato... ma poi ho capito che sto facendo quello che va fatto e che nessun altro vorrebbe o potrebbe fare. Può sembrare orribile da dire ma la morte di Steve mi ha maturato. Mi ha dato la consapevolezza di ciò che significa veramente indossare l’uniforme che ho desiderato per tanto tempo. Non posso tornare indietro adesso. Non voglio, signor Wilkins. E non sto facendo tutto questo solo per lei o Steve. Lo sto facendo anche per me e per tutte le persone che non accettano di vivere continuamente nel terrore di perdere sé stessi o le persone a cui tengono. È mio dovere proteggerli e questa notte assolverò al mio compito, forse per la prima volta davvero da quando sono diventato poliziotto. Non ho nessun rimpianto per quello che ho fatto e per quello che farò e non ho nessuno che mi aspetta a casa, al contrario di lei. Se dovessi morire, lo farei serenamente, dopotutto... e con la consapevolezza di aver fatto il mio dovere fino alla fine. La prego, non mi tolga tutto questo. È giusto che vada avanti... e lo farò. ”
Wilkins abbassa la testa e sospira rassegnato:
“D’accordo, Edward. Il tuo discorso non poteva essere più convincente ed ho capito che non riuscirei mai a farti cambiare idea. Dovevo provarci... ma ti prego, stai attento. Non correre rischi inutili. Hai ancora buona parte della vita davanti a te... non negartela. ”
“Non lo farò, George. E credo che quando questa storia sarà finita potrò vivere più serenamente. Rimanga in città fino a domani. Voglio darle personalmente la notizia che tutto è finito. ”
Una vigorosa e sincera stretta di mano accompagna gli sguardi di rispetto che entrambi gli uomini si scambiano per lunghi momenti... poi restano seduti in silenzio a sorseggiare il caffè mentre le nuvole si addensano all’esterno e le prime gocce di pioggia iniziano a scendere rapidamente sulla città.
CAPITOLO 11: LA RESA DEI CONTI.
Il forte temporale squarcia il silenzio della notte e la pioggia cade così fitta da rendere difficoltosa la visuale... il suo odore penetra intensamente le nari... è piacevole... liberatorio.
La macchina si ferma all’inizio dell’area portuale... è lì che John ha fissato l’incontro. Ancora non si vede, ma mancano un paio di minuti all’orario accordato. Ed si guarda intorno nella speranza di vedere l’amico spuntare da qualche angolo per iniziare la missione più importante della sua vita. è pronto come non lo è mai stato e la sua mente è sempre sgombra da qualunque perplessità. Lo sguardo attento e duro si poggia a turno sulla miriade di baracche apparentemente abbandonate che si stagliano di fronte a lui in lontananza; le luci della città illuminano le povere costruzione e ne conferiscono un aspetto spettrale, mentre nella baia, le chiatte ormeggiate al molo, dondolano vistosamente, sferzate dal vento e frustate dalle onde del mare agitato che s’infrangono con un secco schiocco sulla chiglia. In alto, la luna compie inutili sforzi per cercare di farsi strada fra le nuvole nere e gonfie della furia degli elementi... nessuno in giro. Non un’anima. Un luogo desolato, perfetto per essere teatro di morte per molti. Forse anche per lui, questa notte. Ma non ha paura nemmeno di lei e della sua lunga falce... quasi gli sembra di vederla descritta nelle nubi... gli sembra di scorgere il suo sorriso crudele... è arrivata puntuale come sempre ed è pronta a svolgere il suo compito ed a godersi lo spettacolo. E lo spettacolo sta per iniziare.
“Ehi! Di solito ci si porta dietro un ombrello quando piove! ”
Ed ha un visibile sussulto che non sfugge all’amico, arrivato alle sue spalle:
“Siamo nervosi, eh? Beh, meglio avere i sensi all’erta in una notte come questa. Potrebbero salvare la vita. ”
“Hai già visto dove sono? ”
“Ho fatto un sopralluogo in serata. Ho dovuto aspettare sotto la pioggia per quasi due ore ma alla fine ho visto uno dei nostri amici messicani spuntare fuori dalla casetta che puoi intravedere davanti a te, sulla sinistra... quella più vicina al molo. ”
“La più piccola e la più imboscata... ” commenta Ed, posando gli occhi sulla piccola costruzione indicata da John. “Sei certo che siano ancora là dentro? ”
“Come del fatto che mi chiamo John. Del resto dove dovrebbero andare con un tempo da lupi come questo? Anche a loro piace stare al caldo, credo! E ti dirò che pure io non vedo l’ora di farmi un bel pediluvio bollente a casa. ”
“Come cavolo fai ad avere voglia di scherzare anche adesso? Potremmo morire fra poco. ”
“Premesso che faccio gli emeriti scongiuri di fronte alla tua osservazione, ti faccio presente che siamo due poliziotti, Ed. potremmo morire questa notte come qualsiasi altro giorno. Non vedo perché dovrei viverla con il muso! Più che altro mi scoccia il fatto che, se dovessi morire stasera non potrei rivedere la battona di Parker Street... sono certo che ancora qualche volta e me l’avrebbe data! ”
Per quanto tesa sia la situazione, anche a Ed scappa un sorriso:
“Lasciamo perdere. Come ci muoviamo per avvicinarci? ”
“Prima di muoverci, vieni a prendere le armi nella mia auto. ”
“Ho già la mia pistola. ”
“E tu vuoi andare laggiù solo con la pistola? Allora sì che puoi iniziare a comporre un adeguato epitaffio! In questi casi serve qualcosa di appoggio al solito ferro. Vieni a vedere. Mi ringrazierai. ”
Due robusti e potenti Remington 870. Un fucile d’assalto in dotazione alle squadre speciali... spara pallettoni che devastano il malcapitato obiettivo. Un’arma pesante, forse lenta nel caricamento ma molto valida negli scontri ravvicinati... non è dato sapere come abbia fatto John a procurarsi quei fucili... fatto sta che sono dentro la sua auto, nuovi, carichi e pronti ad essere usati. Con decisione, Ed ne afferra uno e lo imbraccia, subito imitato dal collega, che gli sorride, dicendogli:
“Ora sì che possiamo andare! ”
“Se qualcosa dovesse andare storto... voglio ringraziarti ancora di tutto, vecchio mio. ”
“Fallo quando sarà finita. Ti assicuro che te ne darò modo. Andiamo adesso. ”
L’ora è arrivata.
