«Cosa ti manca? », gli domandò lei, rompendo il silenzio.
Oltre il finestrino il paesaggio scorreva veloce, impregnato dalla pioggia e privo di ogni colore: sembrava un film in bianco e nero.
Si voltò a guardarla. I suoi occhi verdi erano come un accordo stonato in quel mattino uggioso. Provò a sorriderle e in parte ci riuscì; lei gli sorrise di rimando.
«Il problema non è cosa mi manca, ma cosa ho».
«Hai paura? »
«Forse si. Ma alla fine va bene anche così».
Aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse e sorrise scuotendo la testa.
Aurora poggiò una mano sul suo ginocchio e strinse delicatamente.
«Cosa c’è? » gli chiese.
«Nulla. Stavo per dirti che ti amo, ma non lo farò».
«Meglio. Perché io non lo voglio sentire».
«Perché? Hai paura tu adesso? »
«Forse si».