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NUOVA FABULA ATELLANA
ATTO UNICO
PERSONAE
Peppe Pappo : Il vecchio avaro lussurioso da raggirare.
Bruno Bucco : ghiottone vanaglorioso maleducato servo.
Dario Dossena : Il gobbo astuto perfido imbroglione.
Mario Macco : lo sciocco il balordo.
Scena prima nel vecchio centro storico di Napoli
In un antico palazzo al secondo piano Peppe Pappo
è a letto per un forte raffreddore.
Peppe Pappo : Mi giro e mi rigiro nel letto non riesco
a pigliare sonno , questa influenza mi ha castigato.
I soldi miei me li sono nascosti sotto alle lenzuola,
qui al sicuro vicino a me.
Questa è una casa di mariuoli, non c’è da fidarsi
di nessuno.
Vivo circondato da ladri , di gente che campa sopra
alle spalle mie.
Aspettano che io tiri le cuoia per prendersi tutto
quello che sono riuscito a mettere da parte, lavorando, risparmiando. I miei denari non si toccano.
Figli miei, quanto siete belli.
( Conta i denari, uno ad uno) . Tutto ad un tratto lancia
un urlo impaurito si nasconde sotto le coperte.
Con voce tremante grida: Chi và là.
Bruno Bucco: ( Accende, la luce) Don Peppe sono io
Bruno, dabbasso ci sono delle persone che vogliono conferire con lei.
Peppe Pappo : Disgraziato spegni la luce, mi vuoi vedere rovinato. a fine mese la bolletta la pago io.
Da oggi in poi mi segno sopra un quaderno ogni volta accedi la luce inutilmente senza il mio permesso così mi ripaghi
ciò che hai consumato illegalmente.
Bruno Bucco: ( Parlando tra sé : Quanto è brutto vecchio spilorcio ma qualche giorno all’altro ti do una mazzata
in testa, adesso mi vuole far pagare pure la luce accesa senza il suo permesso.)
Con aria disinvolta :Come vi sentite stamani, cosa dite l’apro la finestra, ho avete paura di sciuparvi alla luce del sole.
Peppe Pappo : No apri un po’ di sole farà senz’altro bene
a queste povere ossa mie infreddolite.
(Scende dal letto s’infila le pantofole).
Chi mi cerca a quest’ora del mattino? Non attendevo nessuno.
Bruno Bucco: Preparatevi ad una bella sorpresa
Peppe Pappo : Parla manigoldo.
Bruno Bucco: C’è la guardia di finanza
per un controllo sulle tasse.
Peppe Pappo : Aiuto, mi vogliono uccidere.
Chiama il mio avvocato, chiama l’esercito.
Dove sono i miei piccini vogliono separami
da voi cari piccoli pargoli.
Accarezza il forziere in cui sono contenuti i suoi denari.
Mai e poi mai non l’avrete a costo della mia vita.
Bruno Bucco: Ah Ah Ah( ride a crepapelle)
Peppe Pappo : Disgraziato io stò morendo e tu ridi.
Bruno Bucco: Don Peppe è uno scherzo,
giù non c’è nessuno.
Peppe Pappo : Uno scherzo … Ma io ti bastono di santa ragione sono scherzi da farsi questi ad un povero vecchio
per poco non mi facevi venire un colpo apoplettico.
Se t’acchiappo, anzi per questo scherzo arrecatomi
ti multo, dieci euro in meno sullo stipendio cosi impari.
Bruno Bucco : Ma stavo scherzando.
Peppe Pappo : Anch’io. Esci subito fuori e portami subito
la mia tazza di caffè . La guardia di finanza maledetto
al solo pensiero mi vengono i brividi addosso.
Bruno Bucco dopo aver portato il caffè al suo padrone
esce a fare alcune commissioni per conto di lui
riscuotere alcuni interessi su soldi da lui imprestati
ad alcuni commercianti. Strada facendo incontra
Dario Dossena suo vecchio amico.
Dario Dossena : Dove vai cosi di fretta Bruno
mi sembra che un cane rabbioso ti abbia morso il calcagno.
Fermati un po’ non si salutano più i vecchi amici d’un tempo?