Il rumore dei passi coperti dallo scrosciare della pioggia e dal crepitare dei tuoni, i due agenti si avvicinano all’obiettivo avanzando chinati, tutti i sensi all’erta. Basta un minimo rumore per metterli in allarme, anche se tutti falsi allarmi... un gatto che si muove fra le casse marce ammucchiate in un angolo ed un bidone di alluminio rovesciato a causa del vento. Le canne dei fucili si muovono lentamente descrivendo un semicerchio davanti a loro mentre il dito è rigido sul grilletto. il bagliore dei fulmini illumina pericolosamente i due uomini lungo il difficile percorso, ma fortunatamente nessun nemico appare dall’interno della baracca per individuarli e sorprenderli. In poco tempo, Ed e John arrivano a pochi metri dalla costruzione e riescono a scorgere una debole illuminazione all’interno ed il rumore di alcune voci portate dal vento.
“Sono dentro... ”
“Li sento, Ed. non riesco a vederli ma li sento anch’io. ”
“Sicuri che siano soltanto in quattro? ”
“Non completamente, ma quella baracca è così piccola che non può ospitare molta gente... e non credo che sarebbero riusciti ad infilarsi lì dentro senza dare nell’occhio, se fossero stati troppi. ”
“Come entriamo? ”
“Ok, ascolta. Io penso a creare un diversivo per distrarli e magari farli uscire allo scoperto... appena mi metto a sparare e quelli si sfogano su di me voglio che fai il giro e ti fiondi dalla finestra sul retro. Non appena sentiranno il rumore del vetro che si spacca, io sfondo la porta principale e li facciamo tutti secchi! ”
“Sembra facile detta così! ”
“Non lo sarà, ma possiamo farcela vecchio mio. Hai ancora qualche metro da percorrere riparato per appostarti. Sdraiati e striscia dietro a quelle pile di bancali... dovresti arrivare abbastanza vicino. Aspetterò che sei in posizione prima di fare un po’ di casino! ”
“D’accordo... buona fortuna, John! ”
“Anche a te, ragazzo. E mi raccomando, Ed: sangue freddo! ”
Sdraiatosi sul suolo zuppo, Edward inizia a strisciare verso il retro della baracca, ancora coperto dai bancali, mentre John continua a tenere d’occhio l’ingresso e le due finestre nella speranza di scorgere gli avversari per poter sincerarsi dell’effettivo numero. Alcuni istanti bastano a Ed per arrivare al limite della copertura... lentamente, l’uomo si mette a chinino e si ferma... lo sguardo fisso sulla finestra nel retro... nessuna luce da lì. I due agenti si scambiano un rapido cenno d’intesa... entrambi sono in posizione e pronti.
Il primo colpo di fucile si confonde con il tuono che arriva nello stesso istante ed il pallettone si abbatte con furia su una delle finestre facendola letteralmente esplodere... dall’interno urla di rabbia ed imprecazioni, poi un altro colpo si schianta sulla porta principale lasciando un vistoso squarcio. All’interno, sembra il panico:
“CAZZO!! GLI SBIRRI!! CI ATTACCANO!! ”
“FIGLI DI PUTTANA!! ”
“FUORI PRESTO!! ”
“FERMI! CI DIFENDEREMO MEGLIO DA QUI!! ”
Il tragico concerto inizia inevitabile... colpi di pistola e di mitraglietta vengono vomitati dalle finestre verso John, che a fatica riesce a rispondere alla reazione. Ma lo scopo è stato raggiunto... grazie all’azione del collega, Ed è libero di fare la sua parte; inizia a correre a perdifiato verso la finestra senza che nessuna pallottola gli fischi vicino e quando è abbastanza vicino il tuffo contro la vetrata è inevitabile. L’uomo piomba nella stanza pesantemente assieme ai frammenti di vetro ed è pronto a dare man forte al compagno d’azione... ma appena in piedi uno sparo gli percuote i timpani ed una sensazione di dolore acuto lo sferza allo stomaco improvvisamente, mentre non può fare a meno di resistere all’onda d’urto che lo scaglia contro la parete di pietra. Ed ricade sul pavimento molto malamente... non riesce a respirare e sente la coscienza venir meno. Gli occhi si chiudono inesorabilmente mentre quel forte dolore lo attanaglia sempre più... prima di sprofondare nel buio sente gli spari cessare all’esterno... una maledetta trappola.
