Il fisico minuto si agita nervoso seguendo la metrica battuta con il piede, gli occhi azzurri passano eccitati dalla classe alla lavagna, il gesso traccia lo schizzo esplicativo della prima lezione di latino. Siamo pronti a qualcosa di inusuale, ma passare da una beghina in grembiule a un satiro folletto lascia spazio all’inatteso. I gesti veloci abbozzano due figure approssimative che ci viene detto essere quelle di due fidanzatini. Ultimato il disegno, si svela l’argomento: le tappe della seduzione. “Come ha inizio un approccio? ” chiede il professore alla classe ammutolita che non azzarda alcun cenno. Qualche attimo di attesa e arriva la risposta. “Manus in manu”, spiega con voce suadente chiedendo conferma ai primi banchi. E il gesso sottolinea l’unione dei due arti. Poi il silenzio. Gli occhi ammiccano, sale una risatina a cantilena, il piede aumenta il ritmo della metrica. La seduzione non ha mille tappe, si entra subito nel vivo. “Quale sarà mai il secondo passo? ”, insiste frugando con lo sguardo acceso i volti imbarazzati. “Manus in re” sbotta il professore allargando le braccia davanti a tanta esitazione. E sulla lavagna una linea si sposta sulla figura dai capelli lunghi. Nel clima di eccitazione crescente, qualche maschio inizia a sogghignare, mentre le femmine si ostinano nel contegno imposto dal pudore. Il “Res in manu” segue a breve come naturale conseguenza, mentre il gesso corregge ancora il disegno, che ora mostra i fidanzatini uniti da due diagonali intersecate. Ormai ci siamo. Il battere del piede sale ancora, la risatina a cantilena pure, gli occhi percorrono la classe incitando una risposta. Si potrebbe anche tentare di chiudere il cerchio, ma nessuno tenta l’azzardo. Anche la soluzione tocca al professore: “Res in re”. E i fidanzatini si mescolano in un’orgia di gesso.