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Alla ricerca della tua isola
Nel 2002 a fine aprile ho navigato da Port Colon (Panama) fino alla Jamaica. Mi ha sempre affascinato il mondo dei pirati e cosi' decisi di fare rotta verso il mitico Morgan's Harbour in Jamaica. Purtroppo non fu una navigazione semplice, anche perche' avevo a bordo due israeliani privi di esperienza. Incontrai mare formato e onde incrociate per le prime 24 ore, dopo miglioro' di poco la situazione; stremato decisi di consegnare il timone a Davide. Non ricordo se furono 4 o 5 i giorni di navigazione, ma quando arrivammo nel lungo canale che ci portava al Morgan's Harbour l'unica cosa che desideravo era una coca-cola fresca (avevo vomitato per due giorni); la seconda che sbarcassero immediatamente i miei due ospiti, che sollievo un po' di pace in barca.
Nei giorni successivi consolidai l'amicizia con Carlos, che fortunatamente oltre a parlare quella lingua strana (patwah), parla anche spagnolo. Uscendo dal marina mi recai (era domenica)al villaggio vicino, sconsigliato da Carlos mi fermai in un bar gestito da due ragazze; immediatamente attirai l'attenzione di diverse persone, alcune delle quali si dimostrarono subito ostili nei miei confronti, ma le due ragazze del bar e un tipo che lavorava al marina presero subito le mie difese, dopodiche' Mary la più giovane delle propritarie mi fece conoscere un tipo dalla corporatura grossa, che inconfutabilmente doveva essere il boss del paesino, aho! Dal quel giorno che mi videro girare per il villaggio con lui mi rispettavano tutti. Cari amici miei a parte NAUSICA, dhai si scherza! Dicevo ue' la' la situazione non è tanto piacevole per noi "bianchi". Non si scherza la Jamaica e soprattutto Kingston sono pericolose.
FINE PRIMA PUNTATA
Seconda Puntata: Ricerca di un pezzo di ricambio nella capitale.
... continua SECONDA Puntata.
Brevemente vorrei ritornare a Colon, una cittadina squallida degradata e pericolosa, l'unica nota positiva era la presenza di svariate iguana sul prato del marina, la mia barca era ormeggiata in fondo al pontile di poppa con 50 metri di catena fuori, la mattina gli davo pezzetti di mela, si erano abituate e se una mattina saltavo le trovavo tutte li' ad aspettarmi, dopo un mesetto si facevano anche accarezzare e mi prendevano di mano il cibo, una addirittura si mangio' un pezzo di prosciutto, io credevo che fossero vegetariane... Comunque di Colon ho un'altro bel ricordo, un giorno vidi arrivare un bel veliero battente bandiera italiana, gia' da lontano vidi che la barca aveva una andatura da vera signora, balzai sul cemento sgretolato della banchina faticente e mi recai a prendere le cime della "signora", un baldo skipper biondo al timone, a poppa un marasma di cime e due ometti agitati, dal tambuccio si intravedeva il volto di una donna con capelli lunghi bianchi su un viso giovane.
Prese le cime e assicurate a qualcosa che doveva fungere da bitta, diedi il benvenuto all'equipaggio.
L'armatore era un ometto molto simpatico con degli occhietti blu molto furbi che mi invito' a cena sulla sua barca il giorno successivo.
