Tutto sembra immobile, ma è minuscolamente vivo. Con le chele ben puntate in alto lo scorpione fa “follow me” agli insetti di passaggio, mentre un topolino stecchito sul letto di trifoglio è una porchetta deliziosa per le vespe che sciamano dintorno. Messo su qualche micron di troppo, la cicala abbandona sul muretto la pelle ormai strettina: sarà buona per chi ha una taglia in meno. E le formiche, mai stanche d’essere d’esempio, convogliano operose gli avanzi di un panino. Il tutto senza che il ragno (o la ragna?) si distragga dall’infagottar le uova, appena finita una zanzara per spuntino. Nel frattempo dalla pergola salta giù una cavalletta per capire chi sia mai sto gran pezzo di caelifero. Intruso che non sono altro chiedo scusa per l’equivoco e corro a levarmi gli impertinenti pantaloni verdi. L’immenso mondo infinitesimale ha avuto il suo piccolo imprevisto.