Bruno Bucco : Ciao Dossena come stai mi devi scusare
e che già stò in ritardo ho alcune servizi da fare
per conto del mio Padrone. Se non mi sbrigo
sai quel vecchio taccagno e capace di multarmi per il ritardo.
Dario Dossena. T’accompagno ti và ?
Una chicca un affare interessantissimo ed allettate
da proporti.
Ho conosciuto due giovane turiste disinibite dal fisico
di modelle d’una bellezza mozzafiato venute qui in città
a visitare i luoghi e l’arte credo disposte a tutto
pur di passare dei momenti piacevoli….
Bruno Bucco : Si m’interessa vieni facciamo presto,
me ne parli strada facendo, raccontami tutto.
Dario Dossena : Ti propongo una vera mandragata ascoltami Bruno le due giovane turiste sono una minera d'oro le ho conosciute per caso stamani alla stazione adesso sono in giro per la città a comprare alcune cose.
Gli ho promesso di trovargli una camera ammobiliata
a poco prezzo situata nel centro storico della città.
Verso le cinque del pomeriggio ho l’appuntamento con loro debbo condurle a casa, sai di primo acchito gli ho affiatato una stanza fantasma camminavo così con il pensiero di trovare presto un alloggio per sistemare le due
quando ho visto te.
Bruno t’offro l’occasione per gabbare il tuo padrone
trova il modo d’ospitare le due turiste a casa del tuo padrone ed io ti darò il quaranta per cento della somma
che riusciremo a ricavare da questo imbroglio.
Bruno Bucco: Mi chiedi una cosa impossibile il mio padrone
non accetterà mai d’ospitar qualcuno sotto il suo tetto.
Anche sé un modo ci sarebbe se non puoi prendere il toro
per le corna senz’altro lo potrai prendere per la gola.
Dovremmo fargli credere che le due turiste sono disposte
a cedere le loro grazie in cambio d’un alloggio.
Il mio Padrone è un satiro impenitente, proverò senz’altro
a fargli credere che le due sono disposte ad accettare
le sue avance questo sarà compito mio.
Va bene accetto, adesso scappo ci vediamo alle sei
dove tu dici porta le due giovane turiste al resto penserò io.
Dario Dossena : Allora a più tardi affare fatto
Non mancare mi raccomando. Tra sé ( questo deve essere
di sicuro un giorno fortunato ho preso due piccioni con una fava)
Scena seconda
Bruno Bucco rientra a casa dopo aver fatto le vari commissioni
per conto del suo principale Peppe Pappo
Prova a convincere quest’ultimo ad ospitare in casa
le due giovane straniere.
Peppe Pappo continua a rimanere a letto, sotto le coperte
Insieme ai suoi sacchi pieni di denaro.
Peppe Pappo : Chi è là , ho sentito alcuni rumori venire
dalla cucina. Sei Tu Bruno?
Bruno Bucco appare all’improvviso raggiante :
Chi volete che sia Don Peppe il demonio (Ride)
Ho delle buone nuove per voi
Primo: ho messo a posto ed estinto i crediti che vi dovevano
quei vari commercianti vostri debitori.
E stata dura ma alla fine dopo essere stato quasi minacciato a morte, morso da un cane lupo, preso uno spintone che
per poco mi faceva finire sotto una macchina, sono riuscito
a fargli cacciare gli arretrati. Me ne hanno dette
di maleparole non vi sto a raccontare ma il peggio
ora è passato.
Peppe Pappo Strofinandosi le mani Bene Bene avrai
la percentuale promessa. Un buon lavoro và bene
ripagato e tu mi hai reso un gran servigio.
Fammeli vedere, fammeli toccare.
Bruno Bucco: Calma a tempo debito le darò tutta la somma
incassata. Ora ho una piccola proposta da farvi ?
Peppe Pappo : Dimmi si tratta di guadagnare
tanti bei soldini sono tutto orecchie.
Bruno Bucco : Strada facendo ho conosciute due bellissime straniere, turiste giunte qui in città da poco tempo
Entusiaste e desiderose mi hanno fatto intendere di voler
anche conoscere persone ricche e mature credo io
disposte ad essere gentile con loro in cambio delle loro grazie viste spaesate ho pensate d’aiutarle.