Naturalmente la mia curiosita' era quella di sapere che barca era, mi fece visitare perfino il vano motore, tanto era pulito mi disse che ci potevamo imbandire una tavola di cibo; ed era vero, tutto secondo lui grazie allo skipper svedese ma sono certo che anche lui c'havra' messo del suo. Quello che mi colpi' fu il motore veramente tirato a lucido, un Volvo credo 130 cavalli. Finalmente a cena mi spiego' la storia della barca lui un friulano, industriale nel settore componentistica auto, ormai ritirato dall'attivita' mi disse che aveva trovato questo Sangermani in un porto dell'Adriatico in condizioni pietose e lo aveva restaurato, il suo sogno la Polinesia. Una persona eccezionale di una umilta' unica, ironico e amante delle belle donne, peccato non ricordo nemmeno il nome ne della barca tantomeno dell'armatore, chissa' se dovesse leggere queste righe e riconoscersi in queste descrizioni, sarei felice di pagargli una cena (Nausica sei mai stato armatore di un Sangermani, ue' non si sa mai le coincidenze della vita.) Ricordo che aveva un problema all'apparato HF, una bischerata il bocchettone collegato al filo dell'antenna marcio, glielo sostitui' e provai un collegamento sui 20 metri con un americano, ma no a voce con il tasto per la telegrafia, e quando vide che trasmettevo in alfabeto morse mi disse che mi avrebbe voluto a bordo alla scoperta delle isole della Polinesia Francese, ribadiva continuamente a sua moglie che equipaggio! uno skipper svedese un radioamatore fiorentino (skipper) e un suo amico non ricordo se era un poeta o un pittore che viveva per l'appunto all'Impruneta vicino Firenze, che bellla gente si incontra per mare. L'essere umano quando affronta viaggi di questo genere si trasforma, perde l'acidita' e la cattiveria, il mare la vela e gli uomini attorno al tavolo di una dinette in queste circostanze sono differenti, si amano non conoscono l'odio e la felicita'prevale come la tolleranza e il desiderio di stare insieme, poi sappiamo che una volta di nuovo sulle rispettive barche il mare sara' il nostro unico amico. Oh perbacco mi son dilungato assai e torniamo a Port Morgan's Jamaica. Uffa le solite giranti delle pompe che fanno ingrullire, eppoi un problema alle lande, il rasta che mi vuol vendere la Marijuana e tanto per fare bingo stanotte si son fregati il motore del tender, bene decido di andare alla Yanmar di Kingston, prendo un Taxi dal marina costo della corsa 25$ US, salatino considerando altri 25 pampani per il ritorno fanno mezzo verdone (100 US dollars un verdone), il negozio è ok, c'e' di tutto e veramente attrezzato trovo tutto; le guarnizioni le giranti Jabsco, compro anche un mezzo marinaio, prezzi buoni mi porto via anche un VHF portatile e un GPS Garmin altrettanto portatile. Mi faccio chiamare un taxi e ritorno alla barca, tratto il prezzo della corsa e strappo 15 pampani, evvai 10 US dollars risparmiati... continua
... continua TERZA Puntata. Un paio di giorni di relax tra bagni e lunghe discussioni in Patwah con il rasta, ricordate? Quello che mi voleva vendere l'erba, non capivo una sega ma tanto non era necessario, l'importante era partecipare e non vincere! Eh si qua in questa terra anche se non sei vincente sei arrivato primo; forse oltre al podio, ma non importa nessuno ti deve attaccare una medaglia per forza al collo e se lo fosse dove andreste con una medaglia d'oro ciondoloni in questi posti; incontro alla morte sicuramente, intanto questo fine settimana hanno sparato a due poliziotti nel centro di Kingston, un gringo accoltellato e svariati feriti in uno scontro a fuoco tra colombiani e portoricani. Sfogliando il quotidiano Jamaica Observer noto una pubblicita' di un Hotel, ubicato dall'altra parte dell'isola, per intenderci credo vicino a Montego Bay, l'articolo o la pubblicita' non ricordo bene diceva che in questo albergo tutti stavano ignudi, peccato che una camera costava l'occhio della testa. Arrapato dall'idea la sera uscii in cerca di avventura, il solito taxista amico a cui mi ero affezionato mi porto' in una discoteca ambigua a Kingston nella zona dei bianchi, conobbi Kelly e fu la mia fidanzata per gli ultimi sette giorni prima della partenza, mi costo' la modica cifra di 300 verdoni. Finalmente arrivo' Bill il mio amico canadese con il quale dovevo continuare il viaggio. Continua
... continua QUARTA Puntata. Bill arrivo' in tardo pomeriggio, era quasi buio (a Prato dicono GUASI) e arrivo' direttamente dal Canada.
Bill lo avevo conosciuto a Colon viveva in barca un Morgan 30, lui era veramente un marinaio, con questo "velerito" come lo chiamava lui pronunciando questa parola in spagnolo americanizzato, aveva fatto navigazioni nei posti piu'reconditi del globo, privilegiando l'area del Sud America, navigazioni fatte quando era giovane negli anni 70' e proseguendo su su con l'eta' in navigazioni in tutto il mondo; mi racconto' di un suo soggiorno nel porto di Napoli e delle sue esperienze nel Mediterraneo, ma il Sud America lo calamitava ognivolta, cosicche' conosceva ogni anfratto di questo continente, vi immaginate le mie serate trascorse nella sua barca ad ascoltarlo. Io dopo l'esperienza dei due israeliani decisi di non imbarcare più gente raccattata per i pontili, e quando Bill seppe che cercavo l'equipaggio per andare in Europa si fece avanti, ed eccoci qua in Jamaica.
