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Cincillino e le foglie secche
Da un grande albero di un parco cittadino le ultime foglie secche, essendo autunno in pieno, si staccano e cadono.
Sulla nuda terra posano leggere, colorando la natura d' intorno dei più bei colori, dal verde cupo, al giallo oro e al rossastro.
Di tutto questo anche il più sbadato dei passanti se ne avvede. Ma quasi nessuno si accorge che ognuna di loro ha ancora vita, sono mortificate e piangono; perché basta un piccolo venticello o lo spazzino mattiniero, ad allontanarle dal loro albero genitore.
Dall'ultima, proprio ultima foglia secca che tocca terra, detta la Rossastra, spunta uno spiritino, somigliante in tutto a un piccolo omino ben vestito e dalle bellissime ali trasparenti.
A tutti si presenta:
- Mi chiamo Cincillino, e sono lo spirito de l vostro albero.
La Rossastra:
- Vero, con alcuni ramoscelli nostro padre mi ha toccato benedicendo me e voi, dandomi poi questo spiritello.
Cincillino:
- Con me non dovete aver paura, vedrete quante avventure.
Le foglie secche si asciugano le lacrime e si sentono ormai confortate.
Cincillino riprende:
- So che fra non molto ci sarà un forte vento, lontano vi porterà, ma anch' io verrò con voi. Cosa sarà non so, sono appena nato da una goccia di linfa, e non sono esperto del mondo.
La Rossastra:
- Ma non avevi detto che avremo molte avventure?
Cincillino:
- Si, il fatto stesso che ci allontaniamo dall'unico posto che voi conoscete da molto ed io da poco, mi fa pensare ad un' avventura.
Le foglie secche in coro:
- Ma possiamo veramente fidarci di te?
Cincillino:
- Sicuramente! Essendo come già detto uno spirito, posso l' asciarmi guidare dall'istinto, in me acutissimo e risolvere ogni problema a suo tempo.
Tutti ammutolendo, diedero un ultimo sguardo all'albero paterno, il quale con i suoi rami ormai spogli li salutò e sembrò sorridergli.
Questo gesto definitivamente li acchetò tutte e la Rossastra cominciò a fantasticare:
- Chissà! Forse incontreremo dei bimbi, che ci prendono per portarci a scuola e mostrarci alla classe e all'insegnate, per la nostra forma tipica e il bel colore che abbiamo, in una lezione di scienze naturali.
Una foglia giallo oro ribadì:
- Oppure possiamo finire in mano a mascalzoni e allora saranno guai!
Cincillino:
- Non fantastichiamo in anticipo. Tutto può essere, ma non deve essere. Ci penserò io al momento opportuno.
Aggiunse:
- Una cosa è certa, l' albero a primavera avrà nuovamente le sue belle foglie verdi, e non è escluso che siate voi nuovamente rinate.
A quel punto arriva il vento, avvicinandosi sussurra loro:
- Non temete foglioline, vi porto meco a vedere un po' di mondo, e non vi faccio alcun male.
E così le portò via tutte e Cincillino in coda e con le proprie belle ali trasparenti volava maestoso e fiero.
L' albero, una bella quercia secolare, restò per l' ennessima volta solo, soletto. Ma per quanto abituatoci s' attristi molto; allora venne a consolarlo il suo amico passerotto cittadino, ed insieme aspettarono la nuova primavera.
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