Mi hanno chiesto dove trovare un buon alloggio.
Così a quella richiesta me corsa dentro un idea fenomenale.
Perché non portale a casa del mio amato padrone Peppe Pappo. Offrigli una camera gratis nella vostra grande casa.
Conoscendo la vostra debolezza per il gentile sesso
Gli ho dato appuntamento per stasera alle sette.
Voglio favi provare una vera tentazione.
Vedrete Don Peppe sono due fiori ne rimarrete incantato.
Vi ho fatto una bella sorpresa? Che dite l’accompagno
si o no qui a casa vostra?
Peppe Pappo : Accompagna accompagna amico mio
Non sai quando mi rende felice poter ospitare sotto
il mio umile tetto delle belle fanciulle.
Bruno Bucco : Allora a presto ci vediamo stasera.
Peppe Pappo : A più tardi, vai di corsa e cerca
di non mancare all’appuntamento.
Bruno Bucco esce veloce dalla stanza.
Peppe Pappo una volta rimasto solo al settimo cielo scende dal letto e si dirige in bagno dove si lava e si profuma
da capo a piedi.
Cercando di rendersi quanto più e possibile bello.
Scena terza
Bruno Bucco và all’incontro con le due giovane affascinanti straniere che in realtà non sono altro che Dario Dossena
e Mario Macco travestite da donna.
Dario Dossena rivolto a Mario Macco tra non molto arriverà Bruno mi raccomanda Mario non farti scoprire, e aggiustati meglio questa parrucca sistemati meglio la veste mostra
il petto e cerca d’essere quanto più provocante e sensuale possibile.
Mario Macco : Mi tira il vestito e poi non sopporto assai questo trucco sul viso, per non parlare poi di queste scarpe troppo strette mi stanno gonfiando i piedi.
Dario Dossena : Abbassa quella voce come te lo devo dire
devi parlare quanto più femminile è possibile,
sei un disastro se ci scoprono sarà solo causa tua,
prima ci riempiranno di botte poi andremo a finire
in galera per truffa.
Per favore parla poco e muoviti con eleganza.
Lascia fare tutto il resto a me.
Zitto per carità eccolo lo vedo sta arrivando Bruno.
Bruno Bucco si guarda intorno alla ricerca delle fanciulle.
Dario Dossena e Mario Macco travestiti s’avvicinano a Bruno.
Dario Dossena : Mi scusi signore voi siete per caso Bruno
Bucco amico di quel simpaticone di Dario .
Bruno Bucco: Si graziosa fanciulla cosa posso fare per lei.
Conosco Dario l’attendo appunto, non lo vedo ha per caso
sue notizie?
Dario Dossena ( Ridendo bene non mi ha riconosciuto )
Noi siamo amiche di Dario ci ha detto di venire a questo appuntamento, lui sa a causa d’ un improvviso infortunio
e dovuto correre al capezzale d’un sua nonna
ricoverata in ospedale.
Ci ha dato questa lettera di presentazione e ci ha detto d’affidarci nelle mani di voi suo grande e stimato amico.
Ecco Prendete (Gli porge la lettera)
Bruno Bucco scosso legge la lettera : Caro Bruno causa un
malaugurato incidente sono dovuto andare a trovare la mia amatissima centenaria nonna in ospedale, affido a te le due giovani fanciulle, tu sai già cosa fare trattale e bene a presto
tuo devoto amico Dario.
Bruno Bucco: Oh bella e tutto chiaro cosa aspettate prendete i bagagli signorine vi porto all’alloggio cercato.
Una stanza bellissima dove si può ammirare l’intera
città e il suo mare lambire le sponde
ammirare il cielo azzurro e vedere i bianchi gabbiani
seguire le navi dirette all’orizzonte.
Dario Dossena : Magnifico, ma ancora non ci siamo presentati. Io sono Mary e questa e la mia amica Juliette.
Bruno Bucco : Piacere, incantato e affascinato
Francesi?