.. continua QUINTA Puntata:
La barca l'acquistai nel 1994 il 2 gennaio in Francia a Port Marina Baie des Anges, la mia esperienza l'avevo fatta con una barca in ferrocemento un Ketch, un vero e proprio scoglio a vela. L' aqcuisto del Sun Magic 44 della Jeanneau era finalizzato a fare un po' di charter in costa azzurra eppoi tagliare la corda verso i Caraibi, ma il mio sogno era l'isola di Tonga, non so perche' ma la polinesia mi ha sempre attratto ed emozionato quando leggevo i libri di Antoine. Purtroppo la polinesia è rimasta un sogno (per ora), raggiunto i Caraibi mi sono perso nelle meravigliose veleggiate tra le isole e dopo mi son perso in Colombia. Questo paese mi ha subito affascinato, arrivato a Cartagena de Indias ho dimenticato letteralmente la barca al Club Nautico e conosciuto Fabian che mi ha insegnato a vivere da queste parti. Il desiderio di conoscere questa terra anche da un'altro punto di vista, mi ha portato a visitarlo anche nell'entroterra, venendo a contatto con la cruda realta'. La Colombia è militarizzata, di fatto il governo non controlla più del 70% del paese, e di quello controllato lo fa in maniera discutibile, per via della grande corruzione, ignoranza e basso concetto sociale. La cosiddetta guerriglia divisa in varie fazioni riconducibile a differenti idee politiche comanda la quotidianita' di parecchi centri e regioni, anche se apparentemente come a Cartagena de Indias non vi sia pericolo guerriglia, a livello politico l'influenza è forte.
Spostandomi in autobus ho visitato, partendo da Cartagena, Barranquilla e Santa Marta, rispettivamente una citta' di Porto commerciale con un caldo umido terrificante forse per il grande fiume, il Rio Maddalena che entra in mare con una violenza inaudita, mescolando il colore del mare con la fanghiglia che si porta appresso, formando onde impazzite che si scontrano tra loro creando a volte figure spettrali e nebbie spumose di acqua putrida a testimonianza di una citta' priva di rete fognaria, il fetore, il lezzo che ti entra nelle narici provoca conati di vomito;, più a valle non è difficile incontrare carcasse di animali gonfi che galleggiano. Santa Marta è una cittadina più turistica, con una bella spiaggia inserita in un golfettino, la città deve ringraziare madre natura per la bellezza che le ha regalato, e non certo i colombiani che fanno di tutto per renderla inospitale e sporca. Mi ha molto colpito il parco sovrastante la citta,'(parco di Tayrona) molto bello visitarlo a cavallo, ma purtroppo vi è il pericolo guerriglia, la settimana prima della mia visita sequestrarono 5 israeliani e due olandesi ( rilasciati tre anni dopo). Per lo stesso motivo durante un viaggio tra Bucaramanga ( la citta' delle formiche culone, commestibili) e Cucuta mi dovetti vestire da prete per non essere sequestrato, le due citta' sono divise da una catena montuosa, e nel bel mezzo di un bosco in altura venimmo fermati dalla guerriglia, in quella occasione si portarono via un tedesco dal seggiolino davanti a me, sinceramente tra la guerriglia e l'autista di questo pulman non saprei dire quale sia il più pericoloso, questo pazzo procedeva a velocita' inadeguata per i tornanti facendo dei sorpassi da brivido. Cucuta è una citta' a livello del mare, la divide un ponte su un fiumiciattolo con il Venezuela, per questa frontiera passa di tutto, basti pensare che in Colombia la benzina costa 0. 50€ Litro e in Venezuela 5 centesimi per litro, immaginate il contrabbando, quando il fiume è in secca passano di notte con le bicilette cariche di taniche di benzina e i poliziotti dal ponte sparano sventagliate di mitra ai malcapitati, il clima torrido afoso ne fa una citta' in cui tutto è maledettamente difficile perfino camminare, ti fai dei bagni di sudore degni di una sauna. Cucuta vive prevalentemente per un florido commercio della pelle di vitello, che viene anche lavorata in loco, ma nulla a che vedere con i nostri artigiani, quindi risulta un prodotto scarsamente curato nei dettagli, e di bassa qualita' non per via della conciatura che sarebbe anche buona, ma proprio perche' non hanno l'esperienza della lavorazione, benche' capisca che noi italiani siamo abituati a ben altri standard, sia dal punto di vista qualitativo che estetico, c'e' da premiare la volonta' di questa gente, e non mi sono tirato indietro a fare qualche acquisto, che spesso per loro significa mangiare per quel giorno. Bucaramanga merita un capitolo a parte, è chiamata anche la citta' dei parchi, è in stile europeo abitata prevalentemente da Santanderiani, conosciuti come un popolo direttamente discendente dagli spagnoli delle regioni del nord, sono un popolo laborioso e preciso, e la citta' lo dimostra, qua mi son capitate un sacco di cose... FINE QUINTA PUNTATA
SESTA PUNTATA
No del tedesco non ho saputo più nulla.
