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Le strade di Dio sono finite

Questo è il mio mondo senza rose e senza fiori, questo pensava Jack mentre tornava in quel treno dalla guerra, erano appena arrivati all'ultima stazione; da qui in poi il treno non faceva più fermate per nessun motivo ora si andava dritti a casa.
Jack si girò verso il finestrino e appoggio la testa, guardava fisso il paesaggio verso le belle montagne che facevano da sfondo al triste rumore del treno sulle rotaie.
La sua mente vagava senza controllo verso giorni lontani che gli parevano quasi anni o forse secoli,
ritornava alla sua casa di campagna dove trascorreva le lunghe giornate d'estate con la sua famiglia, rivedeva sua mamma e suo padre che prendevano il sole fuori dalla terrazza e suo fratello che dipingeva le montagne, proprio quelle montagne che ora si proponevano con la stesso forma e con lo stesso senso di grandezza di allora, questi ricordi provocarono un lieve senso di benessere sul viso di Jack, e sorrise.
Poi i ricordi diventarono meno vaghi, ricordò il giorno in cui decise di partire per la guerra, in quel tempo egli pensava che era la cosa più fantastica e più avventurosa che gli potesse mai capitare, quasi gli ritornò in tutto il corpo quel energia che possedeva allora, quel energia infusa di gioia e di giovinezza che ormai da tempo l'aveva abbandonato. Questa sensazione gli diede un così senso di benessere e di pace che si addormentò.
Ma i sogni che fece dopo essersi addormentato non furono dello stesso stampo, rivide il sangue dei nemici alzarsi dalla polvere a causa del vento e finirgli addosso, dipingendo di rosso la sua divisa verde, ricordò quel infausto giorno, il più brutto della sua vita, quando durante una ricognizione lui e tre suoi amici trovarono delle truppe nemiche di passaggio: fu il panico; rapidamente Jack incalzo il mitra, pesava come un macigno e non riusciva nemmeno a impugnarlo correttamente, la paura lo aveva devastato, ma i suoi amici furono molto più lesti e coraggiosi in un batter d'occhi crearono un fuoco di copertura e si riuscirono a riparare dietro un camion mezzo distrutto.
I nemici erano in numero superiore ma non riuscivano a sopraffarli, l'addestramento di certo non mancava a Jack e i suoi amici, ma molto presto le munizioni scarseggiavano e la stanchezza si faceva sentire le forze venivano a mancare e il numero superiore prevalse.
Marco uno dei suoi amici cercò di immolarsi per salvare gli altri, si alzò, corse sparando a tutta forza verso il nemico e quando si avvicino venne colpito a una gamba e cadde a terra, appena i nemici si avvicinarono a Marco lui si fece saltare in aria uccise più di venti soldati ma la squadriglia conteneva ancora almeno altri quaranta soldati, ora molto arrabbiati, così furono costretti a gettare le armi e arrendersi, furono fatti prigionieri e stesso sul campo si decise per la loro fucilazione.
Il primo venne colpito alla schiena da una raffica di proiettili, Jack ebbe il tempo solo di ascoltare il suo urlo per poi cadere a terra e piangere, un soldato lo prese per i capelli e con li calcio del fucile lo colpi in pieno volto, gli diede qualche colpo nelle costole e poi lo riprese per i capelli e gli alzò la testa verso il compagno che era in piedi con le mani dietro la testa, il povero Jack chiuse istintivamente gli occhi, ormai rossi per la rabbia e le lacrime, quando senti lo sparo del fucile. Quando li riaprì vide il suo compagno, Luca il suo migliore amico cadere a terra in ginocchio emettendo un urlo simile a quello di un leone morente.

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1 commenti:

  • augusto villa il 07/10/2014 00:22
    Guarda... Se sei riuscito a portare un dislessico come me a leggere fino alla fine...è perché l hai scritto bene e in modo avvincente. Bravo!

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