Julio si avvicina al corpo esanime e lo squadra... gli è difficile dire se sia più soddisfatto per aver eliminato il nemico o più scosso dal secondo omicidio commesso. Era convinto sarebbe stato più semplice da sopportare... si sbagliava. In quell’istante la luce si accende ed anche gli altri Mexican Skulls entrano nella stanza, Miguel in testa.
Il sorriso di trionfo del capobanda nel vedere Ed steso al suolo è istantaneo:
“Sei stato in gamba Julio. Finalmente abbiamo chiuso con questa faccenda! Eccolo qui, il nostro sbirro giustiziere! ”
Miguel si avvicina al cadavere e sferra un violento calcio al fianco per sfogare la rabbia ancora dentro:
“Questo per Ramon, maledetto bastardo! ”
Non contento, il leader punta la pistola contro il volto di Ed... Julio non riesce a restare in silenzio... pensava di essere pronto a tutto... eppure ora non riesce più a vedere davanti a sé l’uomo che più si avvicinava ad un padre... non c’è traccia dell’uomo che l’ha rinfrancato solo ieri sul molo... non riesce a trovarlo, sepolto com’è da tutto quell’odio.
“Miguel... che vuoi fare? ”
“Gli faccio schizzare via la faccia a questo pezzo di merda!!! E poi lo butto ai pesci della baia! ”
“Ma... è morto. Non... non possiamo infierire su un cadavere. ”
“Chiudi quella cazzo di bocca Julio!! Voglio togliermi questa soddisfazione!! ”
Le pupille dilatate dalla follia omicida, Miguel alza il cane della pistola e già l’indice accarezza il grilletto... ma è in quell’istante che un boato fa sobbalzare tutti i presenti e trasforma il ghigno di Salazar in una smorfia di doloroso stupore... ed il suo urlo agghiacciante riempie l’aria mentre tutti vedono la sua mano scoppiare come un palloncino riempito di sangue e la pistola schizzare lontano. Nessuno degli altri membri della banda ha il tempo di abbozzare una qualunque reazione e mentre assistono alla tragica caduta del loro capo che prende a contorcersi ed a rotolare sul pavimento colorandolo di rosso e tentando disperatamente di premere sul disgustoso moncherino per arrestare l’emorragia, Edward Stanton ricarica e spara rapido e preciso... due colpi di fucile che arrivano a destinazione. Pablo Suarez e Alejandro Noriega terminano la loro carriera di criminali e la loro vita in quella baracca... il buco nel petto e gli occhi sbarrati verso un mondo ignoto sono il loro biglietto da visita... e la fine dei Mexican Skulls... o quasi.
Julio non riesce a muoversi né a pensare... può solo fare da spettatore passivo... può solo seguire gli eventi. Non riesce a muovere un dito né a pronunciare una sillaba mentre vede il poliziotto alzarsi faticosamente da terra, aprirsi la giacca e sfilare il giubbotto in Kevlar che gli ha salvato la vita. la pallottola ancora conficcata nella superficie antiproiettile... è stata comunque una bella botta ed il dolore è ancora forte... di certo ha un paio di costole rotte... ma non può ancora fermarsi a riposare.
L’uomo lascia scivolare a terra fucile e giubbotto e volge lo sguardo all’unico superstite dei suoi avversari... al ragazzo che ha cercato di ucciderlo e che ora lo fissa pieno di paura.
“Tu sei Julio, vero? Sei stato tu ad uccidere Steve Wilkins... ”
Nessuna risposta. Julio sente la morte abbracciarlo. Vorrebbe supplicare il carnefice che gli sta di fronte ma non ha nemmeno la forza di fare questo.
“Hai paura di morire, vero? ”
“Io... io... sì... sì, ho paura. ”
Gli occhi gonfi di lacrime. Ma il volto di Edward rimane impassibile e severo. Non si può scorgere alcuna compassione in esso.
“La tua banda non esiste più, ragazzo. Ho ottenuto la giustizia che volevo... ma non mi sento meglio. George Wilkins aveva ragione. Tutto questo non ha riportato in vita suo figlio. È stato solo altro orrore... altra violenza. Sono stanco adesso. ”
“Io... non voglio morire... ti... ti prego. ”
“È buffo, sai? Mi ero immaginato questa scena proprio così, nella mia testa. Tu che mi imploravi di non ucciderti ed io che ti sparavo comunque senza nessun rimorso. Ed è anche buffo che tu sia l’unico rimasto vivo. Tutto è partito da te. Tu hai ucciso quel ragazzo, ma ne hanno fatto le spese i tuoi amici... e credo lo meritassero più di te, in fondo. Anche Steve Wilkins non voleva morire... voleva soltanto vivere la propria vita ma non ha potuto. Dovrei ucciderti perché il cerchio della vita riacquisti il suo centro... perchè si ristabilisca l’equilibrio. Per mantenere fede alla promessa che ho fatto. E fino a questo momento ero convinto che fosse la cosa più giusta da fare. Avrei un motivo in più per farlo, visto che hai cercato di uccidere anche me, poco fa. Ma la rabbia è sparita... non capisco come mai ma è così. E non sento la voglia di farla tornare, sai? Forse perché sono un inguaribile romantico e penso che questo sia un finale più giusto... forse perché sei solo un ragazzo e non voglio credere che tu sia un mostro. Ma forse è anche perché ho capito che io non sono un vendicatore... non sono un giustiziere... la giustizia non è presente in questa stanza... è molto lontana invece... ”
“Mi... dispiace... mi dispiace... ”
Come un fantoccio vuoto, Julio si affloscia su sé stesso piangendo a dirotto... singhiozzando come un bambino, coprendo si il volto per la vergogna.