A Bucaramanga si mi son capiate un sacco di cose, a parte assaggiare le formiche culone tostate, che dicono siano afrosidiache, ho conosciuto un Prete del nord Italia che gestiva una comunita' di bambini down, il complesso è situato a Floridablanca e comprende scuola, ambulatori campetto di calcio la chiesetta e il seminario per giovani studenti, la comunita' è completamente autosufficiente, ci sono galline, polli, mucche e orti con tanta verdura. Padre Cosme riesce ad aiutare una novantina di famiglie con il problema di avere un bambino down, i bambini arrivavano alle 8. 30 del mattino con dei pulmini, facevano colazione e ognuno poi seguiva un percorso di inserimento con delle signorine professionalmente preparate, fra medici e assistenti lavoraravano nella comunita' una trentina di persone. Io venni ospitato una ventina di giorni e contribui' a riverniciare la palestra, premetto che io sono ateo ma padre Cosme si dimostro' subito una persona, o chiamatelo prete, veramente speciale, aveva un modo di fare umile e persuasivo unito ad una delicatezza ad affrontare le discussioni che io immancabilmente gli mettevo nel mezzo da "ateo", un rispetto del mio pensiero che, davvero mi ha insegnato molto in tema di rapporti con gli altri, il mio sconcerto era quello che io stavo in un luogo religioso, un ateo un non credente rispettato e amato da tutti. Il rapporto con i ragazzi è stato un'altra esperienza bellissima, chi è affetto da questa malattia in forma non grave riesce ad avere dei rapporti sociali con noi "normali" di una dolcezza che io non avrei mai creduto, questi ragazzi mi hanno trasmesso amore e ancora li penso. Un giorno la parrocchia organizzo' una festa e venne invitato l'Ambasciatore italiano, non ricordo il nome ma ricordo che era perugino, una brava persona che di quel luogo ne faceva un fiore all'occhiello al ministero tutte le volte che tornava in patria, vi è da precisare che la struttura non prendeva una lira da nessuno, era sostenuta dalla congregazione Don Guanella dall'ItALIA. Durante questa Festa conobbi un italiano che nonostante fosse nato in Colombia parlava perfettamente l'italiano, anzi con cadenza bolognese, mi racconto una storia terribile: Lui figlio di un italiano emigrato negli anni venti in sud america aveva vissuto sempre nel lusso, perche' il padre riusci' ad imporsi nel settore edile e quindi facendo parte di una famiglia ricca fu oggetto di un sequestro da parte della Guerriglia della FARC. Rimase nelle mani dei sequestratori tre anni, dopodiche l'esercito regolare colombiano scopri' il covo per mezzo di un sequestratore pentito che ebbe occasione di andare in citta' e riferire alla famiglia dove stava il loro figlio torno nella selva e disse al mio amico che da li a poco sarebbe stato un uomo libero, purtroppo fu decisa una azione di forza e nel conflitto a fuoco rimase gravemente ferito, quando il soldato dell'esercito regolare arrivo' al covo chiese chi era l'uomo che stava con lui e il mio amico gli disse che era per suo merito che lo avevano trovato, ma il soldato gli mise la pistola alla tempia e gli sparo' dicendo: guerrillero hijo de puta. E adesso sono un uomo libero prigioniero di una sedia a rotelle, mi disse. FINE SESTA PUNTATA
Una mattina al Club Nautico di Cartagena de Indias, il mio amico Guido, uno sfigato sempre senza una lira mi indica due tipi di una barca a vela che stava in rada battente bandiera italiana, a dir il vero non son sicuro se la bandiera era italiana ma i tipi si, lui con la barba bianca che gli dava una certa importanza a quel viso scavato dal vento da vero marinaio, pelle non abbronzata ma bruciata dal mare, lei secca all'ampanata, che dava l'idea di una donna con le palle, che sicuramente in barca non cercava la presa per il fon, nel senso che gli si leggeva negli occhi la consapevolezza di aver scelto una vita difficile; ma felice, quando parlava del mare lo faceva con armonia, come il suono del vagone del treno, che ti accompagna per tutto il viaggio in armonia con i tuoi pensieri, alla fine non è nemmeno più un fastidio. Lui all'inizio mi stava sul cazzo era troppo saputello, ma mi ravvedei subito e capii' che intorno a lui non vi era nessun marinaio, solo autocensured presuntuosi impegnati in effimeri discorsi, e lui risulto' una bella fonte di informazioni.
