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Enrica la formica, ultimo atto
Enrica la supplicò nuovamente, nulla da fare non le credeva. Finse di andarsene e repentinamente scattò verso l’ingresso del nido, ma la formica soldato non si fece sorprendere. Sbarrandole il passo la inchiodò con la sua possente zampa sul terreno e si apprestava a colpirla con la terribile mandibola quando un grido la bloccò:
-Fermati, non ucciderla!- il Saggio Grillo, con un balzo si frappose tra Enrica e le mandibole della grossa formica
-Enrica dice la verità, siete tutte in pericolo, un enorme esercito di formiche legionarie è in procinto di attaccarvi. Avverti la Regina.-
Vennero accompagnati al cospetto della Regina informandola di ciò che erano venuti a sapere.
- L’effetto sorpresa ci avrebbe sicuramente annientati, ma ora le possibilità di salvarci sono aumentate. Grazie a voi prepareremo le difese opportune.
-Ma maestà - intervenne il saggio Grillo – l’esercito che sta per attaccarci è di centinaia e centinaia di formiche, voi siete troppo poche.-
-Tutte combatteranno -continuò la Regina - anche le operaie, le formiche otri. Prepareremo trappole, scaveremo nuove gallerie per intrappolarle. Sarà durissima, ma vinceremo.-
Enrica ascoltava rapita le parole della sua Regina, si sentiva invincibile e disse:
-Sì maestà, combatteremo fino alla fine. Io darò la mia vita per il nido, ma posso consigliarle una cosa?
-Dimmi Enrica-
-Ho sentito la Regina delle Legionarie affermare che dopo noi avrebbero attaccato tutti i formicai del prato. Se io ed il Saggio Grillo partissimo immediatamente riusciremmo a lanciare l’allarme a tutti i formicai e sono sicura di riuscire a convincerli: verranno tutte in nostro aiuto.-
La regina ci pensò un attimo e capendo che pure il parere del Grillo concordava con la formichina, acconsentì.
Enrica ed il Saggio Grillo non si persero in chiacchiere, in men che non si dica partirono per la delicata missione.
Nel formicaio tutte le formiche erano in fermento, scavarono finte gallerie, allagarono, con le riserve di acqua, profonde buche; riempirono di dolce melata grossi recipienti disponendoli all’esterno del nido, sperando che molte delle formiche legionarie si ubriacassero perdendo la voglia di combattere. Si divisero in settori, le formiche piccole si ritirarono nella parte più profonda del nido, dove vennero pure accatastate tutte le provviste. Due legioni di formiche soldato uscirono dal nido e si andarono a posizionare sul tronco di un albero, pensando di attaccare le legionarie di sorpresa. Le rimanenti si disposero in cerchio attorno al formicaio e restarono in attesa. La Regina era davanti a tutte. Ben presto il sole iniziò a sorgere, ma non vi era segno dell’esercito nemico. Passarono altri interminabili minuti e nulla faceva presagire la catastrofe che si stava preparando. Un silenzio carico d’angoscia aleggiava sul verde prato, tutte le formiche erano all’erta, quando si iniziò a sentire un rumore cupo, che si avvicinava sempre più.
Le formiche nascoste sull’albero furono le prime ad avvistare l’esercito nemico, ne rimasero sconvolte: una distesa enorme di legionarie stava avanzando verso loro. Non se ne percepiva la fine. Era uno spettacolo terribile. Il suono che producevano, sfregandosi le antenne, gelava la linfa degli alberi. Immediatamente una formica corse ad avvertire la Regina comunicandole che l’esercito nemico era formato da centinaia di formiconi e la consigliò di fuggire. Così facendo avrebbe potuto fondare un nuovo nido, ma ella rifiutò:
-Se i miei soldati restano io sarò al loro fianco fino alla fine.- ordinò alla messaggera di tornare al proprio posto.