“Lo so, ragazzo... e questo ti servirà per non dimenticare. È il primo passo verso la tua nuova strada e perché io rientri nella mia. ”
Edward si avvicina a quella che ormai sembra solo una vittima di un mondo che non ha avuto alcuna pietà di lui, lo guarda ed i lineamenti si distendono... la rabbia è lontana... il poliziotto è tornato. Sta per mettergli le manette... non si accorge di stare per morire. La canna della pistola è puntata sulla sua nuca... lo sforzo di Miguel è tremendo... sa che sta per morire ma lo farà da vincitore... basterà solo un attimo. Il capo dei Mexican Skulls sorride debolmente mentre sente la vita sfuggirgli... vuole essere certo di prendere bene la mira... non riesce a sostenere il peso della pistola nell’unica mano rimasta... ma basta un attimo... sì, adesso! Il poliziotto è morto.
L’ennesima detonazione squarcia l’aria e fa voltare di scatto Ed... Miguel deve rassegnarsi e morire senza aver avuto l’ultima soddisfazione della sua vita... può solo stramazzare al suolo ed avere un rapido flash del frammento di cervello che si spalma davanti a lui.
“Appena in tempo, Ed... ”
“John! Credevo ti avessero ucciso! ”
“In effetti c’è mancato poco... ”
Poggiato allo stipite della porta, John regge la pistola con una mano e con l’altra tiene premuta la ferita all’addome. Il volto sofferente ma ancora colorito.
“Cazzo, se fa male! ”
“È grave? ” chiede l’amico mentre toglie dalla mano di Salazar la pistola che stava per chiudere il sipario su di lui.
“È più brutto a vedersi, vecchio mio! Non ho perso molto sangue. Credo che me la caverò anche questa volta. Ma vedo che anche tu hai fatto bene la tua parte, qui. ”
“Già... anche se ho rischiato grosso. Mi stavano aspettando... una trappola che poteva costarmi la pelle se non ricordavo il giubbotto antiproiettile. ”
“Visti i risultati, avrei dovuto ricordarmene anch’io. Beh, in fondo tutto è bene quel che finisce bene. Ci siamo riusciti. Ora ti senti meglio? ”
“Non del tutto, John... c’è ancora qualcosa che dev’essere sistemata... ”
“Vale a dire? ”
“Vale a dire tu, vecchio mio... ”
“Aspetta un attimo: non ti seguo. ” Commenta John perplesso.
“Soltanto adesso sono riuscito a mettere assieme i pezzi del puzzle, John. Durante tutta questa storia, dall’inizio alla fine c’era qualcosa che non mi tornava. Un sacco di punti interrogativi ancora da spiegare. Sono riuscito a mettere insieme gli indizi che hai lasciato solamente poco fa... ma devo ammettere che non è stato semplice... e soprattutto è stato difficile da credere. ”
“Sei sicuro di non aver battuto la testa, Ed? Mi sembra che tu stia sparlando. ”
“Vorrei tanto che fosse così, credimi. ”
“Ma che cazzo stai dicendo? Puoi spiegarmi una buona volta? ”
“Basta, John. Butta la maschera... è già abbastanza penoso. Ti conosco da quando sono entrato in polizia. Non avrei mai pensato potessi essere un criminale. ”
“Ora basta, Ed! fatti vedere da un medico! ”
“Hai fatto tu la soffiata quel giorno, vero? Quella che ha fatto fuggire la banda la prima volta. Bella la scusa di allontanarti per le ciambelle. Ed hai fatto secco Schenck perché invece aveva spifferato alla polizia del nascondiglio. È stato Miguel a darti l’ordine. Doveva pagare per il suo tradimento, immagino. ”
“Stai sbarellando, Ed. o forse è troppa paranoia. E dovrei anche offendermi per quello che stai dicendo. Ho rischiato anch’io la pelle in questa storia. Per dare una mano a te, se l’hai dimenticato. ”
“Speravo che fosse così. Davvero. Il fatto è che solo tu potevi sapere dove abitavo. Hai suggerito a Miguel di mandare qualcuno per farmi secco una volta per tutte. Non mi sarei mai aspettato un attacco in casa mia, in fondo. Hai recitato la tua parte alla perfezione... adesso riesco a capire anche la frase che hai detto mentre pestavi Schenck. Mi conoscono... ma certo, probabilmente i vicini di casa ti avevano visto assieme ai Mexican ma non Schenck... lui non sapeva di cosa eri capace. ”
“Ti giuro che mi viene da ridere. Sono curioso di sentire il resto della storia. Certo, ne hai di fantasia da vendere! E come va avanti? ”
“In realtà non resta molto. Quando l’attentato è andato male, hai teso la trappola in questo posto già indicato da Schenck. Era tutto in programma, vero? Per fingere di essere davvero dalla mia parte hai fatto sputare a quel poveraccio un’informazione che già conoscevi. E quando è stato il momento, hai avvertito la banda del nostro arrivo, probabilmente pianificando la trappola durante la giornata mentre ero al distretto. Scommetto che non è un caso se hai portato i fucili e non il giubbotto antiproiettile... purtroppo per voi è stata una cosa che mi sono ricordato da solo. Ed alla fine mi spiego anche come potevi sapere della finestra sul retro. Davvero impressionante. ”