Il racconto della perdita della sua barca fu molto emozionante, lo racconto' come che la barca fosse di un'altro, del resto è il suo carattere.
Da questo club nautico a Cartagena de Indias ne son passati tipi strani!!! Una mattina arrivo' un milanese con una barca di ferro che aveva pagato 120 melioni e secondo lui aveva fatto un affare, rimase senza soldi e dopo due mesi che aveva messo la barca in vendita 90. 000 US Dollars ridusse il prezzo a 50. 000 US Dollars, ma niente allora imbarco' un negro e partì per Curacao, rotta impossibile contro la forza della natura, gli si provo' a spiegarglielo ma lui parti' lo stesso, tornò dopo due giorni con la barca ridotta ad una latrina e senza una crocetta. Che ridere!!!!
Caracas, questa citta' mi ha lasciato un segno indelebile, la violenza che si percepisce in questa metropoli è indescrivibile, mi domando come un essere umano possa vivere in questo contesto. Negli occhi della gente si legge il terrore, i ritmi della citta' sono sempre legati alla insicurezza, tutto è pericoloso, non andare la' non portarti dietro una borsa, un anello, una catenina non fare quello non fare quell'altro, sempre all'erta anche un occhiali da sole del marocchino puo' essere un motivo di un attacco, attacco violento; da quelle parti si muore per un dollaro! Il Venezuela è il paese in cui più ho sofferto, ho sofferto anche la mentalita' di questo paese, si sente ed è pesante l'eredita' che hanno lasciato le oligarchie dei padroni terrieri dei magnati del petrolio che hanno solo pensato all'arricchimento personale, nonostante il Venezuela abbia tutte le carte in regole per essere una nazione ricca e moderna, questi "benefattori" hanno ridotto un paese alla fame, e siccome negli anni settanta/ottanta il venezuela ha vissuto una fase di benessere (il Bolivares valeva 2 US Dollars, adesso 1 US Dollars 4. 000 Bolivares cambio al nero cioe' quello corrente, anche se Chavez lo tiene a 2. 120 Bolivares)molti non ci stanno più e la ribellione sfocia in atti di crudele criminalita'; ho deciso di salpare veloce da Puerto la Cruz, altro posticino infame, e fare rotta su Isla Margarita, qua la musica era un'altra, isola turistica porticciolo di fronte a casa, tutta un'altra cosa.
Il Marina dell'Hilton stava proprio di fronte a casa mia, e tutte le mattine affacciandomi alla finestra mi vedevo la mia barchetta. Spesso correvo da casa quando vedevo entrare una barca, e andavo a prendergli le cime, un tardo pomeriggio arrivò un catmarano di 56 piedi, battente bandiera americana corsi al molo, stavano facendo manovra di ormeggio in cima quasi all'entrata dove vi era un sacco di risacca, e nonostante vi fosse altri posti più comodi l'omino del porto gli aveva detto di mettersi li', ma la storia la conoscevo, lo stronzetto li faceva mettere li' perche' era sicuro che loro gli averebbero detto che la risacca li disturbava e la conseguente soluzione del problema sarebbe stata una "propina" (mancetta) per l'omino del porto. All'omino del porto gli dissi che erano miei amici e che doveva da subito ormeggiare in un punto migliore, e cosi' fu.
