I media sono uno strumento fondamentale nella comunicazione politica, svolgono una funzione informativa rispetto ai comportamenti, ai progetti e ai programmi degli attori della politica stessa,
ci trasmettano dati rispetto all’ andamento dell’ economia, rispetto ai problemi sociali e ai rapporti internazionali.
Allo stesso tempo possono avere una funzione disinformativa che si realizza attraverso il filtro e la mistificazione delle notizie.
A questo riguardo, giustamente, molte sono le contestazioni che criticano l’ anomalia di una democrazia dove un personaggio è allo stesso tempo il primo attore della politica e il padrone dei mezzi di comunicazione, Berlusconi sembra quasi un bambino che dopo aver terminato il suo compito in classe, lo prende, lo corregge e poi si autovaluta.
In questo articolo non entrerò nel merito della questione precedentemente indicata, ma sosterrò la tesi che Berlusconi non solo controlla il tipo di informazioni che i telespettatori ricevono, ma che nel corso degli anni attraverso specifici programmi televisivi è riuscito a cambiare alcuni modelli e valori sociali delle categorie di individui più esposte, abbassando il loro livello culturale medio e rendendole così più deboli e soggette alla demagogia.
Inizierò questa analisi, riprendendo un’ antica intervista di Enzo Biaggi a Pier Paolo Pasolini, lo scrittore definiva la televisione come un medium di massa e come tale uno strumento impari:
sosteneva che “le parole che cadono dal video cadono sempre dall’ alto, anche le più democratiche, anche le più vere, le più sincere”, sosteneva che “nel momento che qualcuno ci ascolta dal video ha verso di noi in un rapporto da inferiore a superiore, che è un rapporto spaventosamente antidemocratico”.
La televisione è come un palco, gli spettatori non hanno diritto al contraddittorio, all’ interno del pubblico televisivo esistono categorie facilmente influenzabili, principalmente gli adolescenti, le casalinghe e gli anziani.
L’ adolescenza è il periodo in cui si forma la nostra etica, la visione continua di programmi portatori di falsi valori, che esaltano ad esempio la bellezza e il successo come principi cardine della vita, la visione di prodotti televisivi privi di contenuti culturali, ma pieni di pettegolezzi e chiacchiere sterili può falsare la creazione di quei principi su cui costruiremo il nostro futuro, può rafforzare la popolarità di un uomo che ha ottenuto il successo anche e soprattutto costruendo un immagine di se stesso compatibile con gli ideali che le sue televisioni sostengono.
Le casalinghe sono una categoria esposta perché mediamente hanno un livello basso di studi, perché passano molte ore davanti alla televisione, perché chi vive una vita regolare e tranquilla è spesso è attratto da un mondo così diverso come è quello dello spettacolo, con i suoi miti e i suoi falsi paradisi.
Gli anziani sono influenzabili i perché hanno molto tempo libero che viene in buona parte speso davanti al teleschermo, perché la realtà che viene presentata nei programmi non esisteva ai loro tempi, le resistenze dell’ età all’ innovazione sono note, meno noto è il concetto che una volta che un cambiamento viene imposto (programmi eticamente inaccettabili per persone di generazioni passate, vengono proposti con tale frequenza da irrompere attraverso la loro quotidianità) inizia a far parte della vita stessa e il modello proposto spesso viene assimilato e incorporato.
Con l’ analisi proposta voglio sostenere che i media hanno preparato il telespettatore al Berlusconi politico attraverso la creazione di modelli con ideali compatibili al berlusconismo.
Sostengo che Berlusconi ottenga dal suo potere mediatico non solo il filtro delle informazioni, ma anche un controllo culturale su una ampia parte della popolazione italiana.