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Ciò che non avrei mai creduto
<Forza pelandroni, la colazione è in tavola!> la voce di mia madre echeggiò tra le pareti di casa, aprii gli occhi lentamente e mi accorsi che si era fatto tardi. Mi sollevai dal materasso, stiracchiai i muscoli per qualche secondo e cominciai a spostarmi verso il bordo del letto. Notai che Josh ancora dormiva, non si accorse del richiamo di mia madre e nemmeno dell’ora che si fece.
<Josh svegliati, dobbiamo fare colazione è tardi. Perderai il treno.> misi i piedi a terra e mi sollevai, corsi in bagno in tutta fretta, mi lavai e mi vestii con i primi abiti che mi capitarono tra le mani. Volsi un ultimo sguardo verso il letto dove dormiva e lo vidi in piedi e vestito. In pochissimo tempo, ci precipitammo in cucina, dove il dolce aroma della torta ai lamponi, la mia preferita, inebriò l’intera stanza. Posai il cellulare in un angolo del tavolo, ma sempre a portata di mano, afferrai la forchetta e iniziai a degustare quell’infinità bontà, mi sentii come in paradiso.
Lo controllai un’ultima volta finita la colazione, prima di tornare in camera ed aiutare Josh a sistemare le ultime cose nella valigia. Fu Matt a scrivermi, chiedendomi per l’ennesima volta di dargli una possibilità ed uscire con lui almeno una volta. Lo conobbi tramite una chat qualche mese prima, aveva 27 anni ed anche lui abitava nella mia città. Diverso tempo prima mi scrisse chiedendomi di uscire, a me però le sue parole importavano ben poco, da quando vidi la sua fotografia mi prese un senso di ripudio nei suoi confronti, Madre Natura non fu molto gentile con lui. Fui sempre costretta ad inventarmi delle scuse e quando andai in vacanza al lago con la mia migliore amica, mi sentii sollevata dal fatto che in quel determinato luogo il cellulare non avesse campo. Si poteva finalmente godere la tanto agognata vacanza senza distrazioni d’alcun tipo. Proprio quella mattina dovetti ricorrere alla solita scusa, anche se poco credibile, facendo in modo di tenerlo buono per qualche ora.
Velocemente ritornai nella stanza da letto dove Josh ultimò qualche piccola cosa <Ti serve qualcosa? Hai bisogno di una mano?> gli chiesi con tutta la dolcezza possibile.
<No grazie, sono a posto così, ho finito tutto.> mi sorrise e sistemò la valigia per terra accanto alla porta. Josh ed io eravamo amici intimi, io lo amavo con tutto il cuore anche se da parte sua non notavo tutto quest’affiatamento, probabilmente mi considerava solo come un’amica del cuore, anche se spesso faticavo a capire le sue intenzioni. Era geloso se uscivo con i miei amici e mi confidava d’avere paura che qualche ragazzo potesse portarmi via da lui, ma lo tranquillizzavo assicurandogli che il mio cuore era solo per lui. Non avevo di certo nessun’intenzione di allontanarmi dalla sua vita, era l’ultima cosa cui pensavo, anzi non ci pensavo affatto, ero convinta che presto o tardi avremmo ufficializzato la relazione. Lui però abitava lontano da me, dove lavorava come insegnante in una scuola media, aveva atteggiamenti di superiorità, ma come tutti i difetti cercavo di sopportarlo al meglio e fare finta di niente. Certo una storia a distanza non era il massimo, ma ero fermamente convinta che questo fosse solo un dettaglio secondario e che si sarebbe sicuramente risolto. Quella mattina sarebbe dovuto partire per tornare a casa e da un certo punto di vista, mi sentivo sollevata anche se ero consapevole di sentirne la mancanza.
11:00. Arrivò l’ora della partenza, Josh ed io stavamo aspettando l’arrivo del treno.