“Ottima ricostruzione, agente Stanton! ” risponde John sorridendo divertito “Ad essere sincero, non pensavo fossi così acuto. Ma la tua teoria fa acqua per un solo dettaglio, che a quanto pare hai trascurato: ti ho appena salvato la vita! ”
“No, John: non hai salvato la vita a me. Hai solo voluto vendicarti dei tuoi ex-compagni. Questo spiega anche la tua ferita. Penso che Miguel avesse deciso di troncare i rapporti anche con te. Oltre a sapere tutto sulla sua banda, secondo me si era anche scocciato di avere il mio fiato sul collo. Forse tu gli avevi promesso di depistarmi e di tenermi sotto controllo... e quando ho ucciso Ramon magari ti ha ritenuto responsabile e voleva fartela pagare. Ha accettato la tua idea della trappola ed ha messo in cantiere il fatto di liquidare anche te dopo di me, ma ovviamente, ti ha solo ferito. ”
John non spiccica parola... il suo sguardo è più che sufficiente... dopo qualche istante cerca di passare all’offensiva:
“Se io vado a fondo, tu verrai con me, Ed. Non scordare che eri presente anche tu all’omicidio di Schenck... non scordare che ho maciullato un cadavere nella tua vasca da bagno e non sono stato così fesso da farlo a mani nude... inoltre ti ho lasciato qualche ricordino come garanzia... un dito qua, un orecchio là... non esistono prove nei miei confronti e non c’è alcun rapporto scritto dal momento che non siamo mai stati in servizio quando abbiamo iniziato. L’unica cosa evidente, che tutti al distretto sanno bene, è stato il tuo odio verso questi figli di puttana e la tua smania di vendicare la morte di quel ragazzo... anche un deficiente potrebbe arrivare a concludere che sei stato tu ad orchestrare ogni cosa. Io ho cercato disperatamente di dissuaderti dal farlo ma purtroppo non ci sono riuscito... un vero peccato perché avresti potuto essere un magnifico poliziotto. Invece dovrai passare il resto della tua vita in galera. Cose che succedono! Ma hai anche un’altra via d’uscita... non è necessario che finisca così male in fondo... se tu prometti di tenere il becco chiuso, io ti posso garantire che tutto questo schifo resterà fra noi due fino alla tomba e domattina potremo riprendere il nostro lavoro e le nostre vite come se non fosse successo nulla. È più facile di quello che credi. ”
“Perché l’hai fatto, John? Perché non sei rimasto pulito? ”
“Ah ah ah!! Vorrei poterti dare una valida motivazione, amico mio... ma alla fine di tutto sono sempre i soldi che fanno girare questo mondo. Al giorno d’oggi la vita costa cara e farsi sparare addosso per una miseria non è proprio il massimo, non ti pare? Ho smesso di essere idealista parecchio tempo fa. Non voglio accontentarmi di una pensione da fame e di un finto orologio d’oro come garanzia sulla mia vecchiaia... ho voluto arrotondare un po’ le mie entrate e l’ho fatto inserendomi in un giro che un poliziotto deve conoscere piuttosto bene. Non ci sono tante altre persone che arrotondano il loro stipendio facendo qualche lavoretto in nero? Pensa a me in questo modo! ”
Per tutta risposta l’agente Stanton punta la pistola contro l’agente Arliss:
“Mi dispiace, John... non posso farlo. ”
“Che vuoi fare? Spararmi? Vuoi sparare ad un poliziotto? Vuoi sparare ad un collega? Un amico? Ti guadagnerai la sedia elettrica, Ed! Hai ucciso un agente che cercava di fermare la tua furia omicida. In questa città non c’è posto per i vigilanti! I poliziotti devono far rispettare la legge! ”
“Io sono un poliziotto... e questa è la pistola di Miguel Salazar! ”
L’inevitabile accade e quando John cerca, con uno scatto, di sparare al testardo avversario, Edward dimostra di avere i riflessi migliori... il boato del fulmine e la luce del lampo fanno da sfondo a quel secondo... poi è tutto finito. L’agente John Arliss è morto a seguito di una sparatoria con il capo dei Mexican Skulls, rimasto ucciso a sua volta... se non altro, non perderà la sua reputazione.
Mentre la pioggia cresce d’intensità e la morte si allontana dalla tragica baracca, dopo aver ottenuto il suo pesante tributo, Edward e Julio si allontanano in auto... più tardi, una telefonata anonima avviserà il dipartimento di quello che è successo alla baia.
CAPITOLO 12: UN’AMARA VERITA’.
