Poteva sentire nelle narici l'odore della sua pelle, così vicina alle sue labbra. Non era un odore che sapesse descrivere: era simile, eppure diverso da tutti gli odori che conosceva. Come se in esso fossero fusi insieme gli odori che più gli erano cari: col tempo, aveva imparato a riconoscerlo come il suo odore. Ora ne respirava, come se fosse l'aria stessa; se ne riempiva i polmoni, mentre le labbra sussurravano a quella morbida pelle dei segreti che non sarebbero stati mai profonati. Avvertiva la bellezza possente del suo corpo, stretto contro il suo; i capelli di lei gli ricadevano sul volto, intrecciandoglisi davanti agli occhi. Un segreto, un altro, e un altro ancora; rivelati su per quel collo sinuoso, verso quell'orecchio che, primo tra tanti, aveva saputo davvero ascoltarlo. Le mani scovavano sensazioni, frugando la sua schiena, scivolando veloci su e giù per quelle linee che tracciavano la strada del suo desiderio.
Un segreto, un altro, un altro ancora.
Questo forse doveva restare di quella storia. Un segreto sussurrato senza parole, a labbra strette.
Lei si scostò da lui e lo guardò in volto.
Un segreto, solo questo, lascia che ti dica un altro segreto, pensò lui. Un segreto a fior di labbra, che ti entri dentro e che resti sospeso, aleggiante tra due respiri affannati.
Lei si allontanò da lui, continuando a guardarlo in volto.
"Cosa stiamo facendo?" gli chiese.
" Non so cosa sia. Ma so che con te sono felice." Valeva ben più di un segreto, questo.
"Non si può vivere di segreti" disse lei.
Si allontanarono.
Un segreto, un altro e poi un altro: di quella storia non restò che un segreto, mai rivelato, mai raccontato.