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La magia delle mante danzanti
È il giorno di Pasqua ed oggi è una grande giornata, non solo perché siamo in una delle isole delle Maldive, ma perché proprio oggi la nostra immersione ci porterà al Manta Point, uno dei punti di avvistamento delle mante. Ci imbarchiamo quindi sul Dhoni, la tipica imbarcazione locale e ci avviamo verso la nostra destinazione.
Oggi sarà un full day nell’Oceano destinato a restare uno degli indimenticabili ricordi pieni di emozioni, felicità e meraviglia di quella fantastica settimana.
Ci vestiamo durante il tragitto ed appena il Dohni si ferma, uno degli assistenti tira in acqua la cima alla cui estremità è fissata l’ancora della nostra imbarcazione.
Tutti bardati ci tuffiamo in acqua uno dopo l’altro col “passo del gigante” e non appena il nostro gruppo è a mollo, il nostro istruttore Satto, ci chiede di verificare che sia tutto a posto prima di immergersi.
Quindi ognuno di noi ripete secondo un proprio ordine mentale gli stessi e consueti gesti: pigiamo la maschera sul viso, infiliamo in bocca l’erogatore, verifichiamo che la zavorra con i pesi non ci stringa troppo la vita, diamo un’ultima stretta alle cinghie del jacket e poi con le dita mimiamo un “OK”.
SIAMO PRONTI!
Compiaciuto Satto ci da il via quindi sgonfiamo i jacket e pian piano cominciamo ad affondare, con una mano afferriamo la cima e ci caliamo mentre con l’altra mano provvediamo a compensare chiudendo il naso con le dita durante l’espirazione per evitare traumi ai timpani…ci stiamo lentamente calando nell’Oceano Indiano.
Sono attimi di grande emozione.
Arrivati sul fondale Satto ci fa cenno di appostarci tra gli scogli ed i coralli, così ognuno sceglie il suo posto e poco dopo come per magia, ha inizio un’incredibile rappresentazione marina che ci intratterrà per un'intera ora.
Almeno cinque mante danzano attorno ad un grosso scoglio tondeggiante, una dietro l’altra come seguendo una coreografia, sono grandissime, leggiadre, silenziose, tranquille.
Dai loro corpi pendono gruppetti di pesci lunghi ed affusolati che si muovono al loro stesso ritmo. Come diligenti servitori questi piccoli pesci puliscono i corpi delle grandi ed armoniose creature che intando danzano con ampi movimenti circolari sospinti dalle loro grosse ali. Vederli è una grande emozione così forte e profonda da sembrare quasi inverosimile.
Cerco di mantenere la tranquillità interiore e di lasciare andare il corpo. Conto mentre respiro per conservare il giusto ritmo ed evitare inutili consumi d’aria che potrebbero abbreviare il mio soggiorno marino costringendomi a risalire.
Mi chiedo cosa pensano i pesciolini che ci girano attorno tranquillamente, è una di quelle cose a cui penso sempre quando sono in immersione senza sapermi mai dare una risposta.
Guardo le mante danzare e penso a quali sensazioni possono aver provato tutti quegli esseri umani che hanno potuto assistere allo stesso spettacolo nel corso del tempo e mi viene in mente la figura di un vecchio sommozzatore.
Avranno provato paura, rispetto, timore o reverenzialita’ di fronte a queste enormi creature che a me appaiono come Angeli?
Il tempo passa e noi restiamo adagiati sul fondo senza mai staccare gli occhi dalle mante, guardo il mio computer da polso, sono passati 22 minuti e sento un leggero brivido di freddo lungo il corpo.
La lunga immobilita’ inizia a farmi tremare ma non voglio cedere, voglio restare finché posso per guardare queste armoniose danzatrici oceaniche.
È uno spettacolo davvero indescrivibile che ha del mistico, mi sento come quegli uomini che ascesi sul monte assistono estasiati alla danza divinatoria dell’oracolo che sono andati ad interpellare...
Le mante sono molto più grandi di quanto immaginavo. Hanno una grossa bocca rettangolare dotata di due morbide membrane tondeggianti all’estremità, di tanto in tanto le arricciano come a chiuderle. Poi aprono la bocca ed ingoiano l’acqua e forse allo stesso tempo si dilettano delle pulizie fatte dai piccoli pesci che gli girano attorno.
Il tempo continua a passare inesorabilmente, siamo arrivati a 44 minuti, capisco che da un po' ho perso il ritmo del mio respiro perché i brividi si fanno più frequenti quindi mi sforzo di controllarli, muovo le gambe pinneggiando lentamente per sgranchirmi le articolazioni. Voglio restare ancora a guardare.
... all’improvviso ed inaspettatamente una delle mante più grandi si avvicina per qualche istante al mio gruppo, a poca distanza... sono tentata di allungare la mano per stabilire un contatto ma so che non devo farlo, la spaventerei, così sorrido sperando che la grossa creatura alata possa leggere nei miei occhi, attraverso la maschera le mie sensazioni: felicita’, sorpresa, meraviglia, rispetto ed estasi per questa grande fortuna.
Continuo ad osservarle mentre danzano cercando di non distogliere il pensiero da una bellezza che non credevo potesse esistere, il mio corpo però continua a tremare più di frequente mentre le dita delle mani avvertono la fatica e lo sforzo di tenersi aggrappati agli scogli per non toccare i taglienti e delicati coralli...
È giunta l’ora di andare, sono passati da poco 60 minuti, mi accorgo di avere le lacrime agli occhi ma non piango, anzi sorrido ancora una volta e rivolgo alle mante un saluto con la mano mentre lentamente cominciamo la nostra risalita...
Si purtroppo stiamo risalendo... ma sempre con gli occhi rivolti a loro fino a quando non riusciamo più a vederle.
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