Hotel Regency, ore 8. 30 del mattino. Ha smesso di piovere ma è ancora abbastanza nuvoloso e l’aria è ancora impregnata dell’odore della pioggia caduta tutta la notte. George Wilkins ha appena terminato la frugale colazione nella sua stanza e si sta godendo l’aroma di caffè nella sua bocca. Un leggero bussare lo fa voltare verso la porta d’ingresso.
“Chi è? ”
“Signor Wilkins? Sono Edward. ”
Subito, l’avvocato si alza e si dirige verso la porta velocemente e la apre per fare entrare l’amico. L’agente Edward Stanton indossa la sua uniforme ed ha un’espressione seria e concentrata... tutto l’insieme incute davvero rispetto ma anche ammirazione. Pare davvero essere la quint’essenza della legge.
“Agente Stanton! La prego entri. ”
Il poliziotto fa il suo ingresso nella camera d’albergo dopo aver ringraziato Wilkins, che richiude lentamente ed invita l’ospite a sedersi.
“La ringrazio. Preferisco rimanere in piedi. Non mi tratterrò molto. ”
“Ha già fatto colazione? Vuole che le chiami il servizio in camera? ”
“No, non si disturbi, davvero. Devo fare ritorno al distretto. Sono passato solo per aggiornarla su quanto è accaduto ieri sera. volevo che lo sapesse. ”
“Beh, in realtà credo di saperlo già. Ho appena finito di leggere il giornale... c’è scritto che sono stati trovati quattro cadaveri in una baracca sul porto... uno di essi è un agente di polizia, un certo John Arliss. A quanto pare, i Mexican Skulls sono finiti per sempre e quest’uomo ne è stato il responsabile. Anche lui è morto nello scontro, ma qualcosa mi dice che non era solo ieri sera, vero? ”
“Ho deciso di finire quello che avevo iniziato, signor Wilkins. Non potevo semplicemente girare la testa dopo essere arrivato a quel punto. In un certo senso mi ha fatto bene. Mi ha maturato molto. Quanto all’agente Arliss preferisco non parlare. La sua morte ed il suo coinvolgimento rimarranno un mistero per i miei colleghi... ma anche se aveva i suoi difetti, una parte di me lo ricorderà come un amico. ”
“Non è necessario che mi dica altro, Edward. In fondo credo fosse questo che volevo sapere. Gli assassini di mio figlio hanno avuto il giusto castigo... non credo potrò dormire tranquillamente lo stesso ma forse l’anima di Steve può finalmente riposare in pace. E per questo, il merito è solo suo. ”
La mano si tende verso l’agente di polizia e il gesto è imitato... una vigorosa stretta eppure sembra che qualcosa non vada perché al sorriso cordiale di Wilkins, Ed risponde con una cupa espressione.
“Fra quanto partirà? ” chiede sommessamente all’avvocato.
“Ho il treno alle dodici e trenta. Ma con questo tempo non ho proprio voglia di andarmene in giro per negozi. Peccato perché avrei voluto almeno comprare i sigari. Sfortunatamente non ne ho più uno altrimenti glielo avrei offerto... o forse non fuma? ”
“Soltanto qualche volta. Lei invece fuma spesso, signor Wilkins? ”
“Mi concedo soltanto i miei amati Bolivar... hanno un sapore particolare, mi creda. ”
“Lo so... un sapore dolce e delicato. L’ho sentito spesso nell’ultimo periodo. Lo sento anche in questo momento nella stanza. ”
“Già... ho fumato l’ultimo ieri sera prima di addormentarmi... mi ha conciliato il sonno. ”
“Se non sbaglio, l’ha fumato anche quando eravamo al bar ieri, vero? ”
“È vero! Accidenti! Complimenti, per il suo olfatto, agente! ”
Un sorriso amaro disegna la bocca di Ed:
“Beh... e come la fa sentire? ”
“Il sigaro? Mi fa riflettere su tante cose e mi rilassa incredibilmente. Può sembrare una cretinata, ma le garantisco che mi aiuta persino nel mio lavoro. Mi distende i nervi e mi schiarisce enormemente le idee prima di entrare in aula... riescono meglio le arringhe! ”
“Non lo metto in dubbio. Ho sentito che sono piuttosto difficili da trovare, qui. ”
“Infatti. E le assicuro che sono anche parecchio costosi! In ogni caso, sono riuscito a trovare un piccolo fornitore che me li può procurare. Come le ripeto è l’unico mio vizio ma non voglio rinunciarci. ”
“È difficile rinunciare ai propri vizi, lo capisco. È una vera fortuna che i boliviani possano accontentarla anche in questo. Del resto dovranno pur sdebitarsi verso l’uomo che ha aperto il loro mercato qui in città. ”
“COSA?? Ma... non capisco che diavolo sta dicendo, Edward. ”
“Non capivo nemmeno io che diavolo era quell’odore quando io e John siamo arrivati a casa di Schenck. Non ho mai avuto il vizio del fumo, di conseguenza sono molto ignorante in materia... quell’odore acre ma forte. Lo stesso che aveva il sigaro che fumava quand’era al bar. Lo stesso odore che sento adesso. Fumare è un brutto vizio ma alle volte può anche essere peggiore. Ed anche comprare e vendere droga è un brutto vizio. ”
Wilkins è basito e visibilmente irritato. Adesso, la sua cordialità non è altro che un ricordo lontano ed un volto duro e nervoso cerca di reggere quello determinato dell’uomo in piedi di fronte a lui.
