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Tuo XO
Inviata il 21/02/2009
Ciao, come stai?, io come sempre depresso e poco concentrato a scuola, o meglio questo dicono i professori, ma la verità è che io ce la metto tutta, ma vedere il proprio lavoro sprecato in un tre che non da neanche spiegazioni, ti fa passare la forza di continuare ad impegnarti. Per non parlare a casa, avevi ragione riguardo la mamma, dovevo far sbollire per la stupidaggine che ho fatto, ma la parte più patetica è vedere la mamma e il papà che ti fanno la solita ramanzina sul tuo comportamento, “è stata un’ azione da irresponsabili…bla bla bla”, “promettimi di non farlo mai più…” o cose del tipo “cosa dobbiamo fare con te, non riusciamo a capire cosa ti passa per la testa…” insomma una rottura di scatole. Se poi hanno loro torto comunque non puoi ribattere e allora ti mettono in punizione “ti levo la play station, non vai più dagli amici, ti levo il computer, studi tutto il giorno” e la più classica “non esci il pomeriggio, dopo scuola subito a casa! ”. Non so più cosa devo fare ormai l’unico modo per sfogarmi è il disegno, attraverso il disegno posso esprimere ciò che osservo, sai bene che c’è differenza tra vedere e osservare, per esempio fare un ritratto ad una persona, per me non è solo copiare da un immagine che si ha di fronte, ma si entra in contatto con la persona, riesco a vedere ciò che la persona è, in maniera del tutto indiretta, ma riesco a cogliere quei particolari che la caratterizzano e che neanche il tempo può modificare. Non so se mi capisci, ma sei l’unico con cui io possa confidarmi. Per ora è tutto, ti aggiorno sulla punizione che di sicuro mi daranno, continua a dare consigli. Grazie.
Come al solito:
Tuo XO
Inviato il 28/02/2009
Ciao, avevo ragione mi hanno messo in punizione, mi hanno levato il pc, proprio non capiscono che gli oggetti materiali come il cellulare o il computer non possono farmi cambiare idea, possono togliermi tutto, cacciarmi di casa, o diseredarmi ma io non posso cambiare, così sono e così sarò, loro vogliono che mi adegui, nascondere me stesso sotto una banale maschera, fingere, ma non riesco non posso essere un’altra persona. Come è solito fare, a scuola abbiamo trattato il tema dello straniero, e proprio quello stesso giorno mia madre mi ha definito un estraneo, come uno straniero in casa propria. Mia madre si lamenta che non ci sono mai in casa, ormai non mangio più neanche a tavola con la famiglia sempre chiuso in camera, chiuso in me stesso. Infatti devo ammettere che quest’affermazione mi ha fatto riflettere, non so se hai presente quando c’è una forza dentro che spinge forte per uscire, ma non sai come usarla, ti senti in grado di fare cose impossibili, cose che possono solo del bene, ma non sai come sfruttare tale forza e ti senti ad un passo, ci sei, pensi di averla, arrivi ad un millimetro da essa, l’afferri ma ti accorgi di aver preso solo fumo, cioè nulla, l’hai persa. Io mi sono accorto che non so chi sono, una musica, un film, anche un immagine mi cambiano e mi condizionano sempre, non capisco cosa devo fare, la strada che prenderò, non conosco neanche me stesso, tutto mi sembra estraneo e irraggiungibile, la scuola è impossibile, sono perso in una terra che non conosco, sono come uno straniero in me stesso. E di tutto ciò ho paura, non la classica paura, come quella del buio, ma una paura che se ti avvolge non ti lascia più, ti prende, ti stravolge. Paura di fallire, paura di non farcela, non puoi controllarla, è padrona di te, puoi sono conviverci. So che mi capisci, credo di non averne mai parlato a nessuno e questo mi fa sentire sollevato. Ci sentiamo come sempre la prossima settimana. Ciao.