Dario Dossena : di Paris
Bruno Bucco: Parigi magnifico, io ci sono stato una volta
Era una calda estate di dieci anni fa presi il treno da solo
e partii per una breve vacanze a far visita a quella bellissima città. Ho visitato il Louvre sa, passeggiato lungo la senna.
Salito sulla torre Eifeil ammirato la città perdersi a vista d’occhio. Passato sotto l’arco di trionfo.
Momenti indimenticabili. La mattina m’avventuravo
con il metrò per luoghi rinomati
Qualche volta perdendomi anche.
Ma la sera quando calava il buio mi faceva assai paura camminare tutto da solo per le strade di Parigi.
Dario Dossena : Parigi di notte e alquanto pericolosa bisogna stare molto attenti dove si và .
Bruno Bucco : Ma non ci perdiamo in chiacchiere venite
vi voglio far conoscere mio zio v’aspetta ansioso a casa
Sapete lui è molto ricco e ha un debole per le belle donne come voi. Soprattutto per le francesine.
Dario Dossena : Non stiamo nella pelle di poter conoscere
Tuo zio . Andiamo.
Mario Macco : Una volta a casa mi scusi potremo mangiar qualcosa.
Dario Dossena : Juliette pensi sempre la stessa cosa.
Ti sei dimenticata di stare in dieta.
La perdoni juliette ha sempre voglia di scherzare.
Bruno Bucco: Per il mangiare non c’è problema,
Vi faccio subito una confidenza basta essere
un po’ gentili con mio zio avrete tutto quello che vorrete.
Scena quarta
L’incontro tra Peppe Pappo e i due imbroglioni travestiti
da donna
Bruno Bucco: Amato zio voglio presentarvi Mary e Juliette
di Parigi venute qui in Italia a visitare la nostra bella città .
Peppe Pappo alla vista delle due s’illumina e s’alza
subito in piedi Sono onorato conoscervi siete bellissime proprio come mi aveva detto Bruno.
Prego accomodatevi.
Bruno fai sedere questi due graziose fanciulle sopra
il divano e prendi i pasticcini Rivolto a loro: lo gradite
un liquore e di nostra produzione. Buonissimo.
Mario Macco : Si grazie e anche tanti pasticcini.
Dario Dossena : Un liquorino per non offendere
lo prendiamo, ma non più di uno.
Troppo ci potrebbe fare male.
Peppe Pappo : Bruno vai a prendere di là il tutto e voi sedetevi qui vicino a me vi voglio conoscere meglio.
Siete incantevole (Rivolto a Dario )
Dario Dossena : Sotto voce (Incominciamo bene il pollo è gia cotto.) Non fate cosi m’emozionate assai la vostra galanteria
mi fa arrossire.
Peppe Pappo : Arrossite pure mia cara, avete gia conquistato questo vecchio cuore.
Ciò che desiderate vi sarà subito dato.
Dario Dossena : ( Benissimo , ora provo a chiedere dove
ha nascosto il forziere con i denari dentro)
Ditemi strada facendo Bruno ci ha parlato delle tante
ricchezze che possedete, Veramente siete così ricco
come ci hanno raccontato o è solo una burla?
Peppe Pappo : Miserie, Bruno esagera sempre.
pochi risparmi messi da parte, dopo aver lavorato
una vita intera. Poca roba credetemi.
Dario Dossena : Da quando sono entrato in questa casa
Ho provato questo strano impulso a vedere le vostre
ricchezze nascoste. So che non è buona educazione,
può sembrare un offesa ma vi confesso
m’attira assai l’idea di vedere, d’ammirare
cosa è riuscito a mettere da parte un grande uomo come voi.
Peppe Pappo : Voi m’adulate, accedete una giovine passione
nel mio vecchio animo. Datemi un bacino qui sulle guance
una vostra timida carezza e vi farò vedere i miei averi
i miei piccoli amati tesorucci.
Dario Dossena : Siete un birbante, ma non posso fare
a meno che d’accontentarvi… Ditemi su quale guancia volete
essere baciato in quale luogo volete essere accarezzato?
Stare vicino a voi avverto uno strano sentimento
correre lungo il mio corpo.
Sarà l’emozione o il gesto che sto per fare, voi m’avete
inavvertitamente stregata.