“Credo che questa conversazione debba terminare ora, Edward. Non mi piace essere accusato, soprattutto da chi credevo un amico. ”
“Per la verità è una conversazione che non piace neppure a me, Wilkins. È la seconda volta che sono protagonista di una scena simile nell’arco di poche ore... e solo adesso mi rendo conto di quanto fossi ingenuo, prima. Steve è stata la vendetta di Miguel Salazar nei tuoi confronti, non è così? Una specie di guerra fra bande, se posso chiamarla con questo termine... solo che sei tu stesso la tua banda... e ti sei servito di me per uccidere gli assassini di tuo figlio e per avere il controllo della roba dei boliviani. ”
Come per magia, la pistola appare fra le mani di George Wilkins ed è puntata al petto di Ed.
“Cazzo! Non pensavo che fossi così arguto, Edward! Dovrei complimentarmi con te ma non penso sia il caso visto che sto per ammazzarti! Avresti fatto meglio a mettermi le manette subito, se eri così sicuro di quello che dicevi. Non posso certo permettere che tu mi faccia affondare. Ho un lavoro troppo rispettabile, ancora una moglie ed una nuova attività che sta per avviarsi nel migliore dei modi e senza nessun concorrente! L’unico ostacolo sei tu! ”
“Vuoi uccidere un poliziotto in una camera d’albergo. Mi hanno visto in molti alla reception... la mia uniforme non passa inosservata e del resto l’ho indossata apposta. Se avessi avuto abiti civili a quest’ora sarei già steso sul pavimento con un buco in testa... o mi sbaglio? ”
“In effetti può rappresentare un problema il fatto di fare sparire il tuo corpo. Ma credo che riuscirò ad inventarmi qualcosa. Ho molte amicizie, Edward. E non parlo solo come avvocato. Basta fare una telefonata alla persona giusta che verrà subito qui dentro per darmi una mano a risolvere questo inconveniente. E comunque la colpa è tua. Non ti sei voluto dare per vinto. Hai voluto insistere ancora ed ancora. Ho dovuto persino venire qui di persona e parlarti come un padre per convincerti a desistere dal continuare, ma niente! Ammetto di essere stato io all’inizio a spingerti a trovare e massacrare quei figli di puttana che hanno ucciso il mio Steve... non avrei dovuto pagare un killer professionista e ne sarei rimasto completamente fuori. Avevi la rabbia e la voglia disperata di giustizia che occorreva per fare un ottimo lavoro a riguardo. L’idea era che ti limitassi ai Mexican Skulls ma poi hai fatto le tue indagini ed hai iniziato a collegare tutto ai boliviani ed alla droga. Quando tu ed il tuo corrotto collega avete fatto secco Schenck, che era il mio tramite con i trafficanti, ho pensato di venire personalmente in città prima che la situazione sfuggisse al controllo. Quando ho letto stamattina della vostra impresa ho pensato che fosse tutto finito e di essere caduto in piedi... non avrei mai pensato che dei banali sigari potessero farmi scoprire! ”
“In realtà non ne ero certo prima di poco fa. In fondo poteva solo essere una coincidenza. Schenck poteva fumare gli stessi tuoi sigari... ma non ho mai creduto alle coincidenze. Ho voluto farti uscire allo scoperto e l’hai fatto. Ho finito di fare il tuo burattino, George!! ”
“Non innalzarti al di sopra di quella che pensi sia spazzatura così facilmente, mio caro! La prima volta che ci siamo incontrati al cimitero ho visto la voglia di uccidere che avevi! La voglia di fare giustizia! Beh, l’hai fatto e per questo ti devo ringraziare! Hai vendicato un innocente... il mio povero Steve... lui non c’entrava davvero nulla con quello che facevo io. Non ne era mai stato a conoscenza e doveva restare così. Non ero preoccupato del fatto che venisse in città per studiare. Ero convinto che Salazar non sapesse che era mio figlio... e mi ero illuso che anche loro avessero un codice d’onore... ma quei vermi non avevano nessun codice d’onore, invece! Erano solo vermi ed hanno meritato il loro destino! ”
“E tu credi di essere diverso da loro? Tuo figlio è morto per causa tua!! ”
“STA’ZITTO!! Tu non conoscevi lui e non conosci me! Tu non hai una famiglia! Che diavolo credi di saperne? Come osi giudicarmi? Io gli volevo bene! Ho sempre cercato di proteggerlo! ”
“Non ci sei riuscito molto bene, sembra... ”
“Fra poco la finirai di fare il sarcastico, te lo garantisco... tu, sporco sbirro. Ti credi il padrone del mondo solo per aver fatto fuori qualche cattivo, è così? Credi di poter sconfiggere tutto il marcio di questo mondo con le tue sole forze! Sei così spavaldo adesso che hai avuto la presunzione di venire qui solo, farmi confessare e magari sperare che mi inginocchi davanti a te piangendo ed ammetta i miei errori?? Sei solo un idiota! ”