L’esercito nemico arrivò nei pressi dell’albero dove erano nascoste le due legioni del formicaio. Si fermarono e la rossa Regina radunò i comandanti delle legioni:
-Siamo arrivati al primo dei formicai da conquistare. Sappiamo dalle nostre spie che questa sarà la battaglia più dura, conquistato questo gli altri si arrenderanno senza combattere. Ordinate ai vostri soldati di lottare fino alla morte, chi fuggirà verrà giustiziato sul campo e con lui tutto il reparto. Ora disponiamoci in cerchio così da non lasciar fuggire nessuno.
L’effetto sorpresa le annienterà. Appostatevi silenziosamente ed al mio segnale attaccate.-
Le formiche sull’albero restarono silenziose, nessuna mosse un’antenna. Non furono scoperte. Questo era già un vantaggio pensò il generale delle due legioni.
Terminato l’accerchiamento del formicaio, la rossa Regina salì su una piccola collina ed approvando la manovra dei suoi generali, vibrò le antenne lanciando nell’aria il messaggio che avrebbe dato il via alla conquista.
La sorpresa maggiore però l’ebbero gli invasori, invece di trovare le formiche ancora nel nido, le trovarono già pronte alla difesa. Tradimento pensò la rossa, mettendosi alla testa del suo reggimento, avanti non abbiate pietà. Non fu facile, perchè la prima ondata andò ad infrangersi contro la prima linea delle formiche soldato più forti. Molte rosse finirono nelle trappole scavate, altre dentro alle buche colme d’acqua, tantissime si fermarono ai contenitori di melata. La Regina del formicaio, al comando della sua legione lottava strenuamente, ma le rosse erano troppe, ben presto iniziarono ad avere il sopravvento. La prima linea stava per essere soprafatta, e dopo questa le rosse avrebbero dilagato all’interno del nido. Si gettarono nella mischia anche le due legioni nascoste sull’albero, riportando in parità la lotta. Ma la rossa Regina, chiamò a raccolta le armate che circondavano il formicaio e non erano ancora entrate nella battaglia. Queste forze nuove e più fresche diedero il colpo di grazia. L’esercito della Regina era allo stremo, ed all’ennesima carica delle legionarie, soccombette. La rossa regina si precipitò alla carica ed individuata la Regina del formicaio la attaccò alle spalle e senza pietà la colpì a morte. Tutte le formiche del formicaio percepirono la tragedia e smisero di combattere. Per loro era la fine sarebbero state trucidate. Tutte! -Vittoria- gridò la rossa Regina ed un unico coro le rispose: - Vittoria grande Regina, capo supremo di tutte le formiche- Non ebbero tempo di finire la loro carneficina perchè due enormi armate, fresche, veloci ed al comando di Enrica e del Saggio Grillo erano apparse all’improvviso, circondando le rosse legionarie. La sorpresa le annichilì, solo la rossa Regina urlava: -Avanti vigliacche attaccate, distruggetele- ma nessuna rossa si mosse erano troppo stanche. Enrica si accorse che la sua regina era morta, corse verso ella, ma non poteva più fare nulla. Un’ira terribile si impadronì di lei. Rivolgendosi alla rossa Regina urlò: -Assassina, ti distruggerò- e l’attaccò. Gli eserciti si fermarono guardando stupiti quella piccola formica attaccare la terribile rossa, la quale indietreggiò sotto i colpi di quella furia. Enrica le fu sopra e temerariamente sfidò quelle terribili mandibole, la colpì con le sue zampette, incessantemente, incurante dei colpi e dei morsi che riceveva. La rossa Regina continuò ad indietreggiare fino a quando non precipitò dentro ad un contenitore di melata. Annaspò, cercò di uscire, ma Enrica non glielo permise, restò ad osservarla mentre lentamente affondava nel nettare della vita. La sua Regina era vendicata. Il silenzio era totale, nessuna formica parlava, le rosse e le nere si guardarono e tutte compresero che la guerra era finita. Enrica si voltò, pronta a continuare a combattere, ma ciò che successe immediatamente dopo essersi girata, non le permise di muovere un’antenna.
Epilogo:
Fine della storia.
Ah, dimenticavo, se volete sapere la vera fine del racconto fatemi un bonifico bancario e vi sarà spedito a casa appena l’istituto di credito mi confermerà l’avvenuto pagamento.
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