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Le mie tenebre
Sono andata troppo oltre. Ho perso l'orientamento. Persa in questo labirinto enorme.
Attorno a me tutto è uguale, ovunque io mi giri. Continuo a cercare la strada che mi porti all'uscita.
Ho paura. Paura di essermi spinta troppo avanti in questa foresta, piena di alberi altissimi, che bloccano la luce del sole.
Mi chiedo che ore sono. da quanto tempo sono qui. Ho perso la cognizione del tempo. Tutto tace intorno a me.
Come diavolo ci sono finita qui? Ma continuo a camminare, da qualche parte ci dev'essere un'uscita.
Dev'esserci una via di fuga.
Mentre cammino continuo a pensare da dove sono partita. E soprattutto perchè.
Ricordi confusi affollano la mia mente mentre le tenebre mi accolgono. Tutto è buio ora, vedo a fatica dove sto andando.
Cammino con le mani avanti per evitare gli ostacoli. Ma è così dura.
Foglie e rametti sotto i miei piedi, scalzi. rami che mi graffiano le braccia, scoperte, e il viso.
Devo avere graffi ovunque. Non riesco a vederli, ma li sento bruciare.
Voci mi sussurrano all'orecchio. Sono vere o sono solo nella mia testa? Ma le sento ancora. E ancora. Forse sono reali..
Un po' mi fanno paura, non riesco a capire cosa vogliono dirmi. Ma lentamente il mio cuore rallenta i battiti.
Lui ha già capito cosa mi stanno dicendo. Ma la mia testa ancora no. è da tanto tempo ormai che non mi fido più del mio cuore, del mio istinto. Ma è la mia testa, ora, a chiedermi di ascoltarlo. Perchè lei non è in grado di decifrare quelle voci.
Ma.. mi rendo conto di non ricordare come si fa ad ascoltare il cuore. proprio ora che ne ho bisogno.. Mi fermo.
Mi rannicchio per terra. Tocco erba fresca, rassicurante. Mi siedo. Non ho più paura, ora. Il mio cuore e la mia testa si sono parlati. Lui è riuscito a tranquillizzarla. Sento ancora quei sospiri. Ma ora sono chiari. Sono le tenebre che mi dicono di non aver paura.
E io mi sento forte. Come mai prima d'ora mi sono sentita. Avvolta dalle tenebre, mi sento finalmente al sicuro.
Il bruciore sta diminuendo. Mi tocco le braccia, le gambe, i piedi, il viso. Cicatrici ovunque. Dalle braccia scorre sangue.
E mi ricordo di quando ero io a farlo scorrere, volontariamente. Quante volte, con quella lametta, mi sono
squarciata il braccio.
Cerco di raccoglierlo tutto nella mia mano. ma è troppo. Scorre troppo velocemente, come se avesse fretta di
abbandonare questo corpo, ormai morto da un pezzo. Ho di nuovo paura.
Ancora quella voce, questa volta chiarissima:
- Non devi aver paura, ti sto solo dando quello che volevi. -
"Ma.. non lo voglio più.. No. Non voglio. Ti prego, fallo smettere!" terrore nella mia voce.
- Hai pregato, urlato, implorato. E ora che finalmente puoi avere quello che desideri, vuoi rinunciarci? -
"Ma ormai è passato. Voglio vivere!!!"
Sento le forze che pian piano mi abbandonano. Poi, più niente. Niente dolore, Niente paura. mi sento solo leggera. Leggera. è questa la morte che tanto spaventa tutti gli uomini? Mi sembra così bella. Mi sento così bene. Finalmente libera da ogni preoccupazione..
Ma.. se sono morta, perchè penso ancora? Perchè provo ancora dei sentimenti? No, la morte non può essere
così. E allora cosa sono? Dove sono?
Riapro gli occhi. Sulle guance liquido ormai asciutto. Lacrime. Sono ancora seduta sull'erba fresca. Le braccia sporche di sangue coagulato.
Cicatrici ovunque. vestiti strappati. Non è cambiato niente.
A pochi metri da me vedo una sagoma che cammina, guardandomi. è bellissima, sembra una fata. o un angelo.
è vestita di bianco, emana una luce bianchissima dal suo corpo. L'unica luce in questo mondo regnato dalle tenebre.
Si avvicina, mi tende la mano, mi aiuta ad alzarmi. Non parla. Mi fa cenno di seguirla. Sono esausta, credo di aver perso troppo sangue, ma la seguo. Devo farlo. Cammina tra le spine e i rovi, senza farsi niente. Avanziamo, mano nella mano. Il suo tocco mi fa uno strano effetto. Ad un certo punto gli alberi si aprono su una bellissima radura, piena di fiori profumati e coloratissimi.
In mezzo c'è un bellissimo laghetto. Ci avviciniamo alla riva. Lei, di fronte a me, mi bacia sulla fronte, poi rapida mi spoglia di quelli che erano i miei vestiti.
Mi lascia sola, nuda, davanti al laghetto. Torna dopo poco con una bellissima rosa blu in mano.
Me la porge, schiacciandomi le spine nella mano. Poi la butta nell'acqua. Mi spinge, delicatamente, a raggiungerla.
Titubante, entro nell'acqua. E a mano a mano che mi bagna, mi sento come rinata. Mi immergo tutta. E la fata si immerge con me.
Mi mette sotto la testa. Quando risalgo, mi bacia di nuovo in fronte. Esco dall'acqua. Ma lei non c'è più. è sparita.
E insieme a lei tutti i miei segni. Tutto lo sporco, tutte le cicatrici. Trovo vestiti puliti, nuovi, al posto dei miei.
Li indosso e mi avvio verso la luce.
Un ultimo sguardo al regno delle tenebre. Un ultimo saluto a quella che è stata per tanto, troppo tempo, la mia casa.
un addio silenzioso.
E m'incammino, a testa alta, verso la luce.
Verso la vita.
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