L'armatore mi invito' a bordo, l'equipaggio era formato da due uomini e tre donne, miiiiiercoles se uno non era bigamo doveva esserci una sgueba libera pensai. Fissammo per il giorno dopo e di prima mattina gli accompagnai in macchina a fare un giro dell'isola, all'inizio erano timorosi pero' dopo si fidarono, si rilassarono, i tratti di strada erano brevi e nonostante non stavano molto comodi in macchina, una Nubira l'allegra compagnia si divertiva, eppoi gli americani son ganzi son dei giocherelloni. L'armatore se la tirava un po' giustamente ma l'altro ragazzo era più affabile con me, iniziammo a parlare intanto gli altri erano al Central Maiderense a fare un po' di spesa. La mia curiosita' era sapere quale era la RAGAZZA LIBERA, e cosicche' venni a sapere che solo l'armatore era accompagnato le altre due erano free, la biondina in particolar modo me gustava mucho, una quarantenne tutta pepe americanissima nei modi e nel fare, aveva il suo fascino, a me m'attizzava parecchio. Li riportai al catamarano e mi congedai, fissammo per la notte. Alle dieci di sera andai da loro munito di CD di musica Rock anni 60/70/80, la barca aveva perfino il congelatore oltre ad avere un impianto home theatre da sballo.
Fu una seratina divertente.
Il giorno seguente mi offri' di fargli una spaghettata allo scoglio, fu una bella giornata all'insegna di buona musica e don perignon, e la biondina stava su di giri, io non sono un bevitore e non mi piace nemmeno lo champagne preferisco la spuma bionda della San Benedetto, quindi ero vigile (mai urbano pero').
Caro Uolter mi dovetti accontentare della spuma BIONDA e non della biondina, era troppo capricciosa, a me le donne che fanno i fichi non mi piacciono, eppoi mi piacciono more...
In quanto a more bisogna ritornare a Cartagena de Indias; questa citta' interessata da un turismo locale si incontra ragazze che provengono da tutta la Colombia; io sinceramente non ho mai visto una concentrazione di belle donne cosi', roba da torcicollo, lati "B" da urlo, su corpi altrettanto meravigliosi, chi ama le donne qua trova tutto cio' che desidera, insieme ad una disponibilita' francamente disarmante. Le feste sono all'ordine del giorno, ma soprattutto il fine settimana che si estende spesso fino al lunedi' in quanto è in uso spostare i giorni festivi infrasettimanali al lunedi', che vi 'e la possibilita' di conoscere della bella gente veramente, io personalmente amo molto i "Paisa" gli abitanti della regione di Medellin gente allegra simpatica e corretta; corretta significa se prendi un'appuntamento vi è il 50% di possibilita' che si presentino... Hmn ritorniamo alle donne è meglio! In questa regione ho incontrato il plus ultra della bellezza al femminile, mediamente alte more e spesso con occhi verdi e celesti, questo per una influenza che nel passato dovrebbe essere attribuita ad una immigrazione di olandesi e tedeschi, almeno si dice, di fatto a Medellin oltre al torcicollo ti viene anche un'infarto, girando per i centri commerciali vai al manicomio, da osservare che Medellin è la citta' dell'eterna primavera, quindi l'abbigliamento è ridotto ai minimi termini, oltretutto le donne colombiane in genere hanno un rapporto con il proprio corpo libero da pregiudizi, non esitano mostrare, sempre nei limiti della decenza e con un certo stile, che ne fanno per me le donne più affascinanti del mondo!!
Purtroppo di notte in Colombia vengono meno le poche garanzie di sicurezza che vigono nel giorno, e le discoteche troppo spesso sono oggetto di sparatorie. Un sabato stavo ballando con una bella Paisa che ad un certo punto un cretino estrae la pistola e inizia a sparare nel soffitto, stava a due metri da me e vidi che rimase con la pistola scarrellata in mano ridendo come un idiota, i feriti furono solo quelli che nella foga di scappare si ferirono con i bicchieri rotti per terra, lo volevo ammazzare di botte, ma il buon senso mi ha frenato. Si purtroppo in questo paese si vedono troppe armi, del resto la militarizzazione del paese è evidente anche ad un cieco, ogni incrocio è pattugliato dall'esercito, armi in pugno e poca professionalita' caratterizzano questi soldati; abusi di potere e corruzione sono all'ordine del giorno.
Infatti è preferibile imbroccare la ragazza e portarsela nei bellissimi residence all'uopo predisposti per passare notti di caliente amor.
Ho stazionato nel Marina del Club Nautico diverso tempo facendo charter con la barca, i primi tempi si imbarcava solo israeliani diretti a Colon (PANAMA) 200 US dollars cada uno, l’andata era agevole ma il ritorno era un sacrificio, ed erano troppi i cargo che si incrociava, e quindi imparai ad imbarcare un aiutante, un negretto di nome Alex simpatico educato e gran marinaio. Lui stesso mi procurava i clienti, ed una mattina venne tutto contento a svegliarmi alla barca, feci rivestire velocemente la mia fidanzata gli detti un bel 5’ooo Pesos per il taxi, e invitai Alex a pranzo, patacones riso de coco e pollo.
