... amavo volare...
come il gabbiano Jonathan le ali mi facevano salire ad altezze vertiginose da cui mi tuffavo fino a sfiorare... il mare, poi risalire ancora sempre più su fino quasi a toccare il cielo ed ancora planare fluttuando dolcemente fra le nuvole...
Cresciuta a pomeriggi di studio, pane e nutella e Azione Cattolica (gli adolescenti della mia generazione erano suddivisi in due sottinsiemi complementari : Azione cattolica e " partito")
sognavo...
sognavo come tutti di cambiare il mondo
sognavo girotondi di mani colorate
e poi...
amavo cantare, amavo gridare la mia voglia di vento nei capelli o di quell'acqua davanti agli occhi che mai avrebbe arrestato la mia corsa...
vedevo il sole nei vicoli più bui
vedevo stelle luminose sorridermi
vedevo questa " palla" ruotare non solo nel verso sbagliato...
... poi lentamente la nuova vita adulta, decisamente terrena, dapprima mi cullava e poi mi avvolgeva nelle sue spire...
Ma le mie ali dov'erano finite?
per anni invano le ho cercate!.. nulla...
dovevano essersi disintegrate, forse completamente atrofizzate o... banalmente dimenticate chissà dove...
Senza il loro aiuto ho riprovato a volare: un balzello con un piede poi con l'altro, infine con entrambi e faticosamente ho spiccato il mio primo piccolo... bassissimo volo...
Testarda, cocciuta ho continuato imperterrita nei miei allenamenti; sono riuscita ad inciampare, a cadere, a rialzarmi...
Poi un riflesso luminoso e nei meandri della mia memoria. un ricordo lontanissimo che mi scuote e mi fa correre nella mia vecchia stanza, da anni perfettamente in ordine, dove le ritrovo appoggiate sulla poltroncina accanto al letto : irriconoscibili, malconce, ingrigite, addirittura bucate...
Con polvere di fata le ho pazientemente ricucite, rammendate ed ora con queste ali rattoppate sono pronta. a spiccare il volo verso quel mondo di mani colorate già pronte ad afferrarmi per farmi entrare nel loro girotondo.