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La pizza di patate
Per chi mi ha seguito fin qui, posso dire che ci troviamo nella solita e ormai famosa cucina.
Sul tavolo da lavoro ci sono già i generi alimentari occorrenti all'uopo, una forma da forno già unta e le spezie necessarie. Fra loro un calice di vetro, si, proprio quel solito calice, che in silenzio aspetta gli eventi.
Entra in pompa magna, il nostro ormai caro cuoco brillo, ma non troppo, con in mano la sua fiaschetta; ma cosa vedo! Non è la solita, consumata ed unta, ma una nuova con del buon Chianti dentro.
Guarda cosa c' è sul tavolo, li elenca; patate...
Il cuoco:
- Perché non sono già bollite, sbucciate e passate?
Le patate stesse:
- Non abbiamo permesso a nessuno di toccarci, sei tu l'unico di cui ci fidiamo e quindi tocca a te!
Il cuoco:
- bene!
Mettendo a bollire le patate nella propria buccia in una pentola, già a noi conosciuta, guarda oltre e vede:
Salsicce affumicate, del salame, una bella mozzarella di bufala un po' essiccata, del parmigiano già grattugiato, sale, pepe nero già macinato e noce moscata, anch'essa macinata.
Al cuoco gli viene in mente una buona ricetta. Ma quando già vuol tirar fuori le patate già cotte, per poterle sbucciare il calice protesta:
- Ma come non mi vedi?
Il cuoco:
- Potrei ignorarti? Pensa che in tua mancanza mi son tracannato un po' di questo liquido di Bacco direttamente da questa nuova fiaschetta.
Il calice:
- E come si chiama?
Il cuoco:
- Chianti. Ed è di un'annata molto buona davvero!
Il calice:
- E tu, disgraziato te lo bevi direttamente da una sconosciuta fiaschetta, anche se ben impagliata, senza averlo prima versato dentro di me, tuo fedele amico e buon intenditore, e poi annusato, osservato e degustato, come si conviene?
Il cuoco:
- Ma come la sai lunga, io non ho tanto tempo da perdere, devo cucinare.
E proprio grazie a questo Chianti e agli ingredienti disponibili, di cui le patate, che nel frattempo ho già sbucciate e passate, mi è venuto in mente un buon piatto, questa volta della punta o quasi del nostro stivale, che si chiama Italia.
Il calice:
- E come si chiama il piatto?
Il cuoco:
- Pizza di patate. Non è una vera e propria pizza, più che altro un soufflé direi, ma da quelle parti è più conosciuta come tale.
Il calice:
- Bene! Poi a chi aspetti?
Il cuoco:
- Prima devi renderti utile tu!
Versando il suo Chianti in quel calice, lo osserva, lo annusa e lo degusta, come se fosse la prima volta, poi soddisfatto e con gesto teatrale esclama:
- Ottimo davvero!
Tracannandosene poi ancora un paio. E finalmente si comincia a cucinare, ma arrabbiatissimo:
- Mancano le uova!
In quel mentre una bella e pasciuta gallinella con regolare passaporto d'entrata, fa ingresso in cucina, e proprio davanti al cuoco, in men che non si dica te ne fa sei belle fresche fresche.
Il cuoco:
- Grazie mille, gallinella mia bella, ma forse è meglio che te la squagli, dai retta a me.
La gallinella pur volendo discutere e soprattutto riscuotere il dovuto, per questo cuoco è venuta meno dei suoi sei pulcini, sangue del proprio sangue, intuì che alla fin fine il cuoco aveva ragione, e quindi alla chetichella si ritirò nel suo pollaio.
Il cuoco finalmente può continuare con il suo lavoro. Con i due chili di patate già sbucciate e passate, ci rompe dentro le sei uova, ci aggiunge il sale, il pepe macinato, la noce moscata macinata, la mozzarella, il parmigiano grattugiato, le salsicce e il salame; ben bene mescola il tutto con quella cucchiaia di legno, che ben conosciamo, ed infine versa l'impasto nella forma, e con il forno già preriscaldato a 220° lo inforna, non prima però di averci versato sopra un po' di buon olio d'oliva e un po' di pan grattugiato. Sapete serve per una buona e bella crosta, sul sapore poco o niente influisce.
In attesa di quei 30 minuti, necessari alla cottura, il nostro buon cuoco non esita a farsene un altro, di che cosa? Di quel buon Chianti!
Venuto il suo tempo, però, il cuoco non dimentica di spegnere il forno e lasciarlo riposare per qualche tempo. Poi l'apre e dal colore e profumo che emana si rende conto della buona riuscita.
Gli ospiti invitati, letteralmente divorano la pizza di patate e soddisfatti gridano:
- W il nostro cuoco, W il nostro cuore!
Ed infine applausi generali.
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