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La donna di Tee
capitolo primo
– Ecco i soldi.
– Conto i soldi e sparisco.
– Controlla, controlla...
– Il conto torna.
– Allora sparisci.
Mr. Teeshot uscì dall’ufficio, cacciò la busta con i soldi in una tasca interna della giacca, pigiò il bottone dell’ascensore ma scese i quattro piani a piedi.
Quel contatto era importante, era stato fortunato a snidarlo; pochi giorni in città e già si guadagnava il pane. La sua reputazione lo aveva preceduto.
capitolo secondo
– Hai il denaro?
Teeshot tirò fuori la busta.
– Scopami Tee.
capitolo terzo
Coulter appoggiò il lungo sigaro sul labbro inferiore, si avvicinò e inquadrò dall’alto in basso Luben seduto dietro una grossa scrivania:
– È per domani!
– Certo! La cosa sarà presto fatta.
– Domani, Lub!
– Sì, certo.
Coulter gli puntò il sigaro contro:
– Sei un uomo morto domani…
– Domani avrai i tuoi maledetti soldi – troncò Luben, e irritato si alzò da dietro la scrivania.
– Domani – disse nuovamente Coulter girandosi verso la porta, l’aprì e uscì dalla stanza.
Luben sentì l’ascensore arrivare al piano, indugiò dietro la scrivania, poi andò alla finestra per guardare di sotto; Coulter usciva dal palazzo e attraversava la strada. Improvvisamente la portiera posteriore di una macchina parcheggiata si aprì: partirono quattro colpi d’arma da fuoco.
Fu come se fosse stato mosso da un’improvvisa raffica di vento: Coulter deviò lateralmente e crollò sull’asfalto rimanendo immobile.
capitolo quarto
– Che hai dovuto fare per quei soldi Tee?
– Ho ucciso un uomo.
– Hai dovuto uccidere un uomo?
– Sì ho ucciso un uomo.
capitolo quinto
Luben fece il numero di Mr. Teeshot:
– Pronto?
– Buon lavoro Tee.
– Come sempre...
– Proprio sotto la mia finestra dovevi ammazzarlo?
– Problema?
– No. Bravo.
– Certo.
– Ho un’altra piccola faccenda da sbrigare.
– Sì.
– Passa Lunedì, mattina.
– Passerò.
Teeshot abbassò la cornetta.
– Tee, Tee, che c’è?
– Quello che ho ucciso è morto per davvero.
– Scopami.
capitolo sesto
Quel lunedì, Mr. Teeshot si presentò da Luben. Si avvicinò alla scrivania.
– Siediti, disse Luben.
– Rimango in piedi.
– Complimenti per l’altro giorno, sei veloce Tee. Ora io per te ho una faccenda più complicata e spero che sarai capace di risolverla con altrettanta abilità.
– Se la paga è buona.
– È buona è buona.
– Sentiamo.
– L’uomo che hai accoppato aveva in ballo qualcosa di grosso.
– Capisco.
– E io dovevo sbrigargli una faccenda, ma ho preferito… beh,
– Già.
– Però quella faccenda resta da fare. E ora che ho scovato uno dritto come te...
capitolo settimo
– Questa volta ho paura Tee.
– Paura di cosa Holly?
– Lasciamo questa città.
– Siamo appena arrivati...
– Ok allora fai quest’altro lavoretto ancora...
– Sì, quest’altro lavoretto.
– Scopami.
capitolo ottavo
Mr. Teeshot non aveva mai sbrigato più di una faccenda nella stessa città. Perché rimanere? Holly aveva forse ragione.
capitolo nono
– Sei in ritardo – disse Luben.
– Sei in anticipo – disse Teeshot.
– Poco importa, su sbrigati.
Salirono in macchina. Luben mise in moto ed accese i fari.
– Tee, pare che tu sia in città con una gran pupattola!
– Pupattola?
– Sì.
– Sì.
– Intendi fissarti, Tee?
– Come?
– In città intendo; insieme faremo grandi cose.
– Forse.
– Non riuscirei a sbrigare tutto da solo…
capitolo decimo
– Tee, Tee, che c’è?
– Ho accoppato quel coglione. Avevi ragione.
– Abbiamo tanti soldi Tee, per un po’ non ci servono di più.
– Già.
epilogo
L’indomani Holly e Tee erano sull’aereo. Fu un volo breve. Arrivarono all’Hotel il primo pomeriggio.
Tee decise di non fare nulla quel giorno. Holly si cambiò di vestito e si perse in giro per le vie ed i negozi della nuova città.
– Mi permetta di assicurarle che lei è bellissima – disse un uomo.
– Vada a fare in culo – rispose la donna di Tee.
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