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L'uomo dagli occhi di vetro - Terzo Capitolo
È mattino.
Il sole si è appena risvegliato, aprendo gli occhi alla giovincella, che con un gran sbadiglio diede il buon giorno al paesaggio che la circondava.
Sotto il cespuglio delle rose blu, una coccinella rossa marciava su una foglia verde.
Michelle la osservava.
Nella sua più totale solitudine.
E desiderava d’essere un simile insetto, per poter scoprire il tutto senza che nessuno potesse interrompere la sua fortunata esistenza. Perché in effetti, essere un insetto ha i suoi vantaggi. Quale altro essere vivente ha fortuna d’essere così tanto adorato dal resto dell’umanità per la semplice credenza d’essere un portatore della fortuna, cosa che gli uomini d’oggi richiedono quotidianamente.
Fortuna.
Forse era proprio ciò di cui aveva bisogno Michelle.
La fortuna di cambiare.
Dopo essersi immedesimata nella coccinella.
Decise di rialzarsi e di continuare il tragitto per il rientro a casa.
Camminava.
Cantando sotto i caldi raggi che simpatizzavano la sua allegria alla natura, agli alberi maestosi e agli insetti che la inseguivano festosamente.
La sua casa la attendeva a pochi passi.
Ma prima di rientrare si preoccupo del fazzoletto.
Infilò la mano destra nella tasca sinistra.
Eccolo li. Un piccolo piacere che diede colore alla giornata.
Ripensò alla donna per un solo istante e allungò il piede facendo rientro a casa.
Qualcosa era cambiato.
L’odore della casa non era più quello di prima.
L’amabile odore di trovarsi in famiglia non era più quello di prima.
Si ritrovò in una nuova famiglia, era la sua, ma in fase di cambiamento.
Suo padre, Adrian, era seduto sulla poltrona comprata da zio Gustaf, grande imprenditore dell’America meridionale. Poltrona, anima gemella del suo babbo.
Ci passava ore e ore, immaginando un futuro diverso o leggendo il giornale o semplicemente bevendo la solita tazza di valeriana preparata con cura dalla moglie Ginette.
Sua madre, invece era nella soffitta, come al solito, in compagnia della sua solitudine.
Ricamava l’ennesimo fazzoletto, stoffa gialla, stoffa rosa, merletto blu.
Il materiale che usava di continuo per adornare una nuova nascita nel vicinato.
Senza ulteriori indugi, si affrettò da sua madre.
L’abbracciò mostrandole il fazzoletto regalato dalla misteriosa donna.
“Chi te l’ha dato? ” Una domanda che arrestò le parole di Michelle.
“Una donna, che ho incontrato ieri” Rispose stupidamente Michelle, pensando di non aver sbagliato nulla, ma si ritrovò in arrivo uno schiaffo da parte della madre che le lasciò una rossa impronta sulle sue gote. Mentre le lacrime attraversano la ferita strillava “Perché? È solo un fazzoletto! ” Meravigliata dal nuovo comportamento severo, mai conosciuto della madre, che si avvicino al suo mento, alle sue labbra sussurrandogli codeste parole “ È il fazzoletto sbagliato! Brucialo! E subito! ”
Risposte fredde, secche.
Che rendevano ancor più confusa la tale confusione che confondeva le idee di Michelle.
Salì nella sua camera.
Chiuse la porta.
Si appoggiò sulla finestra vedendo sul vetro il volto della donna che stava trasformando in un mistero un semplice fazzoletto.
Aprì la finestra e si affacciò.
Scrutava ogni figura umana che si trovava nei dintorni.
Quando focalizzò l’attenzione su lui, George, che portava agilmente delle casseruole di uva sulle atletiche spalle, mentre il sudore scendeva casualmente tra il suo petto virile e bagnava la canotta bianca. Gli occhi di Michelle rimasero a guardarlo, fermi immobili.
Lui alzò cautamente il suo sguardo lassù, verso la finestra.
La salutò, con un occhiolino che fece quasi scoppiare le coronarie di Michelle.
Lei ricambiò, con una mano che non chiedeva altro che poter toccare quel corpo dai tanti benefici e poterlo amare, come solo lei saprebbe fare.
Ma George, voltò le spalle e continuò a trasportare la sua merce alla Signora. De Pontua.
Una vedova, non certo con età avanzata, che sapeva gestire la sua attuale situazione da donna libera.
Dal retro della finestra, continuava a spiare, a guardare acutamente ogni suo passo.
George entrò in casa De Pontua.
E le luci dell’abitazione si spensero.
Il buio e la forte passione da quel momento dominarono quella notte.
Mentre le gambe di Michelle, sconfortate, caddero sul pavimento.
Con degli occhioni di vetro che sapevano di gelosia.
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