Alex mi disse che c’erano quattro ragazze irlandesi che volevano andare alle San Blas, bene dissi io presentamele, si mi disse ma loro non vogliono solo il passaggio ma vogliono noleggiare l’intera barca per stazionare alle isole per 15 giorni, e chiedono il prezzo per tutto…… Haz fammici pensare Alex controbattei, ma nello stesso tempo pensai, ma io ce le porto anche gratis, erano tutte e quattro sulla banchina e dal tambuccio scrutavo otto belle gambe in costume con pareo semiinvisibile. Alex che aspetti invitale in barca gli urlai, con il mio inglese gambizzato da un accento fiorentino con flessioni texane (ho vissuto in Texas da piccino la mi’nonna viveva a San Antonio.) le feci accomodare e continuai a friggere patacones. Erano simpatiche e ci accordammo per 800 US dollars tutto compreso, cioe’ passaggio alle isole e ritorno a Cartagena de Indias, 15 giorni a loro carico la cambusa anche per l’equipaggio, io e Alex.
A parte per sfruttare l’arcipelago conviene un catamarano ma con le dovute attenzioni passammo 15 giorni relativamente belli, putroppo 4 donne insieme non si reggano e gia’ dal secondo giorno iniziarono a litigare tra di loro, e devo dire le irlandesi hanno un bel caratterino.
Mare di sette colori gente autoctona cordiale, e aragoste a 5 US dollars offerte dai pescatori locali che si avvicinavano con delle piroghette fatte da un tronco scavato, offrendoti tanta bonta’.
Il ritorno fu cazzuto barca piena di vomito mare incrociato e vento da nord, equipaggio stremato arrivo a Cartegena de Indias e baciato il vecchio pontile di legno, le irlandesi con delle facce degne di un film di Dario Argento, danni alla barca qualcuno, il solito candeliere piegato, il solito W. C intasato, con 4 donne non poteva essere il contrario, e un problema alla cremagliera del timone.
Ero un po’ stufo della Colombia e di questo marina, iniziai a pianificare la mia fuga……
Fuga da Cartagena de Indias.
Andai al Carulla (supermercato vicino al marina) a comprare il necessario per la navigazione che mi avrebbe portato a Colon.
Panama è una nazione strana, o forse io non l’ho capita, a parte nella capitale piove sempre, eppoi frequentando la zona del centro tra Via Veneto e via España ho conosciuto un sacco di italiani residenti, tutti con problemi giudiziari alle spalle e la maggior parte impossibilitati a far ritorno nel bel paese, brutta gente che dopo due volte che li avevo visti gia’ mi chiedevano i soldi o mi offrivano affari improbabili; il mio soggiorno in questa citta’ è durato poco, e poco ho incontrato di interessante.
Un rilievo lo devo fare a favore della zona di Bellavista, a Panama City, un quartiere degradato che ha avuto il coraggio di ribellarsi alla delinquenza, alcune persone hanno avuto il coraggio di aprire locali, ristorantini a barrettini, trasformandola in una zona gradevole, nella parte collinare della citta’.
Da Colon a Panama City si attraversa tutto il territorio panamense, che è caratterizzato da una bella flora e fauna, interessante è visitare il canale di Panama.
Da Colon mi organizzai con quattro israeliani, e feci rotta sull’isola di San Andres, un tempo conosciuta dai frikkettoni di tutto il mondo, ne sono rimaste modeste testimonianza e a parte qualche rasta l’isola vive di turismo colombiano, Venezolano qualche tedesco, olandese e gli immancabili stravolti italiani. L’isola mi piace e Jhonny Key l’atollo di fronte è uno spettacolo, peccato gestito male.
Ritornando alla flora e fauna del Sud America, qua vive l'animale più velenoso del mondo.
Primato indiscusso tocca alle rane della famiglia delle Dendrobatidae, meglio conosciute come Rane Velenose o Rane delle Frecce-avvelenate, poiche' sono usate dai nativi della regione del Chocò in Colombia per avvelenare i dardi delle cerbottane che impiegano per cacciare uccelli e mammiferi.
Questi anfibi sono originari delle foreste pluviali del Centro America e la loro pelle secerne una tossina terribile : la Batracotossina, il più potente veleno animale conosciuto (250 volte più potente della stricnina)!