Come al solito:
Tuo XO
Inviato il 7/03/2009
Ciao, come te la passi, certo che una settimana è lunga, non finiva più, a scuola sembrava che i secondi fossero minuti e i minuti ore, una vera pazzia! Io sto bene, anche se due giorni fa è successo un macello a casa, mia sorella, stata sorpresa a fumare nei bagni e la scuola ha chiamato la famiglia. Mia madre ha reagito come al solito, urlando e rimproverando per dettagli insignificanti chiunque le passasse davanti, mio padre non ne ha voluto sapere, poiché lui fuma, ed io credo che mia sorella abbia preso questo brutto vizio da mio padre, ma lei non sa che circa un anno fa papà è stato ricoverato d’urgenza per un problema ai polmoni legato al fumo. Credo sia questo il motivo che ha scaturito tanta agitazione in casa, comunque devo ringraziare da una parte questo gesto perché i miei si sono dimenticati della mia punizione. Anche io da piccolo, però, ne combinavo molte, mamma e papà sono diventati pazzi, ad esempio un giorno ho chiamato la polizia solo perché mi ero arrabbiato con la mamma, un’altra volta, a 7 anni, sono uscito da un negozio e ho passato un intero pomeriggio in città, poi la polizia mi ha riportato a casa. Insomma ho dato ai mie genitori molte grane, e sinceramente non so come fanno ancora a sopportarmi. Usciamo un attimo da questo discorso, ti sei mai accorto che le persone hanno l’abitudine di trovare sempre negli altri qual’cosa di sbagliato? Ad esempio per muovermi in città utilizzo i mezzi, non faccio che accorgermi di essere costantemente osservato da occhi che emanano continuamente sentenze negative, il messaggio che giunge è: sei diverso. Mi accorgo sempre delle persone che mi osservano e pensano questo, si vede, te lo fanno capire che sei diverso. Non pensano che un semplice sguardo può distruggere una persona, per i ragazzi della nostra età, non essere vestito alla moda è sinonimo di perdente, ormai se non sei alla moda non sei nessuno. Mi sento sempre osservato da tutti, io non sono un tipo che segue la moda, ma non mi importa ciò che pensa la gente. Ti faccio una domanda, secondo te chi brama luoghi dove non può andare?, rispondimi è importante. Ciao.
Come al solito:
Tuo XO
Inviato il 14/03/2009
Ciao, tutto bene?, sei riuscito a capire chi brama luoghi dove non può andare? Bè, colui che è in prigione, è intrappolato, ed io mi sento proprio così. Mi sento chiuso, costretto a vivere una vita non mia, vissuta come la vogliono altri, condizionata ogni momento, in televisione, per strada, ogni minuto della nostra vita è controllato, dobbiamo rispettare le regole ovunque. Dimmi, ti sei mai sentito libero di fare ciò che vuoi? Io no. Io sono chiuso in una gabbia invisibile, imbattibile, e che continuamente mi impedisce di esprimermi, io bramo luoghi dove non posso andare, pensieri che non posso cogliere, idee che non toccherò mai. Ci insegnano a ricordare le idee e non l’uomo, perché l’uomo può fallire, l’uomo può essere ucciso e dimenticato, ma un idea può cambiare il mondo, la gente muore per difendere le idee, ma non si può baciare un idea, non puoi toccarla, ne abbracciarla, le idee non sanguinano, non provano dolore, le idee non muoiono. Chi muore per inseguire un idea, muore per una giusta causa, io preferisco morire inseguendo un idea, un sogno, ma la civiltà d’oggi è come un tunnel senza uscita, non riesco a vedere la luce alla fine della galleria, allora dimmi, è giusto morire per un idea che non c’è? Mio padre, se gli chiedi che sogno inseguiva da giovane, senz’altro ti risponderà che i sogni non si avverano mai, solo nelle fiabe e nei film ma la vita reale è decisamente diversa. A proposito di mio padre, ieri è stato ricoverato in ospedale, mia madre è disperata, mia sorella nasconde la sua preoccupazione, ed io mi sento come schiacciato da una peso che va oltre le mie capacità, e non riesco a liberarmi. Ora dimmi, in tanto dolore tu, riesci a vedere la luce? Bè se la trovi, dimmi dov’è che in un attimo l’afferro.