Peppe Pappo : Mia cara questo è dunque amore a prima vista, vicino a voi mi sento ritornar giovane e forte
Non mi succedeva cosa simile da tanti e tanti anni
La solitudine aveva incupito l’animo mio.
Voi stamattina portate un raggio di sole
un vento di primavera.
Mario Macco (Tra sé ) Io tengo fame, il mio stomaco brontola, questi due intanto si perdono in tante smancerie. Ma perché non gli chiede dove è la credenza,
i salumi. i formaggi le tante cose buone da mangiare,
uno spuntino veloce, una bella pasta e fagioli con le cotiche dentro. Oh misero me, il solo pensiero di simile leccornie mi fa venire meno.
Entra Bruno con un vassoio pieno di pasticcini una brocca
di caffè bollente una bottiglina di liquore fatto in casa
ed alcune tazzine.
Mario Macco come lo vede sorride e si riprende.
Bruno Bucco: Chi desidera una tazzina di caffè
con un pasticcino Un liquorino?
Mario Macco : Io, Io …una tazzina di caffè con tanti pasticcini.
Bruno Bucco: Prego signorina, mi dica quanto zucchero?
Mario Macco : Due grazie.
Bruno Bucco: Conoscete bene la nostra lingua vedo.
Mario Macco : La parlo da quando sono nato
( Calcio di Dario Dossena alle gambe.)
Dario Dossena : (Tirandolo Da parte.)
Cosa dici sciocco vuoi farci scoprire.
Mario Macco : rivolto di nuovo a Bruno. Scusa volevo
dire che ho imparato bene la vostra lingua a scuola.
Ho avuto una ottima insegnante di lingue straniere.
Bruno Bucco. Sento, siete deliziosa quando parlate
Avete poi dei così begli occhi. Una così bella boccuccia
Un naso un po’ a peperone vi confesso ma assai carino.
Mario Macco : Non vi piace il mio naso?
Bruno Bucco : No… non ho detto che non mi piace,
anzi lo trovo bellissimo, voi tutta siete bella e affascinante assai. Se vi ho offesa chiedo scusa.
Mi perdona per questa mia gaffe?
Cosa ne dite di lasciar soli mio zio è la vostra amica?
Vi voglio far ammirare il panorama che si gode dal nostro terrazzo. Orsù seguitemi non ve ne pentirete.
Scena Quinta
Peppe Pappo dopo molte insistenze di Dario Dossena mostra
Il suo patrimonio nascosto. Brillanti, rubini, sacchi
di monete d’oro. Dario Dossena prova a derubare
il povero inconsapevole innamorato Peppe Pappo.
Dario Dossena : Mon dieu magnifique!! Non ho mai visto
tanto oro, pietre preziose cosi belle in vita mia.
Posso toccarle, solo un pochino vi prego.
Peppe Pappo : Ridendo soddisfatto. Vi prego demoiselle
tengo tanto a questi mie piccoli averi, sono delle gioie
in cui mi riesce difficile vederli in mano altrui anche sé sono
delle manine graziose come le vostre.
Dario Dossena : Avete ragione anch’io se sarei il padrone
di tale ricchezze non permetterei a nessuno di toccarle.
Ma sé non posso toccare i vostri gioielli consentitemi almeno d’accarezzare voi, di toccarvi da capo a piedi di farvi
moine e solletico, posso chiamarti orsetto?
Peppe Pappo : Ma certo, orsetto mi piace assai
ed io posso chiamarti Micetta.
Dario Dossena : Ma certo il mio bell’orsetto mi può
chiamare Micetta. Vieni qui tra le mie braccia
che ti cullo un po’.
Peppe Pappo : Subito, si coccolami, accarezzami solleticami, fammi tutto quello che vuoi.
Tra le braccia di Dario Dossena Peppe Pappo
Dopo aver bevuto un liquorino con del sonnifero dentro
messo furtivamente da Dario s’addormenta
al suono d’una cantilena.
Dario Dossena : Finalmente, ti sei addormentato vecchio caprone Ora i tuoi tesorucci ti diranno addio per sempre.
Prende un sacco e lo riempie di tutti gli averi preziosi
del povero Peppe Pappo .
