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Quaglia Roberto, Vigile Urbano
Gli zingari hanno rapito il piccolo Filippo, il figlio del giornalaio. Stanno organizzando una squadra per le ricerche.
La notizia ha un effetto dirompente, scoppia il finimondo, per strada, nei negozi, nei bar non si parla d’altro. “Quanti anni ha? ” Scatta la gara: chi dice cinque anni, chi tre, chi … “Pippo ha tre anni e mezzo, è nato lo stesso giorno di Greta, la mia bambina. ”. Silvia ha pronunciato la frase con voce impostata, quasi stesse recitando in una delle sue fiction preferite, guarda i presenti come se si aspettasse l’applauso. Per una volta, però, l’avvenenza della barista non riesce a catturare la scena, un rapimento è un evento troppo importante, tutti hanno qualcosa da dire e qualcuno anche da … bisbigliare: “Ma davanti a una disgrazia simile, è meglio farsi gli affari suoi”.
Patrizia è distrutta, non riesce a capacitarsi: “Le giuro Maresciallo, non l’ho mai perso di vista. ”. Tra un singhiozzo e l’altro sta tentando di ricostruire la mattinata: caffè al bar, farmacia, supermercato, insomma le solite commissioni, niente di strano, forse …. “Ho lasciato il carrello vuoto a una ragazzina, una zingara, mi aveva chiesto la carità, non avevo spiccioli, così le ho …. può chiedere a Mich … al rag. Rivani, che si è offerto di accompagnarmi, sa il bambino, i pacchi, le borse della spesa ….. ”. L’Arma, però, non sente queste ultime parole, il Maresciallo la interrompe: “Una zingara, è sicura? ” Non ascolta nemmeno la conferma, già si vede davanti alle telecamere a spiegare come sia riuscito a sventare il rapimento, a sgominare una banda di pericolosi rom, dal canto suo, l’appuntato non ha capito molto, però, potrebbe descrivere minuziosamente le tette della giovane signora, un superbo esempio di arte contemporanea. Nelle indagini non bisogna trascurare niente.
“Sforzati Patri, sei sicura che Filippo sia rientrato con te, con … voi? ”. Il marito rimasto in silenzio per tutto l’interrogatorio, attende una risposta che non arriva, la moglie continua a singhiozzare, sembra indeciso sul da farsi, poi esce di casa senza aggiungere altro.
Quaglia Roberto, vigile urbano, trentacinque anni, animalista, ambientalista, naturalista, un poco artista, single per vocazione, famoso per aver preso una multa passando davanti al velox che lui stesso aveva locato, sta osservando l’accampamento dei nomadi. Camper, roulotte, Mercedes e BMW. “Dove sono finite le carovane? ”
Nemmeno gli zingari sono più quelli di una volta.
“E adesso che faccio? Non ho un mandato (Silvia non era l’unica patita di fiction), i carabinieri mi hanno “invitato” a stare alla larga e il comandante, se ne avesse la possibilità, non ci penserebbe un attimo a trombarmi“.
“E adesso che faccio? ”
Tanto più che lui non credeva alla storia del rapimento, anche se solo a sentir nominare gli zingari cominciava a grattarsi: “Vuoi vedere che sono razzista? ” Come quella volta che una megera era riuscita a impadronirsi della sua mano con la pretesa di predirgli il futuro, lui tirava, ma lei non mollava, riuscì a fuggire soltanto dopo averle affibbiato un calcio in una gamba. Sente ancora il sudore misto a paura, una paura violenta quanto immotivata, ma non poteva farci niente.
Scacciò subito quel pensiero, doveva concentrarsi sul caso.
La vita nella piccola comunità nomade sembrava del tutto normale: “ Di bambini qui ce ne sono in quantità industriale, cosa se ne fanno di un altro? ”. D’altronde bisogna essere stronzi per commettere un reato tanto grave e accamparsi a pochi chilometri dalla città.
Bobby (mentalmente è così che dialogava con se stesso) aveva assistito all’interrogatorio, aveva anche tentato di intromettersi facendo qualche domanda, ma era stato subito zittito. La ricostruzione faceva acqua da tutte le parti, la zingarella non poteva sottrarre il bambino e spingere il carrello senza essere notata, e poi il rag. Michele Rivani, per tutti il figo, gli stava davvero sui coglioni, uno stronzo strafottente che riscuoteva grande successo soprattutto tra le donne della piccola comunità, un uomo di una mediocrità assoluta, un diploma praticamente comprato e il posto al sole procuratogli dal padre, consigliere regionale, che per onorare la seconda repubblica aveva cambiato praticamente tutti i partiti, trovandosi sempre dalla parte del vincitore. “Una coincidenza fortunata”, amava dire lisciandosi i baffi.
Evitò per un pelo le auto dei carabinieri che occupavano il campo.
Perché una che abita piuttosto lontano dal supermercato sceglie di andarci a piedi con un bambino piccolo per poi farsi accompagnare a casa in auto, approfittando di un incontro fortuito? Risposta esatta … direbbe Mike Bongiorno, ma questo spiega le corna del giornalaio, non la scomparsa di Filippo. Ammesso che non si trattasse davvero di rapimento.
Quaglia Roberto guarda l’orologio: 12. 39. L’allarme è scattato poco prima delle undici, forse Patrizia si è confusa, è comprensibile, ma ha detto di essere uscita dal supermercato alle dieci circa, un’ora per percorrere tre chilometri in auto, sembra un tempo eccessivo anche per un guidatore prudente.