<Forse è meglio che ci stacchiamo un po’. Ho fatto male quel giorno a restare con te, era meglio se non arrivavamo a questo punto.> Fui scossa da brividi che mi percorsero tutta la schiena, i miei occhi trapelavano un forte senso di dispiacere e trattenni a stento le lacrime. <Perché dici questo? Lo sai che mi fa male.> Le lacrime in quel momento mi uscirono senza che potessi fare nulla, era più forte di me. Il mio cuore ebbe una profonda lacerazione, quelle parole mi distrussero, però ebbi la consapevolezza che ciò non sarebbe stato mantenuto. Molte volte mi aveva fatto discorsi simili, molte volte avevo versato lacrime amare per poi ritrovarci sempre nella stessa situazione. Una situazione difficile, che ormai faticavo ad accettare, resistevo da tre anni. Non ho idea di come ci sia riuscita, ma pensare a ciò mi faceva stare male, a quanto pare mi piaceva il dolore. Strinsi i pugni e accettai le sue parole, seppur con l’amaro in bocca. Arrivò il treno e fu l’ora di dirgli arrivederci, mi voltai e in tutta fretta scesi le scale che portavano al sottopassaggio, per non vedere il treno che lasciava la stazione. Mi era già capitata una situazione simile, i primi mesi di frequentazione, era una scena che mi scosse il cuore, frantumandolo in mille pezzettini.
Uscii dalla stazione e ritornai al parcheggio dove mia madre mi aspettava con la macchina.
<Hai pianto?> mi conosceva bene e sapeva che lo avevo fatto.
<Certo, mi conosci.> non la guardi in faccia, lo sguardo era perso nel vuoto e rivolto verso il finestrino. Presi il cellulare tra le mani nell’attesa di ricevere un suo messaggio, era solito scrivermi appena partito dalla stazione, nonostante mi avesse detto molte volte quelle frasi, mi diceva sempre che gli sarei mancata tantissimo e che non vedeva l’ora di rivedermi. Non si fece sentire per qualche ora, secondo le sue parole aveva problemi di campo, io invece ero convinta non volesse più saperne di me, pensieri che erano infondati. Durante il tragitto del ritorno, in alternativa, Matt, il ragazzo conosciuto tramite Internet, si rifece vivo. Ormai esasperata dalle sue richieste d’uscita, decisi quindi di assecondarlo, quel pomeriggio si sarebbe trovato nei pressi della mia casa. Il motivo per cui accettai il suo invito fu semplice, volli a tutti i costi distrarmi dalla partenza di Josh e dall’annessa tristezza. Un gesto meschino nei confronti della persona che amavo da tanti anni, ma ero convinta fosse solo un modo per togliere dalla mente il ricordo della sua partenza.
Il resto delle ore passarono abbastanza in fretta, ero indaffarata a sistemarmi per incontrare Matt, eravamo rimasti d’accordo che ci saremo visti nei pressi del campo da calcio.
15:00. Mi agitai tantissimo, mi tremavano mani e gambe all’idea di incontrare una persona nuova, ma ormai avevo dato la mia disponibilità e non potevo tirarmi indietro proprio ora. Presi nuovamente il cellulare e scrissi un messaggio a Josh dicendogli che sarei uscita a fare compere, non volevo mentirgli ma l’avrebbe sicuramente presa male dopodiché mi diressi verso la porta, titubante, avevo ancora dei dubbi sull’incontro. Respirai a lungo e mi decisi ad aprirla, incamminandomi verso il luogo prestabilito.
Giunsi al campo sportivo con una decina di minuti di ritardo, Matt si trovava vicino alla macchina, più mi avvicinavo e più mi rendevo conto di essermi infangata in una strana situazione. Mi bloccai a metà strada, a primo impatto mi sembrò la persona più brutta della terra, ebbi voglia di tornare indietro ma qualcosa mi spinse a restare, di conoscerlo meglio. Ci rifugiammo in un bar, davanti ad una bibita ghiacciata, essendo giugno faceva un caldo allucinante e noi avemmo modo di parlare del più e del meno per un paio d’ore.
Si fece sera, lasciai Matt un’ora prima di rientrare e qualcosa in me cambiò, non so bene come mai, ma mi accorsi che non ero più la stessa di prima. Cominciai ad ignorare Josh, mentre cercavo sempre di più Matt, mi convincevo che non mi piacesse per niente anche se ero ben consapevole del contrario, qualcosa in lui mi aveva colpita nel profondo.
Fu nei primi giorni di luglio che mi fidanzai con Matt, la persona più dolce della terra, strano, mi pare sia anche diventato l’uomo più bello del mondo.
L’amore per Josh svanì in poco tempo fino a cancellarlo definitivamente dalla mente, forse non n’ero così innamorata come credevo di essere. Ora mi sento veramente felice e appagata in tutto, ho scoperto che spesso i pacchi mal confezionati nascondono le sorprese più belle.
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- tenera questa storia, attuale brava stai migliorando scrivi scrivi vedrai le cose arrivano sempre di più ma usa più cuore è meno testa!!!
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