“Quello che dici può essere vero, George. Forse sono stato un idiota a venire da solo... ma non sono l’unico idiota dentro questa stanza. Sul giornale non è stato scritto per specifica richiesta del dipartimento ma Julio Gomez, il ragazzo che ha materialmente ucciso tuo figlio, è ancora vivo... ed è pronto a raccontare davanti ad un giudice una storia interessante che gli raccontò il suo capo circa la lotta che stavano per intraprendere contro un avido avvocato di provincia di nome George Wilkins... un’altro dettaglio invece è rappresentato dal microfono che porto sotto la camicia e che ha registrato tutta la tua confessione... non sono venuto in uniforme solo per dare nell’occhio, vecchio mio. In realtà, questa è una operazione di polizia ufficiale e se guardi fuori dalla finestra potrai vedere i cecchini appostati sui tetti dei palazzi vicini... senza contare gli agenti che hanno circondato l’hotel e quelli che si sono finti addetti alle pulizie e che sono entrati nella tua stanza questa mattina, mentre stavi facendo la doccia, per sequestrare il tuo cellulare e scaricare la tua pistola... la stessa che mi stai puntando contro. ”
La fronte di Wilkins diventa gradualmente sempre più lucida fin quando le gocce di sudore freddo che si sono formate su di essa iniziano a colare lentamente sulle guance... eppure sembra intenzionato a mantenere il controllo della situazione:
“Tu... tu stai bluffando. Stai bluffando su tutto! Vuoi solo distrarmi nella speranza che abbassi la guardia per sorprendermi e disarmarmi. Ma non hai nulla in mano, questa è la verità! Non c’è nessun microfono, nessun agente e soprattutto... nessuna pistola scarica! ”
“Se è così che la pensi perché sembri così nervoso all’improvviso? ”
“VAFFANCULO! NON SONO NERVOSO! ”
“Forse è vero... forse sto bluffando. Ma se non è così ti restano solamente venti secondi prima che le squadre sfondino la porta e ti sbattano a terra oppure che un qualche cecchino non ti spari ad una gamba per metterti fuori combattimento. ”
“STRONZATE!! ”
“Allora sparami, George! Dimostrami che sono stronzate! ”
“Vai all’inferno! ”
Il colpo echeggia fra le pareti della stanza ma è Wilkins a crollare al suolo dolorante, premendo forte il ginocchio con entrambe le mani... dalle dita fuoriesce del sangue ma non sembra una ferita grave. Il cecchino sul tetto ha avuto un’ottima mira.
“AAAgghh... brutto figlio di puttana! ”
Nonostante le parole di Ed, Wilkins impugna la pistola e preme il grilletto più volte... ma nemmeno un colpo parte dalla canna... può solo sentire l'amaro click del tamburo che gira a vuoto.
“Dovresti ringraziarmi... tua moglie ha già perso il figlio. Non volevo farla diventare anche vedova. ”
La squadra di supporto irrompe in quell’istante sfondando la porta e rendendo consapevole l’avvocato che il gioco è finito... ed ha perso.
“Te l’avevo detto che non era un bluff, George... ” risponde Ed tirando fuori dalla camicia il piccolo registratore.
“Potevi uccidermi! Non voglio marcire in galera!! ”
“Lo sai? È vero, potevo ucciderti... potevo venire qui senza dire nulla ai miei colleghi. Potevo bussare alla porta e spararti non appena avresti aperto. Potevo non avere bisogno di alcuna prova. Una parte di me avrebbe voluto farlo. Dentro di me non serviva alcuna prova. Sapevo che togliendoti di mezzo avrei reso questo mondo più pulito. Ma io sono un poliziotto, George... e sto percorrendo una strada che non ammette nessuna deviazione. Ho fatto un giuramento tanti anni fa ed ora rinnovo l’impegno di rispettarlo per distinguermi da gente come te e Miguel Salazar. Ho commesso degli errori, certo... mi sono lasciato andare a cose di cui non sono fiero e dovrò convivere con questi errori per il resto della vita... ma è stata la prima ed ultima volta. Ho affrontato il mio demone in questa vicenda e sono riuscito a batterlo... non permetterò alla mia rabbia di prendere il sopravvento e di impedirmi di distinguere il bene dal male. E sai la cosa buffa? Devo ringraziare voi criminali di questo! Mi avete aperto gli occhi, finalmente. Mi avete ingannato e manovrato ma non ho perso la fiducia nelle persone. So che c’è del buono... so che vale la pena di lottare per i propri ideali. Forse non cambierò il mondo... ma posso renderlo migliore... ed il mio mondo è già cambiato in meglio! ”
“Sei solo un povero illuso idealista. Ho pietà per te! ”
“E tu sei in arresto, George. Ascolta i tuoi diritti. ”
E mentre gli altri agenti perquisiscono la stanza e prendono in consegna Wilkins, Edward esce dalla camera e dall’albergo, orgoglioso di sé stesso. Le persone lo salutano con rispetto e lui ricambia con un sorriso colmo di gratitudine e di volontà. Persone che vogliono essere protette, che vogliono sentirsi al sicuro... farà tutto il possibile per loro, perché ne vale la pena... perchè è quello che vuole. Ed in alto, il sole del mattino squarcia le nubi che ancora restano in cielo ed i primi raggi colpiscono lo scudo dorato sul petto e ne traggono riflessi di speranza e fiducia per un futuro migliore.
FINE.
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