Questa tossina è prodotta, in particolar modo, dalla Rana-freccia Phyllobates terribilis.
Tanto per intenderci la dose letale minima di batracotossina in un topolino di 20-grammi è di 0. 05 mg; la quantita' media di tossina ricavabile dalla pelle di una singola rana-freccia è di 1, 100 mg; una sola P. terriblis ha abbastanza veleno per uccidere più di 20, 000 topi, o 10- 100 persone.
La tossina prodotta da queste rane provoca la paralisi muscolare con depressione cardiorespiratoria, e infine la morte.
A San Andres sono stato molto bene e ho lavorato molto con la barca a vela, l'unica disponibile a fare charter, qualche noia con la policia local... Ma tutto sommato è un luogo in cui il termine stress è inesistente. In questa isola ho trovato l'anima gemella e mi sono sposato.
il prossimo capitolo lo dedichero' ad una sventurata visita alla citta' di Maracaibo (Venezuela), raggiunta in autobus da Cartagena de Indias, sulla rotta Barranquilla, Cienega, Santa Marta, Riohacha, Maicaio, 18 ore di bus.
MARACAIBO
Dal mio giornale di bordo.
Lascio la barca ormeggiata al Club Nautico di Cartagena de Indias, giornata calda 32 gradi e poco vento, il taxi mi porta alla stazione dei BUS.
Arrivo a Maracaibo (Venezuela) dopo 18 ore di pullman. Alloggio in un Hotellito vicino al Sambil di Maracaibo, citta caldissima 42 gradi afa sole velenoso, appoggio lo zaino sul letto e mi ribalto sullo stesso per riposarmi dal lungo e stressante viaggio. Vengo svegliato da un forte tonfo, la porta della camera si spalanca e due individui in divisa con le pistole spianate fanno irruzione, dietro altri sei o sette energumeni in abiti civili tutti gridavano policia policia uno di loro mi mette la pistola in bocca e mi scheggia un dente, un'altro mi tira una pedata nelle pallle, mi accascio a terra, due mi portano nel bagno della camera e mi chiudano dentro.
Dai miei effetti personali prelevano 800 euro un paio di ray-ban a specchio un anello d'oro e una catenina, 5. 000. 000 di Bolivares (1. 000 €)
Mi aprira' dopo una mezz'oretta la porta del bagno il portiere (complice) unico testimone della rapina.
Gli dico che voglio andare a fare denuncia alla polizia e dopo recarmi al consolato, pensando che quella banda di delinquenti fossero appunto delinquenti! Ma erano veri poliziotti! Il portiere effettua una telefonata e una pattuglia di polizia arriva immediatamente... e con mia sorpresa vedo che a bordo c'erano due che mi avevano appena rapinato. Applicai immediatamente la regola diciotto del gioco del calcio, regola che mi ha insegnato il buon Gino Menicucci quando facevo l'arbitro, ( le regole del calcio erano all'epoca 17), la regola 18 è quella più importante, il buon senso!
Iniziai per trattare la restituzione dell'anello e della catenina d'oro in quanto effetti di grande valore affettivo, mi accordai per 300 US dollars, ebbi indietro le mie cose.
Brutta storia che ancor oggi mi brucia!!
Una mattina apparse un tipo singolare sulla spiaggia di San Andres, si sbracciava si sbracciava, ed erano rivolti proprio a me quei segnali, io stavo ancorato ad una trentina di metri dalla spiaggia con la poppa che "vedeva" Jhonny Kay la mia isoletta amata, presi il dender e mi appropincolai dal tipo, uno svizzero, ma parlava milanese e alla cintura aveva il Victorinox, il tutto sorreggeva quei pantaloni strani da boy scout color caki; voleva noleggiare la barca per andare all'isola di Cayman, presi un appuntamento per la sera stessa al ristorante Mr Panino, dove si mangiava una squisita carne e una ottima lasagna ma soprattutto aveva un buon Pampero anniversario.
A fine serata arrivo' al dunque, si trattava di caricare merce di contrabbando a Cayman e riportarla a San Andres, presumibilmente carne di tartaruga.
Ancor oggi in questa pezzola di mare si consumano traffici illeciti, come ai tempi della pirateria, una notte addormentatomi sulla amaca sognai che la mia barca si era trasformata in una nave pirata, e io ero il comandante senza una gamba e senza un occhio, e depredavo le navi spagnole con i loro preziosi carichi, il sogno duro' poco svegliatomi da un attacco di zancudos...
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