Come al solito:
Tuo XO
Inviato il 21/03/2009
Amico, ti saluto e ti anticipo che questo scritto sarà di poche parole, sto malissimo, non di un male fisico, ma sentimentale, un male che ti fa sentire pieno di energie e ti lascia senza forze. Un male che ti impedisce di andare avanti, non riesci a reagire anche se ne hai la forza, non puoi scappare ad esso, non lo puoi prevedere, ne prevenire, ti avvolge, ti stringe, ti consuma, e ti lascia, tutto in un secondo. Sto scrivendo queste parole con difficoltà, infatti nel pieno del mio tormento sono riuscito a trovare un lampo di serenità, l’idea di potermi confidare, mi ha fatto sollevare l’animo. Purtroppo ho avuto un grave lutto in famiglia. Una perdita che mi ha lasciato completamente spiazzato. Non riesco a scrivere oltre, quando mi sarò calmato ti spiegherò meglio, mi serve tempo per riflettere.
Con dolore ti saluto:
Tuo XO
Inviato il 28/03/09
Come avrai senz’altro capito, mio padre è morto. Non so descriverti la fatica che sto facendo, il mondo mi è crollato addosso. Non riesco a guardare più nessuno negli occhi, con difficoltà mi alzo la mattina per andare a scuola, dove a peggiorare le cose ci sono i compagni. Per non parlare della notte, piena di incubi, sogno tutte le volte quegli ultimi istanti, non riesco a dimenticarlo, in ospedale, mio padre sdraiato su un lettino, noi tutti eravamo intorno a lui, in quel momento volevo dirgli tante cose, ma non ti escono le parole e allora rimani in silenzio, i secondi passano veloci, piano piano ti rendi conto che non ci sarà più, morirà. La paura ti assale, le lacrime escono e come fiumi di lava bruciano la pelle, dallo stomaco un dolore inimmaginabile, tutto resta in un silenzio sovrannaturale, e quando ti trovi faccia a faccia con lui, ti sembra di peggiorare per ogni parola che ti dice. Le sue ultime parole che mi ha detto sono state: “ricorda, figliuolo, una vita nel nulla è come nulla nella vita, quindi dai un valore alla tua vita, non buttarla via”. Poi mi ha dato in mano il suo accendino d’argento, e quando ho letto la frase che vi era riportata sopra sono rimasto muto, non riuscivo neanche a muovermi. Sopra c’erano incise queste parole: Per sempre ardo in questa luce. E, dopo mi ha detto:” nessuno a parte io e te abbiamo letto questa frase, ogni volta che accenderai una fiamma io sarò lì, mi dispiace non vederti crescere, ma mantieni la tradizione, dai l’accendino al mio futuro nipote”. E poi ha concluso con le parole che mi bruceranno sempre dentro: “ciao figlio mio, ti voglio bene”. Un semplice ciao, non addio ma ciao, mi ha completamente stravolto la facilità con cui ha accettato la morte, la consapevolezza di non vedere i sui figli crescere, tutto ciò che provava, che voleva dirmi, racchiuso in un banale ma significativo “Ciao”.
Questa è stata la settimana più infernale della mia vita. È come saltare un fosso con una benda davanti agli occhi, non sai quanto sia largo, e non sai cosa fare, come un ostacolo che si presenta nella vita, in quei momenti ti rivolgi ai parenti e agli amici, ma se loro rimangono muti, da loro nessun consiglio, solo la classica frase: condoglianze. Ogni volta che qualcuno mi dice quella parola e come se mi spingesse nel fossato, quale sarà la mia prossima mossa, cosa sevo fare?. Sono arrivato al bordo del precipizio, so che dall’altra parte c’è la felicità, una vita senza preoccupazioni, ma l’ostacolo che ho davanti è immenso e da solo non posso superarlo. Cosa devo fare, se faccio un passo cado, se salto non so cosa accadrà, tu sai darmi una risposta? Questo è l’ostacolo più grande della mia vita, se ci fosse mio padre… mi manca moltissimo, un buco nel cuore, nella semplicità di tutti i giorni, ma la cosa peggiore è che ogni momento, ogni attimo, sento la sua assenza. Come ti ho detto, io sono uno straniero in me stesso, e adesso che l’unica cartina di me stesso è andata persa? Non saprò dove andare, che fare, come agire, sono perso. Mi dispiace doverlo dire ma la mia è una vita vissuta nel nulla e nulla sarà. Ti prego aiutami.
