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Festa in cucina
Nella solita cucina si faceva un gran fracasso, tutti intenti, i piatti per primi, a festeggiare i nuovi venuti. Il signor mestolo, in puro acciaio inossidabile, era l'unico a non capirci un accidenti, e se ne stava muto e triste. Poi timidamente e a mezza voce chiese ad una forchetta:
- Che c' è? Mi sai dire che sta succedendo?
La forchetta:
- Ma come! Non lo sai? Sono appena arrivati nuovi di zecca un bel tegamino in terracotta e una cucchiaia di buon legno.
Il mestolo facendo una alzata di spalle alla forchetta non gli rispose neppure e brontolava fra se:
- Capisco il tegamino, il vecchio è andato a pezzi. Ma la cucchiaia, la cucchiaia maledetta, che ci fa qui? E io, che ci sto a fare?
Si mordeva il fegato, come si usa dire da queste parti, per la grande rabbia che si era, all'improvviso, impadronito di lui.
Intanto sul tavolo, il cuoco aveva fatto sposare il bel tegamino, con la lì presente pentola, pregandoli di adottare come figlia la cucchiaia di nobile legno. All'accenno affermativo dei due consorti, eccovi formata una bella ed utile famiglia.
Ma la festa vera e propria deve ancora venire, nonostante gli applausi scoscianti degli astanti.
Infatti, sempre sul tavolo c' erano degli ingredienti, ancora sconosciuti alla neo famiglia. A questo punto indicandoli uno per uno il cuoco li presentò. In ordine dunque:
Una bell'aglio, pomodori san Marzano, olio extravergine di oliva, sale, pepe (nel nostro caso inutilizzabile) e per finire delle bellissime foglie di basilico fresco.
Loro tutti:
- A cosa servono?
Il cuoco:
- Lo vedrete fra poco, sarete infatti protagonisti di eccezione.
La pentola conteneva già l'acqua necessaria per la cottura degli spaghetti, ma questi non erano ancora presenti, come mancava anche la fiaschetta di vino rosso e il bravo calice. Tutte queste ultime cose si trovavano dove abbiamo lasciato il mestolo, che capendo finalmente della macchinazione in corso, cercava di ostacolarli per non favorire la festicciola, dal momento che, era ormai evidente di essere stato messo in disparte, pur non avendo ancora l'età pensionabile.
Fra se:
Perché dico io? Si dice che, usando me si graffia il bel fondo smaltato del signor tegamino.
A guardarlo faceva pena, ma non c' era più niente da fare. Disfatta completa per lui, poverino. Così gli spaghetti, la fiaschetta ed il calice raggiunsero trionfanti il campo di battaglia, e cioè il tavolo, aggiungendosi agli altri, ormai impazienti. Il cuoco si tracannò subito un bel bicchiere di quel vino rosso e generoso, rivolgendosi poi agli amici là sul tavolo:
- Siete pronti per il grande evento?
Tutti annuirono. Un po' d' olio entrò subito nel tegamino, poi lo seguì uno spicchio bel spicchio di quell'aglio tanto impaziente e rosolarono felici per un po'. Trionfalmente, dopo esser già state ben pelate e tagliate, un bel tonfo fecero i pomodori di turno insieme ad un po' di sale. Chiaramente tutto ciò stava avvenendo sui fornelli accanto, dove già la pentola faceva bollire l' acqua salata. Lei era già del mestiere, mentre suo marito e la figlia venivano adoperate per la prima volta, provando strane sensazioni, ma erano tanto allegri che se la cantavano a tutto fiato. Ultimo tocco del maestro, le belle foglie di basilico, a fiamma già spenta, fecero il loro ingresso in quel bel tegamino. Eccovi serviti signori una bella spaghettata alla napoletana.
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