Era da poco finita la guerra! Dopo essersi prostituiti agli americani i napoletani si leccavano le ferite e sentivano
tutte le ossa doloranti. L'igiene, in special modo nei vicoli, era un lusso. Con la stessa acqua si lavavano in 5 o 6 in una coatta promiscuità : faccia, piedi, mani e parti intime in un solo bacile e si versava lo scuro e fetido contenuto sulle pietre, ancora sanguinanti, del basso, in un solo ambiente, un buco di tre metri per quattro che fungeva da stanza da pranzo, da letto, cucina e gabinetto, era considerato tutto un mondo, popolato da vecchi, bambini, donne , uomini coi fiati che uscivano da bocche maleodoranti e ammorbavano l'aria del tugurio.
Peggio d'una vita animalesca, senza libertà , imprigionati tra le pareti d'una fogna, personaggi che sembravano
usciti dalla corte dei miracoli , per entrare, come larve nel ventre di Napoli. Certo a distanza di tanti anni più che una storia può sembrare favola per i giovani, anche quelli abitanti negli stessi vicoli, che non potranno mai compenetrarsi in quesi tisici e fegatosi carcerati , nè potranno mai identificarsi come loro discendenti.
Oggi il basso, pure coi suoi grossi limiti, ha un'altra faccia, è messo a nuovo, ha la sua più costosa televisione a colori con video registratore incorporato, l'acqua corrente, calda e fredda, tutti i più moderni e sofisticati elettromedistici, ed i capi famiglia posseggono , come macchina più fetente, una BMW serie 5 con climatizzatore e telefonino a viva voce. Dal dopoterremoto la popolazione dei quartieri, una volta miserabile e plebea, rivendica un ruolo diverso, si è in massima parte imborghesita, ed ostenta opulenza, reale o fittizia, frutto del contrabbando di sigarette e dello spaccio della droga, e vuole, o deve, restare in quei luoghi che da autentica casbah, avvolta da una coltre d'omertà , la protegge da "invasioni " e diventa un luogo invalicabile finanche dalla polizia.
Le puttane ed i " femminielli " si sono trasferiti in luoghi più affollati come la "Doganella " o la "Domitiana " , dal momento che i marinai ormai da anni disertano i vicoli di "Toledo " , battendo coi colleghi africani, albanesi e polacchi i marciapiedi, incuranti dell'AIDS, pur di racimolare le centomila, a botta, esenti da tasse. Gli ex scugnizzi viaggiano in motoretta ed aiutano l'impresa familiare, o aggregandosi alla camorra emergente, facendo i corrieri, oppure i pali per qualche rapina, e guadagnandosi nel gergo malavitoso la qualifica di "muschilli " .
Avevo pochi anni nel 1945, ed i ricordi di quel periodo sono come dei brividi che vanno e vengono alternandosi in luci ed ombre. Il rifugio in un piccolo paese di montagna, la ritirata dei tedeschi, i canti partigiani, il rientro a Napoli a stretto contatto coi ragazzi della "corte dei miracoli " , quelli col muco nel naso e le mani sporche. quelli che puzzavano ad un metro di distanza, quelli che avevano un esercito di fratelli che ripetevano la prima o la seconda elementare per alcuni anni. Li andavo a trovare nei loro bassi, rubando a volte un morso di pane o un cucchiaio di fagioli a qualche bocca. Violentando, con occhio indiscreto, l'intimità d'un amplesso, frettoloso ed avvinazzato, i gemiti di piacere sembravano lamenti (o lo erano?)
Risalgono ai miei 13 anni le prime poesie, le prime canzoni, le prime osservazioni scritte, frutti agrodolci d'un'infanzia certamente difficile con la presenza dei vicoli che mi ha accompagnato fino ad oltre vent'anni. I postumi di quella memoria sono ancora presenti come fantasmi vaganti, nella gabbia dei miei pensieri, e vibrano in lampeggianti ferite di luci, di arsure mai placate abbastanza, di nevrosi pagate a rate, con rabbia, col desiderio di volare ad alta quota , finalmente libero dai ricordi, dalle urla, dai lamenti, dalle mura, amiche e nemiche, di quei bassi dei quartieri spagnoli.