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Inferno
L'uomo era a terra, il corpo impregnato dal suo stesso sangue.
Dave se ne stava in piedi a fissarlo, nella mano destra un fucile a canne.
“Dave? ”
Il ragazzo si voltò lentamente: aveva pianto.
“Cosa ci fai qui? ” chiese.
Senza perdere di vista l'arma, Giovanni rispose: “Ho visto la tua auto fuori, e ho pensato potessi essere qui. ”
Vi fu una pausa. Poi riprese a parlare.
“Ti va di raccontarmi cos'è successo? ”
Dave fece spallucce.
“Ho dovuto farlo”, continuò assumendo un tono preoccupato. “Ho dovuto. Tu mi capisci, vero? ”
“Perché non mi dici che cosa è successo? ” chiese ulteriormente evitando la domanda.
“Tu sei il mio migliore amico. Lo sei ancora, non è così? Non è che hai cambiato idea perché sono tornato vivo?! ”
Giovanni corrugò la fronte e scosse il capo.
“No, non potrei mai pensare una cosa del genere. Perché dici questo? ”
Dave serrò la mascella e deglutì nel disperato tentativo di trattenere il pianto.
“Non c'è stata persona, da quando sono tornato, che non mi abbia fatto capire quanto viscido potessi essere ai loro occhi, quando mi guardavano dall'alto in basso e io non sapevo come comportarmi... ”
Socchiuse gli occhi. Poi li riaprì.
“... o quando non mi vogliono nei locali perché credono che sia un assassino senza scrupoli... ”
Indicò il corpo a terra e gridò: “QUEST'UOMO MI HA ROVINATO LA VITA! ”
“Quello che pensa la gente non ha importanza. Sei tu quello che sa cosa ha vissuto laggiù, solo tu, e non devi rendere conto alle persone quello che sei stato in Vietnam. ”
Dave fece una strana risata. Poi divenne serio.
“Lo dici perché non sai che significa... Non sai cosa significa crescere con un padre severo, a cui non vuoi dare delusioni. Fare di tutto perché ti dia una pacca sulla spalla e sentirlo dire che è fiero di te. ”
Si fermò qualche istante per riprendere a spiegare: “Se non fosse stato per lui e per il suo fottuto pensiero che la guerra rende di un ragazzo, un uomo, io non sarei mai andato laggiù, in mezzo al sangue e al fango. Sarei cresciuto come te, alla larga da tanto dolore. Siamo esseri umani e al mondo si sbaglia, ma lui l'ha fatto ogni santo giorno. È stato lui a spedirmi in quell'inferno, e aveva ancora il coraggio di dirmi che sarei dovuto restare laggiù! ”, continuò facendo traboccare le lacrime trattenute in precedenza, e scandendo bene ogni singola parola: “Io ho ucciso per sopravvivere, ho visto i miei compagni morire in maniere disumana, e ho visto civili vietnamiti essere giustiziati senza motivo dai miei compatrioti. ”
A Giovanni scese una lacrima.
“Ti prego Dave, dammi quel fucile. Adesso le cose sono cambiate, ora tu sei qui. ”
“Cambiate? ” domandò quasi offeso. “Non passa giorno e non passa notte che io non sogni quell'inferno, e tutte le cicatrici che non mi vedi sul corpo, le tengo qua dentro”, disse a denti stretti toccandosi la tempia.
Tirò su col naso. Poi, riassumendo un tono pacato, domandò: “Sai che cosa penso? ”
Giovanni rimase a fissarlo, con le lacrime che gli rigavano il viso, senza domandare nulla.
“Penso che dopo che vedi certe cose, non se ne vanno più dalla testa. Stanno lì, in attesa. ”
A quel punto Giovanni annuì, e Dave sospirò.
“A volte mi chiedo se non fosse stato meglio morire laggiù, per non dover affrontare tutto questo. ”
“Tu puoi farcela. La gente non è niente. ”
Dave sogghignò.
“Sai qual è la cosa più divertente? ”, continuò ritornando serio. “Che prima di partire per il Vietnam tutti mi dicevano che ero e sarei rimasto un eroe... a quanto pare hanno cambiato idea in fretta. Per la gente siamo solo i veterani assassini. ”
“Sei solo uno dei tanti ragazzi che non sapevano cosa avrebbero trovato andando laggiù, solo delle marionette nelle mani dei potenti, ma adesso tu sei qui, e solo tu puoi fare qualcosa per cambiare definitivamente. Sta a te decidere. ”
“Ho ucciso mio padre”, continuò scuotendo il capo. “Non credo di poter far molto. ”
Giovanni chinò il capo e attese. Infine fissò negli occhi l'amico.
“Vattene. ”
Dave lo fissò senza capire.
“Che cosa? ”
“Vattene via. Cambia città, cambia Stato, vattene. Rinasci e rifatti una nuova vita, lontano da qua. ”
“Ti rendi conto di quello che mi stai dicendo? Non trascinerò nella merda anche te. ”
“Io non ho visto che gli hai sparato. ”
“Ho un fucile a canne in mano, vuoi vedere le impronte? ”
“Portalo via con te, nascondilo. ”
“È sbagliato, e lo capisco anche io. Non vedo perché insisti. ”
“Lo so che è sbagliato. È tremendamente sbagliato, ma dovrai farlo ugualmente. È l'unica soluzione che hai. Tuo padre era maledettamente cattivo e marcio, ma non meritava la fine che ha fatto”, fece una pausa. “E neanche tu meriti quello che sta succedendo. Vattene. ”
Dave chinò il capo e ci pensò su. Quando aveva riportato lo sguardo su Giovanni aveva continuato a fissarlo per diversi minuti: a parole non gli aveva detto niente, ma i suoi occhi rispecchiavano un'immensa gratitudine.
Si allontanò ed uscì. Giovanni si avvicinò alla finestra, lo vide salire in macchina e sparire lungo le strade buie e tortuose.
Sapeva bene che aveva permesso ad un assassino di farla franca, e probabilmente ne avrebbe sempre portato il peso, ma aveva imparato che spesso la via intrapresa non sempre è quella ideale, bensì solo quella che sembra giusta al momento.
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