Come al solito:
Tuo XO
Inviato il 4/04/2009
Come va? Spero bene, io invece sempre peggio. In questa settimana ci sono stati i funerali, un orrore, ma la cosa che mi ha dato maggior tormento è stato il dolore. Nel corso della cerimonia, io non sono riuscito mai a non trattenermi. Mi continuavo a dire, basta, non devo più soffrire, ma l’unica cosa che pensavo era solo alla consapevolezza che mio padre non ci sarà più, la sua voce nella testa che mi diceva sii forte. Sono triste si, ma non posso essere sempre un bambino, gli altri, il mondo, non lo permetterebbe. Non posso sempre stare a piagnucolare. Devo crescere. Il dolore viene dall’interno, non puoi fermarlo, è come un fuoco che ti distrugge, piangere non ti fa passare la sofferenza, perché non si può scappare alla sofferenza. Vorresti che tutto finisca, l’agonia cessi, ma è impossibile, non si può fermare, fa parte del sentimento umano, soffrire. Volevo scoppiare, uscire dalla chiesa, fregarmene di tutti e correre, urlare, distruggere, ma la forza che cresceva in me si trasformava in dolore e mi divorava lasciandomi senza energie, ero corroso dalla sofferenza, ero morto. L’unico barlume in me si è completamente estinto. In realtà io non sto andando verso la fine del tunnel, al contrario, viaggio dalla parte opposta, la luce non la vedrò mai. Alla fine della messa non sono riuscito a dare l’ultimo addio a mio padre. Io mi sono reso conto che non vale la pena vivere una vita così, senza meta o ideali da seguire. Per ora ciao.
Come al solito:
Tuo XO
Inviato il 11/04/2009
Ciao, sono Sara, sua sorella, non so se ti ha parlato mai di me. Ti stai chiedendo probabilmente perché sono io ha scriverti questa lettera, l’ultima lettera. Mio fratello non c’è più, e morto. Con dolore ti scrivo ma so che lui avrebbe voluto così, non è facile da spiegare, ma prima di uccidersi ha lasciato un biglietto, voleva che lo ricevessi perciò ti scrivo questa lettera. Non ci conosciamo ma se voi due eravate amici allora devi essere una persona magnifica, bè ecco, non vado oltre, queste sono le sue ultime parole. “Amico come stai, non piangere per la mia perdita, è stata una scelta dura ma ho capito ciò che dovevo fare. Ti dico che tu sarai uno dei pochi che mi mancherà, del resto vado a trovare mio padre! No a parte gli scherzi, mi mancherai. Mamma ti ho sempre voluto bene, anche a te sorellina mia, ora tocca a te portare avanti la tradizione di famiglia, so che l’accendino è in buone mani, e se per caso ti sentirai sola, accendi una fiamma e sia io che papà saremo lì accanto a te. Caro amico ti ho già spedito un accendino identico, voglio che ti rimanga un ricordo di me, ed io come la fenice risorgerò dalle mie ceneri. So che tu puoi capirmi, del resto è a te che mi rivolgevo nei momenti difficili, volevo dirti in ultimo che ho trovato la luce alla fine del tunnel, ora sarò felice. Non sentirti mai solo, non fare come me, non chiuderti in te stesso, apriti al mondo e al cambiamento, sii libero. Porta avanti il credo di mio padre e il mio, anche se per breve periodo, ricorda che una vita nel nulla è nulla nella vita. Mi mancherai, muoio triste e disperato, ma so che sarò felice, la paura che provavo si è sgretolata davanti all’idea di morire, ho capito di non aver paura della morte, mi affascina, pace eterna, felicità assoluta. Ho trovato la strada, ho visto la luce alla fine del tunnel, ti dico solo che è fantastica, non sono più uno straniero in me stesso, ho ritrovato la via, conosco me stesso ed è così che voglio morire. Queste sono le mie ultime parole. Mamma, sorellina, amico, non so più cosa dirvi, rimpiango solo di farvi soffrire per la mia morte, ma gioite per me ho trovato la pace finalmente. Addio, mamma, addio amico, addio mondo, so che racchiudi sofferenze e delusioni, so che c’è felicità sulla terra ma sfortunatamente io non sono stato pervaso dalla buona sorte. Addio, solo addio, no vi saluto così, Ciao! ”
Ora conosci le sue ultime parole, non ho altro da aggiungere. Magari un giorno possiamo, vederci per ricordarlo insieme. Un ultima cosa, in fondo alla lettera c’era scritto:
Come sempre:
Tuo XO
ADDIO.
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