Vuoi vedere …
Il cellulare lo distoglie per un momento dalla ricostruzione del crimine, il comandante ha un diavolo per capello: “In città c’è il caos e tu che cazzo stai facendo? ” Ma Quaglia Roberto è certo di aver risolto il caso, farfuglia qualcosa sulla mancanza di campo e pigia il tasto rosso del cellulare, proprio mentre il tono di voce del capo sta raggiungendo il punto più acuto. Raggiunge in fretta l’abitazione del ragioniere, il suo Suv, “Ma quanto guadagnano stì stronzi di bancari? ”, è parcheggiato davanti al cancello, il vigile si avvicina stando ben attento a non farsi vedere, sbircia nell’abitacolo: Pippo sta dormendo alla grande, steso sul comodissimo sedile posteriore, naturalmente le porte sono chiuse, ma non è un problema, anzi è un vero piacere. Il crack che accompagna l’operazione di scardinamento della portiera anteriore sinistra meriterebbe di essere accompagnato dall’inno di Mameli.
Adesso però bisogna trovare il modo per non far scoppiare una tragedia vera, sarebbe complicato spiegare gli avvenimenti senza esporre ulteriormente il giornalaio, quel povero cristo già si trova a recitare un ruolo a cui avrebbe volentieri rinunciato.
Bobby si ricorda di una specie di piccola tenda indiana montata in giardino vicino allo scivolo e giochi vari ed é lì che trovano il piccolo Filippo ancora mezzo addormentato.
L’analcolico non cancella l’amarezza, che senso ha risolvere il caso se nessuno viene a saperlo? Silvia forse lo guarderebbe con meno sufficienza, ma proprio mentre comincia a commiserarsi, vede il figo uscire dalla caserma insieme al Maresciallo, dopo aver sporto denuncia contro ignoti per l’ingente danno subito.
Saranno stati sicuramente gli zingari.
La battuta parte da un angolo del locale, dove un gruppo di persone sta commentando l’accaduto e l’entrata della coppia, viene salutata da una fragorosa risata. Silvia lo guarda e gli sorride.
Un sorriso appena accennato, quasi di cortesia, ma Quaglia Roberto, vigile urbano sta già viaggiando a tutta velocità, tanto il pensiero non deve rispettare limiti, né … velox.
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0 recensioni:
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- Finalmente ho ricordato il titolo di quel racconto he mi avevi detto, e letto è ancora più bello di come me lo avevi raccontato! Davvero simpatico il racconto, e fantastico il modo di esprimere ogni cosa. I particolari dei tuoi racconti si aggiungono un po' per volta man mano che si legge, come un pittore che da la sfumatura perfetta alla sua tela... e chi guarda il dipinto non può che restare silenzioso a guardare!! un bacio! =)
Anonimo il 17/08/2009 14:28
Fulvio ha centrato, come sempre, il pregio maggiore.
Il tuo linguaggio che si adegua al tono, o all'ambiente, o è il tono che si adegua, o è l'ambiente...??????
Sei bravo come sempre.
Anonimo il 31/07/2009 22:41
I personaggi di paese o di borgata ricorrono nei tuoi racconti. Ma l'esposizione cambia ogni volta, ed è sempre la più adeguata alla storia.
Questa va via svelta e pulita senza troppe concessioni alla platea.
Buona la battuta sull'automulta, ma... i vigili, poi, le pagano le multe che beccano? siiiiii??? Ma... forse nooooo!!! Forse forse... maiii!!!
Anonimo il 27/07/2009 09:08
Ho letto con piacere il tuo racconto, scritto con intelligenza e arguzia. I pregiudizi che inzozzano l'opinione di tanta gente riducono il loro campo visivo ancor prima della punta del loro naso. Tanti fatti di cronaca hanno come protagonisti gli zingari e i bambini, ma delle accuse a loro rivolte si sono rivelate ingiustificate.
Quaglia Roberto come investigatore è un personaggio che potrebbe competere con Montalbano o l'italano-americano Colombo.
Non necessariamente un personaggio per diventare famoso deve risolvere degli assassinii, anzi se li previene ha un merito più elevato.
Bravo Ivan.
Anonimo il 02/07/2009 15:43
Bel racconto, scorrevole, significativo!
E quanta simpatia ispira il vigile urbano Quaglia Roberto, "trentacinque anni, animalista, ambientalista, naturalista, un poco artista, single per vocazione, famoso per aver preso una multa passando davanti al velox che lui stesso aveva locato...", ma che risolve i casi "difficili".
Complimenti Ivan, un cordiale saluto
Giovanna
- Bel racconto, snello e ben condotto. Quaglia Roberto è un tuo personaggio in altri racconti? Bravo!
Anonimo il 24/06/2009 23:30
un bel racconto, scritto bene e con mano sicura, i personaggi sono ben caratterizzati.. altro che dilettante!!
grazie per il tuo commento al mio racconto/ino ino.. da vera principiante
- FRESCO E BRIOSO
estivo e vivace
un ivan nuovo ma sempre al top
bacioni
- Un racconto meraviglioso, scritto con un'efficace tecnica. Bravo!
Ignazio
- Molto bello, soprattutto vivace nello stile, un personaggio inedito e simpatico questo Roberto Quaglia, potresti inaugurare una serie tipo Montalbano o smili, se ti piacesse il genere...
Ci risentiamo per altri, ahimè, meno ameni commenti su altre cose.
- ... hei Quaglia Roberto e Bobby sono una coppia vincente... meno male il piccolo Filippo è in salvo... ma la madre dunque sapeva...
... racconto scritto benissimo e piaciuto, bravo Ivan!
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