Quante ricchezze, sono ricco debbo fare in fretta
sarà meglio scappare
prima che si svegli e chiami aiuto.
Ma quel balordo di Mario dove andato?
Causa sua finirà sè l'attendo andare tutto alla malora.
Oh io fuggo via insieme al malloppo.
Corro me la svigno all’aeroporto
dove ho prenotato un volo per Acapulco.
Una nuova vita sta per incominciare, tante
belle donnine tutte per me ed una florida
azienda agricola da dirigere.
Mentre Peppe Pappo dorme Dario Dossena fugge
via con un sacco pieno d’oro e pietre preziose.
Bruno Bucco e Mario Macco entrano nella stanza
dove riverso su morbidi cuscini giace addormentato
Peppe Pappo .
Bruno Bucco : Don Peppe cosa vi succede?
Rivolto a Mario chiama subito un autoambulanza
Il signor Pappo si sente male, avrà avuto un malore improvviso. Poverino il cuore lui ne soffre tanto da anni.
Ma dove è Mary? Juliette cercatela lei di sicuro
saprà più di noi?
Mario Macco : Si adesso chiamo subito il 118
La croce rossa, la croce verde, i pompieri
Aiuto. Mary dove sei?
Si precipita fuori casa di corsa con le braccia alzate
per non far più ritorno.
Bruno Bucco: Povero padrone mio, siete forse morto
Perché non mi rispondete. Mi lasciate solo, forse
erede universale di tutte le vostre ricchezze.
Solo in questa immensa casa. A far da padrone a posto vostro a lucidare le monete e gli ori come voi un tempo facevate Povero il mio padrone morto sul colpo forse
ha provato a saltare addosso a Mary e c’è rimasto secco.
L’amore lo ha fatto morire, d’amore è morto il mio
Signore. Disgraziato me che non sono stato accorto
lo lasciato solo con quella infida donna. Rimango
solo padrone di tutte le sue proprietà , ricompensa per tanti
anni di duro lavoro presso di lui. Piange a capo chino.
Peppe Pappo incomincia a riprendersi dall’effetto
del sonnifero Apre gli occhi vedo tante ombre.
Peppe Pappo : Dove sono? Dove mi trovo forse nell’aldilà ?
Aiuto qualcuno m’aiuti.
Bruno Bucco: Siete vivo? Tra sé ( Dannazione è ancora vivo)
Evviva evviva Don Peppe come vi sentite?
Cosa vi è Successo? Su respirate forte, e tutto passato
Non è stato nulla solo un piccolo malore.
Vi sarete addormentato causa forse un colpo di sonno.
Peppe Pappo : Non so cosa mi è successo.
Mary dove Mary? . .. il forziere corri Bruno vai a vedere.
Bruno Bucco controlla e con suo stupore trova il forziere
Vuoto.
Bruno Bucco: Padrone siete stato derubato,
il forziere è vuoto tutte le vostre ricchezze non ci sono più .
Peppe Pappo : Aiuto povero me il cuore che dolore
forte al petto mi sento male.. i miei tesorucci
Il mio oro, le mie monete, i miei gioielli.
Sono stato preso con l’inganno, derubato
Ahhh esala l’ultimo respiro e s’ accascia a terra privo di vita.
Bruno Bucco: Padrone no non morite non mi lasciate
solo, povero più di prima, senza un soldo disperato
non so neppure se potrò pagare il vostro funerale.
Ah maledetto quel giorno in cui mi sono fidato
di quell’imbroglione di Dossena.
Ahimè ed io che sono stato
anche complice di tale misfatto .
Dovevo dividere il ricavato di tale imbroglio.
Il bene in cui io avevo creduto ha ucciso
il mio padrone e signore
mi ha reso povero e condannato a vivere
con il rimosso, grigi giorni avvenire.
L’amore mi ha tradito e io che l’aveva
rincorso e sognato cercato, vezzeggiato
desiderato, l’amore mi ripaga con un profondo dolore
il ricordo d’un amore perduto, creduto vero invece falso
e ipocrita Oh solo mia è la colpa di ciò che è successo
potrai mai perdonarmi per ciò che ti ho fatto
povero padrone..…. povero mio signore.
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